
Giggino e la sfinge
Di Maio fa l'equilibrista sulla via della Seta davanti al ministro degli Esteri cinese
Wang Yi viene a tastare la fedeltà traballante del capo della Farnesina. La questione di Hong Kong, il 5G e le doppiezze del leader grillino, atlantista intermittente e vecchio amico di Mister Ping
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Un'altra modifica al golden power? No, grazie
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Il viaggio europeo dei Pompeo: truppe, 5G e il pettegolezzo su Sebastian Kurz
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Le manette a Jimmy Lai sono un messaggio da Pechino: game over
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Il capo della rivolta di Hong Kong al Foglio: “Il M5s e l'Italia non hanno idea di che mostro sia la Cina”
Roma. Non appena la conversazione precipita sull’argomento Hong Kong, l’ex colonia britannica in cui la Cina ha cancellato con violenza ogni traccia di autonomia, ecco che Wang Yi, il ministro degli Esteri cinese, il volto chiuso come una noce, si toglie la giacca, forse per il caldo, ma con l’aria di chi si prepara a una sfida. E insomma questa specie di sfinge orientale, costituzionalmente inespressiva, capace di restare immobile per ore come un cadavere messo a sedere, all’improvviso ha un fremito: fissa l’occhio lontano mentre una ruga verticale si disegna sulla sua fronte (arriverà a dire che le leggi imposte a Hong Kong “servono a garantirne la libertà”).
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- Salvatore Merlo
Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi erasmiana a Nottingham. Un tirocinio in epoca universitaria al Corriere del Mezzogiorno (redazione di Bari), ho collaborato con Radiotre, Panorama e Raiuno. Lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.