(foto LaPresse)

Il governo chiude Lombardia, Piemonte, Calabria e Valle d'Aosta

redazione

Sicilia e Puglia in zona arancione. L'entrata in vigore del dpcm slitta a venerdì

Lombardia, Piemonte, Calabria e Valle d'Aosta in zona rossa

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha tenuto una conferenza stampa da Palazzo Chigi per illustrare nel dettaglio il nuovo dpmc licenziato oggi dal governo.

Conte ha annunciato che per Lombardia, Calabria, Piemonte e Valle d'Aosta scatterà la zona rossa. Sicilia e Puglia saranno considerate zone arancioni. Mentre "nell'area gialla con criticita' moderata, rientrano Basilicata, Lazio, Abruzzo, Emilia Romagna, Campania e Liguria", ha detto Conte. Il premier ha anche ricordato come non ci siano regioni in zona verde, e quindi al livello più basso di rischio, perché tutte le altre rientrano nella zona gialla. Il capo dell'esecutivo ha introdotto le misure spiegando che i numeri dei contagi "sono in costante aumento e comportano un'alta probabilità che molte regioni superino le soglie critiche delle terapie intensive già nelle prossime settimane. Dobbiamo per forza di cose intervenire". 

L'entrata in vigore del dpcm slitta a venerdì 6 novembre

"Tutte le nuove misure previste dall’ultimo dpcm - quelle riservate  alle aree gialle, arancioni e rosse - saranno in vigore a partire da venerdì 6 novembre. Lo ha deciso il governo per consentire a tutti di disporre del tempo utile per organizzare le proprie attività". Lo riferisce Palazzo Chigi in una nota. Originariamente sarebbe dovuto entrare in vigore alla mezzanotte di giovedì 5 ottobre. 

30550 nuovi contagi e 352 decessi 

Sono 30550 i contagi da nuovo coronavirus registrati oggi, a fronte di quasi 212 mila tamponi processati. Il tasso tra tamponi e positivi si mantiene al di sopra del 10 per cento (oggi è al 14,42 per cento). Si registrano altri 1002 pazienti ricoverati in ospedale, di cui 67 in terapia intensiva (in totale sono 2292). Presentando i dati Giovanni Rezza, direttore della Prevenzione del Ministero della Salute, ha detto che nelle ultime 3 settimane il trend dei contagi "è in aumento, anche se negli ultimi giorni vediamo una certa stabilizzazione. Il numero dei positivi sul numero dei tamponi supera il 10%, un segnale non del tutto positivo. Il numeri dei ricoveri è in aumento, anche se non c'è una vera e propria criticità poiché il numeri dei posti in terapia intensiva è aumentato". 

Salta la conferenza dell'Iss 

Il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro e presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli avrebbero dovuto tenere una conferenza stampa dal ministero della Salute per un'analisi sull'evoluzione epidemiologica di Covid-19 in Italia. L'appuntamento aveva ancor più rilevanza perché dal monitoraggio di Iss e Ministero della Salute dipenderà l'implementazione delle misure restrittive a livello locale, come disposto dal nuovo dpcm. Ma dopo un'ora di attesa la conferenza è saltata. 

La firma del dpcm: rimarrà in vigore fino al 3 dicembre

È stato firmato nella notte dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte il nuovo dpcm che impone misure ancor più restrittive per il contrasto alla diffusione del Covid-19. In giornata sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale e sarebbe dovuto entrare in vigore da domani, 5 novembre, fino al 3 dicembre. In realtà, come ha reso noto Palazzo Chigi in serata, si aspetterà venerdì 6 novembre per "consentire a tutti di organizzare le proprie attività". Cosa prevede? E' un intervento normativo che si concentra soprattutto sugli scenari di rischio 3 e 4 classificati dallo studio dell'Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute, dal titolo "Prevenzione e risposta a COVID-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno invernale”, condiviso a inizio ottobre nella Conferenza delle regioni. Accanto a misure che avranno un effetto generale su tutto il territorio nazionale, insiste su una diversificazione territoriale in base alla gravità della situazione epidemiologica, sintetizzata in 21 parametri, che vanno dall'occupazione delle terapie intensive alla crescita di Rt. 

