(foto LaPresse)

editoriali

L'urgenza delle riforme a costo zero

Redazione

Burocrazia, produttività, Mes. Per sbloccare l’Italia non serve solo debito

Ogni conflitto o crisi globale ha prodotto una fase di cura e una di riforme. La Grande guerra portò in occidente il welfare universale, ma anche il mercato. Diritti e doveri. La Seconda, grazie anche al tanto evocato piano Marshall, applicò al concetto di mercato quello di libertà, la concorrenza. La crisi del 2009 costò ai contribuenti i miliardi dei salvataggi bancari, più che ripagati dalle privatizzazioni modello Obama e dalle riforme del lavoro e della burocrazia modello Merkel. L’Italia, non avendo fatto nulla, due anni dopo è incappata nella crisi del debito, unico tra i paesi del G7. Fu salvata dal governo Monti e dai governi Letta e Renzi con la riforma della previdenza, il Jobs Act e un tentativo di ridimensionare la burocrazia rimasto a metà: chi ha fatto i conti ha scoperto che le 11 manovre economiche del 2012-2016 hanno comportato 735 decreti attuativi affidati alla burocrazia ministeriale, che li ha finalizzati per circa due terzi. Il costo del ritardo è nel gap di produttività del paese, negli investimenti bloccati, nel debito pubblico. La storia si ripeterà se non si mette subito mano alla deburocratizzazione. Sarebbe la classica riforma a costo zero. La Germania imponendo ai suoi funzionari di lavorare con tempi certi ha risparmiato in un decennio cinque punti di debito; la pur criticata deregulation Usa ha ridotto di un terzo la pressione fiscale.

 

Un’altra riforma a costo zero si chiama Europa. Accettare il Mes per le spese sanitarie significa, su 36 miliardi, ridurre l’onere per il Tesoro da 0,7 miliardi l’anno a 0,03. Cioè eliminare per cinque anni l’Irap per i privati che finanzia la Sanità. Questo sgravio dovrebbe essere accompagnato dal taglio dell’Irpef per i redditi medi (28-55 mila euro) che pagano l’aliquota monstre del 38 per cento. In che modo? Va generalizzata la tracciabilità dei pagamenti e la moneta elettronica. Non costa e migliora l’igiene. Un’ultima riforma è il ritorno alla responsabilità individuale in luogo della pubblica coercizione: non esiste un rilancio basato sulle linee guida Inail. La libertà responsabile dei tedeschi sta dando risultati in termini sanitari ed economici. Si indichino le distanze, poche e chiare regole, le si rispettino, e chi sbaglia paga.

Di più su questi argomenti: