Casa Salvini
Le notti bianche di Matteo. Le dirette dalla cucina di casa all’una del mattino. Cornetti, piatti non lavati e mutandoni
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Pigiamone blu, pantaloncini del Milan e s’intuisce anche un vago rumore d’infradito ai piedi. “Scusate la divisa, però è tardi. Non so come siate in giro voi. Io maglietta da baseball e braga corta. A mezzanotte e mezza penso che ciascuno possa stare tranquillo a casa sua”. E insomma da un paio di notti, tra mezzanotte e l’una, il segretario federale della Lega ed ex ministro dell’Interno si collega su Instagram e avvia una diretta: casa Salvini, le notti bianche di Matteo. Un intreccio di vita vissuta in movimento tra soggiorno e tinello, mentre lui si muove e palpita come l’acqua in un secchio, consegnandosi a gesti “spontanei” quali per esempio mondare i ravanelli all’una di notte, tra un commento all’attualità (“non è possibile chiudere in casa le persone per bene mentre spacciatori, ladri e rompipalle fanno più casini di sempre”) e uno sguardo cupido al Buondì Motta, “un saluto agli amici di Pizzo Calabro” e un continuo battibecco, cercato e compiaciuto, con quei follower che lo insultano nei modi più assurdi (spesso un matto pensa cose che dieci sani non prendono in considerazione, perciò uno gli chiede: “Matteo, tu pippi cocaina?”).
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- Salvatore Merlo
Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi erasmiana a Nottingham. Un tirocinio in epoca universitaria al Corriere del Mezzogiorno (redazione di Bari), ho collaborato con Radiotre, Panorama e Raiuno. Lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.