Accoglienza sì, ma con raziocinio

Redazione

A differenza dei porti chiusi di Salvini oggi c’è un’emergenza reale

Martedì scorso i ministri dell’Interno, degli Esteri, della Salute e delle Infrastrutture hanno firmato un provvedimento che, seppure in via temporanea, dichiara l’Italia porto “non sicuro” per le navi che fanno salvataggi in mare. Come è ovvio, il discorso può essere invertito, perché non c’è alcuna certezza che anche tra i migranti portati sulle nostre coste non vi siano contagiati. Di certo il decreto ha delle criticità, non ultima la discriminante dello stato di bandiera, che deve essere straniero, sebbene il virus non faccia distinzione alcuna in base alla nazionalità di chi è contagiato.

 

Così come è preoccupante la decisione di non attivare un piano di intervento ad hoc per mettere in quarantena i naufraghi nei comuni più interessati dagli sbarchi, con il risultato paradossale che ora a Lampedusa si vedono migranti a spasso e residenti chiusi in casa. Ma nonostante le fragilità, è pur vero che chi oggi critica il decreto dovrebbe invece fare un bagno di realismo.

 

L’accoglienza sconsiderata non è la soluzione, in particolare in tempo di pandemia. Lo hanno capito persino le ong. La tedesca Sea Eye, che da giorni cerca una soluzione per i 150 migranti a bordo della sua nave, la Alan Kurdi, viste le difficoltà dell’Italia ha chiesto il trasferimento immediato dei naufraghi in Germania. E poi ci sono gli amministratori locali. “Non avrei mai pensato di dover negare l’ospitalità a chi rischia di morire per cercare di vivere una vita dignitosa eppure, per la prima volta, ho dovuto farlo per tutelare la salute dei miei concittadini”. Queste parole non le ha pronunciate Matteo Salvini – a proposito, l’ex ministro ora posta i video degli sbarchi autonomi a Lampedusa, sbarchi che invece ometteva di ricordare quando era lui al Viminale. Le ha pronunciate invece Roberto Ammatuna, sindaco di Pozzallo, città simbolo dell’accoglienza. “E’ una scelta molto sofferta: da una parte il cuore che spinge per accettarli, dall’altra lo spirito raziocinante della tutela della salute di tutti i miei concittadini”.

 

Insomma, chi oggi si chiede dove sia la differenza con i “porti chiusi” di Salvini dovrebbe solo constatare che, se con il Truce al governo c’era un’emergenza inventata, ora invece ce n’è una vera.