(foto LaPresse)

Per Salvini il lockdown "serve a controllarci meglio"

Il segretario leghista in una diretta Instagram dice che "qualcuno fa apposta a tenere gli italiani chiusi in casa". Come se l'emergenza sanitaria non esistesse, e non fossero morte più di 25 mila persone

"Filippo vuole uscire. Siamo in due" dice in tono barzellettiero Matteo Salvini, rispondendo ai suoi follower in una delle tante dirette su Instagram fatte in questi giorni da casa sua, mentre mangia, passeggia per il salotto o semplicemente ci tiene a far vedere che anche nel suo tinello giace una pila di piatti sporchi accatastati uno sopra all'altro. E fin qui, passa. 

 

 

Poi però il senatore della Repubblica prosegue col discorso. "Quando usciamo, ci troviamo e organizziamo qualcosa? Per farci vedere, sentire, per contare. Perché altrimenti ci tengono solo davanti allo schermo". E già qui lo sberleffo lascia spazio a un più esplicito sentimento cospirativo. Che il segretario della Lega sceglie subito di dettagliare e di condividere con i suoi seguaci: "Secondo me qualcuno fa apposta a voler tenere gli italiani chiusi in casa, lontani dalle piazze, lontani dai negozi. Per tenere tutto sotto controllo, perché è più facile controllare donne e uomini, ragazze e ragazzi, cuori menti, teste...". E insomma per Salvini, che è passato dal chiedere che tutto restasse aperto a che tutto chiudesse (e viceversa, e poi ancora da capo) nel giro di qualche diretta social, non ci sono indici di contagiosità, curve esponenziali e modelli predittivi di cui curarsi. Le limitazioni della libertà rispondono a un preciso progetto politico, e le oltre 25 mila vittime di coronavirus sono un dettaglio che si può anche sottacere.

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