 

 

Coprifuoco nazionale alle 22 

Dopo che l'ala cosiddetta rigorista, a cui apparterrebbero il ministro della Salute Roberto Speranza e il ministro della Cultura Dario Franceschini, aveva fatto pressioni perché il divieto di circolazione partisse sin da orari tardo pomeridiani o primo serali (si era parlato delle 18 e delle 20), alla fine la mediazione dello stesso presidente del Consiglio ha portato ad anticipare il coprifuoco alle 22 su tutto il territorio nazionale. Vuol dire che dopo le 22 bisognerà giustificare i propri spostamenti attraverso un'autocertificazione che attesti comprovati motivi di lavoro e d'urgenza. Tra le altre misure che varranno in tutta Italia, la chiusura di mostre e musei, la sospensione dei concorsi che prevedano prove preselettive e scritte (potranno andare avanti quelli che si svolgano con modalità telematiche). Bar, ristoranti e pasticcerie potranno rimanere aperti, come ora, dalle 5 alle 18, e potranno operare un servizio d'asporto fino alle 22 (rispetto alle attuali 24). Negozi di medie e grandi dimensioni come i centri commerciali dovranno rimanere chiusi nei giorni festivi e pre-festivi. I mezzi pubblici avranno limiti di affollamento al 50 per cento rispetto al precedente limite che era fissato all'80 per cento. Le classi delle scuole superiori faranno didattica a distanza se non per le attività che prevedano laboratori. L'attività sportiva all'aperto, così come quella professionista, è sempre consentita. 

 

Cosa succede per i territori con uno scenario di rischio 3? (zona arancione)

Il decreto licenziato dal governo dispone, per quei territori che secondo gli indici dello studio Iss sono in uno scenario di "elevata gravità e da un livello di rischio alto", un aggravio di restrizioni rispetto al quadro nazionale. Si tratta dell'individuazione di zone "arancioni" che dovranno essere delineate da un'ordinanza del Ministero della Salute d'intesa con i presidenti di Regione: potranno essere riferite a un intero territorio regionale o a parte di questo. Il monitoraggio di queste limitazioni dovrà avvenire su base "almeno settimanale", fermo restando che le misure dovranno restare in vigore per un periodo di almeno 14 giorni. In queste aree saranno vietati "ogni spostamento in entrata e in uscita", se non per comprovate ragioni lavorative, scolastiche e d'urgenza. Attenzione: non vuol dire che non si potrà uscire di casa. Non si potrà uscire ed entrare dal territorio (comune, provincia o regione) se non per motivi d'urgenza (ad esempio: recarsi a scuola in un comune diverso dal proprio). L'attività di bar, ristoranti e pasticcerie è sospesa, ad esclusione delle mense e dei servizi di catering. Si potrà però far ricorso all'asporto fino alle 22. 

 

Cosa succede per i territori con uno scenario di rischio 4? (zona rossa)

Nel dpcm si prevedono "ulteriori misure di contenimento del contagio su alcune aree del territorio nazionale caratterizzate da uno scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto": l'ultimo nella scala del rischio disegnata dallo studio dell'Iss. Rispetto al caso delle zone arancioni, nelle zone rosse sarà vietato. oltre che entrarci e uscirci, anche spostarsi all'interno del territorio: quindi uscire di casa se non per recarsi a lavoro, a scuola o per motivi d'urgenza. Anche in questo caso bar, ristoranti e pasticcerie dovranno rimanere chiusi (se non per l'asporto fino alle 22), ma si prevede di chiudere anche le attività di commercio al dettaglio, "fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità". 

 

Quali sono le zone rosse?

Per la definizione, che come scritto sopra dovrà avvenire d'intesa tra il Ministero della Salute e i presidenti di regione, bisognerà aspettare le prossime ore. Lombardia, Piemonte e Calabria vanno verso l'imposizione di una zona rossa regionale, che potrebbe interessare anche la Valle d'Aosta e la provincia autonoma di Bolzano. Ma il modello elaborato dall'interlocuzione tra ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità prevede che con cadenza almeno settimanale si possano comprendere altri territori. Così come, dopo i 14 giorni, introdurre misure di allentamento che permettano la riapertura di alcune attività o la possibilità di tornare a muoversi sul territorio regionale o comunale. 

 

"Forti perplessità e preoccupazione". La lettera delle regioni 

"Destano forti perplessità e preoccupazione le disposizioni che comprimono ed esautorano il ruolo e i compiti delle Regioni e delle Province autonome", recita una lettera indirizzata al governo da parte del presidente della regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, a capo della Conferenza delle Regioni. I governatori criticano l'intervento del governo anche perché, al di là di una supremazia dello stato centrale, non prevederebbe adeguati ristori per tutte quelle attività che sono saranno costrette a chiudere a causa delle nuove disposizioni. 

Di più su questi argomenti: