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Calabria, è il prefetto Guido Longo il nuovo commissario alla Sanità

Luca Roberto

L'annuncio di Conte dopo il consiglio dei ministri. Stamattina aveva fatto un passo indietro l'ultimo commissario designato, Agostino Miozzo, il sesto ad aver rinunciato in poche settimane

Guido Longo nuovo commissario alla Sanità in Calabria

Dopo tanto tergiversare, il governo ha nominato il prefetto Guido Longo nuovo commissario ad acta alla gestione della Sanità calabrese. "Un uomo delle istituzioni, che ha già operato in Calabria, sempre a difesa della legalità", l'ha descritto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in un tweet

 

 

In mattinata c'era stata la rinuncia di Agostino Miozzo (coordinatore del Cts)

 

Saverio Cotticelli, Giuseppe Zuccatelli, Eugenio Gaudio, Gino Strada, Narciso Mostarda e adesso Agostino Miozzo. L'elenco dei candidati commissari alla Sanità calabrese, in carica o anche solo in pectore, si ingrossa con il procedere dell'autunno. E se per ogni nuova bocciatura o rinuncia ci si era oramai abituati all'escalation di imprevedibilità – da quello che non sapeva di dover redarre il piano anti Covid e andava reclamando in televisione di essere stato drogato, a quello costretto a fare un passo indietro "perché mia moglie non vuole trasferirsi a Catanzaro", passando per i teorici del contagio solo per limone o dell'inutilità delle mascherine – appare quasi completamente grigia, burocratica la motivazione addotta dal coordinatore del Comitato tecnico scientifico per defilarsi: il governo lo avrebbe scontentato non accogliendo la richiesta di poteri e deroghe speciali. Ché sul trasferimento nella città più dileggiata d'Italia in queste settimane, invece, Miozzo aveva pure sgombrato il campo da equivoci familiari: "Mia moglie nel caso sarebbe d'accordo". 

 

E così un gag che all'inizio faceva pure ridere, con tutto il contorno strapaesano che sempre avvolge le questioni locali che si trovano agite in un palcoscenico nazionale, adesso appare quasi il soggetto di un sortilegio. E ogni nuovo Consiglio dei ministri chiamato a pronunciarsi in merito appare un po' il giorno della marmotta: lo si rivive sempre nelle stesse identiche fattezze e non si può far niente per cambiarne il destino. Che in questo caso significa lasciare una sanità già allo stremo in stato sospeso e confusionale. Al punto che persino coloro che sembravano scomparsi dai radar dell'attualità causa emergenza sanitaria, come le sardine, hanno chiesto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella che sia lui a prendere in mano la situazione. "Siamo ormai ad un punto di non ritorno rispetto alla credibilità ed affidabilità di questo esecutivo. Non ci resta che appellarci alla più alta carica dello Stato, il presidente della Repubblica, nella sua veste di custode della Costituzione e di garante della coesione territoriale del nostro Paese", scrivono in una nota. Che poi è un po' la lettura di chi del governo fa parte, come Italia viva. "Sul commissario alla sanità calabrese si è superato ogni limite di credibilità. Lo Stato ha dei doveri nei confronti dei cittadini calabresi; è necessario che il governo vi adempia senza ulteriori imbarazzanti rinvii o nomination che finiscono nel nulla", ha scritto il presidente di Iv Ettore Rosato su Twitter. 

 

Spirlì: "Se la Calabria dovesse rimanere zona rossa sarà responsabilità del governo" 

Sull'ulteriore defezione nella ricerca di un commissario alla Sanità calabrese è intervenuto anche Antonino Spirlì, il presidente facente funzioni della regione Calabria. Legando il suo intervento alla stretta attualità, che in queste ore vede i tecnici del ministero della Salute, del comitato tecnico scientifico e dell'Istituto superiore di Sanità a colloquio con le regioni per ridisegnare una nuova geografia del rischio a livello nazionale tra zone rosse, arancioni e gialle, Spirlì ha detto che "se la Calabria dovesse rimanere zona rossa, la responsabilità sarebbe solo del Governo, incapace di dare una guida alla sanità regionale". "Il Governo – ha aggiunto Spirlì – non è riuscito a dare una amministrazione alla Sanità calabrese e ha pure rifiutato la nostra disponibilità ad affiancarlo nella gestione del comparto. Così la poltrona di commissario ad acta è ancora vuota, e i cittadini, nel caso in cui la zona rossa dovesse essere prorogata, si ritroverebbero a pagare per colpe altrui" nonostante i calabresi abbiano nell'ultimo mese fatto il loro: "hanno rispettato il distanziamento, usato tutti i dispositivi di protezione individuale richiesti e abbassato le saracinesche delle loro attività commerciali, rischiando il tracollo".