A che serve il Pd?

Salvatore Merlo

Conte “progressista” e leader di un M5s che entra nel Pse. Dubbi esistenziali al Nazareno

È un “punto di riferimento fortissimo dei progressisti”, lo sappiamo. Lo ha detto Nicola Zingaretti. In pratica a sinistra niente è meglio di Giuseppe Conte. “La carta decisiva del fronte democratico”, come ha ben spiegato Goffredo Bettini. Ecco. Ora Conte diventa il capo del M5s. “Forza popolare e ambientalista”, ha precisato sempre Bettini. Anzi, come dice  Di Maio, “forza attenta alle imprese, ai diritti e all’ecologia”. Identità di vedute. Pure Francesco Boccia domenica ha usato parole cristalline. “Chi dice che Conte è il passato non solo è ingeneroso, ma sbaglia”. Altroché. “Basta farsi un giro nei nostri circoli”. Cioè basta farsi un giro nei circoli del Pd. Perfetto. Dunque Conte è il miglior leader di sinistra, secondo il Pd. Questo migliore leader di sinistra diventa capo del M5s. Infine l’M5s, guidato dal migliore leader di sinistra possibile, entrerà pure nel Pse, dove sta già il Pd. Non fa una piega. Solo che a questo punto una domanda sorge spontanea: ma esattamente il Pd a che cacchio serve?

 
P. s. 
Per Swg in questo scenario il Pd  perde il 4,3 per cento. Pare persino poco. 

  

 

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  • Salvatore Merlo
  • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi erasmiana a Nottingham. Un tirocinio in epoca universitaria al Corriere del Mezzogiorno (redazione di Bari), ho collaborato con Radiotre, Panorama e Raiuno. Lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.