Beppe Grillo (LaPresse)

“Mes? Otterremo una proroga senza strappi”, dice la senatrice amica di Grillo

Valerio Valentini

Cosa c’è nella testa di Beppe (meno in quella di Di Maio): sinistra, dignità, Europa e in Toscana niente Giani. Parla Laura Bottici

Roma. Quello che innanzitutto serve, secondo Laura Bottici, è “il tempo”. Sul Mes, e non solo. “Se vogliamo essere seri – dice la senatrice del M5s e una tra i più vicini, degli eletti, a Beppe Grillo – è opportuno rinviare la firma almeno fino a febbraio, e intanto aprire un tavolo di maggioranza in cui discutere, tecnicamente e politicamente, di questa e di altre riforme dell’Europa”. E però di tempo l’Italia ne ha avuto parecchio: dopo un anno di trattative, proprio alla vigilia della firma chiediamo una proroga? “Sono sicura che il presidente Giuseppe Conte, come ha già fatto a giugno, saprà ottenere un rinvio”. Ma gli altri paesi, cosa diranno? “Capiranno. Il negoziato lo ha fatto un’altra maggioranza di governo: quella nuova, dopo appena due mesi, deve trovare un suo orientamento, una sua visione condivisa sull’Europa che vogliamo”.

  

Vasto programma. “Abbiamo davanti a noi noi 4 anni: di qui al 2023, insieme a Pd, Leu e Iv dobbiamo avviare un dibattito pubblico, per progettare una nuova Europa”. D’accordo: ma la riforma del Mes? Cos’è che non vi piace? “Il problema è il Mes in sé, non funziona”. E quindi ha ragione Di Battista: bisogna votare contro? “Io credo che si debba discutere con più serenità di una progressiva riforma di questi strumenti. Ma opporsi a questa riforma di per sé non basterebbe a cancellare certe storture del fondo salva stati, che comunque resterebbe in vigore. Dobbiamo però riflettere, insieme ai nostri alleati di governo, su una revisione complessiva non solo del Mes, ma anche di altri strumenti che rispondono a una logica di austerity che è antitetica rispetto alla nostra idea di Europa. E cioè un’Europa verde, solidale e accogliente”. Ma fino a tre mesi fa stavate al governo con la Lega. “Francamente, non ho mai ben capito che idea di Europa avesse Salvini. Quanto al Pd, io li sento i miei colleghi parlamentari: e anche loro, da anni, contestano certi vincoli della politica di rigore. L’idea che per rimettere in piedi un paese gli si tagliano le gambe non funziona”. Ma non è che prima dovete fare chiarezza la vostro interno, sull’Europa? Quattro dei vostri, al Parlamento europeo, hanno rifiutato di votare la Commissione. “A Bruxelles il M5s si sta facendo coinvolgere in diatribe politiche, rinunciando a una sua visione. Se Von der Leyen dice di volere creare una nuova Europa, noi a quel tavolo dobbiamo sederci. E’ il solo modo per incidere”.

  

E dunque, su questo, col Pd troverete una convergenza? “Se penso alla bella legge di Bilancio che, con quattro forze politiche diverse abbiamo fatto in due mesi, direi di sì. Sento i colleghi del Pd porre, tra le loro priorità, l’ambiente, il dissesto idrogeologico: parlano come noi nel 2013. Abbiamo fatto del ‘green new deal’ l’architrave della manovra: chi l’avrebbe mai detto?”. Sta qui, insomma, l’idea di Grillo di “ridare una narrazione al Pd”? “Al Pd e a tutta la politica italiana: ma prima dobbiamo ritrovare il nostro slancio”.

 

E anche qui, evidentemente, ci vorrà tempo. “Certo. Gli Stati Generali del M5s serviranno a questo: dobbiamo ricominciare a raccontare il nostro sogno, dopo che troppo a lungo, presi dalle beghe quotidiane, non siamo riusciti a chiudere gli occhi per sognarlo. E questo governo può essere la dimensione giusta per farlo”. E’ a questo che allude, Grillo, quando parla di “progetti alti con la sinistra”? “Serve riscoprire i temi da cui siamo partiti. Io, figlia di un metalmeccanico di Carrara che al M5s è arrivata dopo essere stata delusa dalla politica, si deve ripartire da ecologia e dignità. Ma, appunto, ci serve tempo”.

 

Anche per un eventuale accordo sulle regionali? “Sì, la scadenza di gennaio, per Emilia e Calabria, è troppo ravvicinata”. E nella sua Toscana, dove si vota a maggio: possibile un’intesa col Pd? “Partiamo dai temi. Sento che ora il candidato della sinistra è Eugenio Giani, che però non è condiviso da tutte le forze di quella coalizione. Allora, prima di parlare di nomi, il M5s in Toscana deve aprire un confronto serio e costruttivo sul programma. Dopodiché, valuteremo se possiamo sederci al tavolo insieme con altri”.

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