Foto LaPresse

I fantasmi della Diciotti

Sui migranti di Open Arms Salvini teme guai giudiziari. E fa bene

“Non mi stupirebbe la richiesta di un processo. A quel punto, conto su di voi…”. Matteo Salvini sa che sul caso Open Arms c’è da aspettarsi solo guai e così domenica scorsa dalla Versiliana ha fatto appello – neanche a dirlo – alla piazza, nel caso in cui i magistrati dovessero farsi vivi dalle parti del Viminale. La prospettiva di un processo, per il Capitano, è tutt’altro che remota perché non esistono atti formali che legittimino il divieto allo sbarco dei 107 migranti che da 19 giorni sono a bordo della nave ong. Non regge più nemmeno la storia del ricorso al Consiglio di stato contro la decisione del Tar – che la scorsa settimana ha sospeso l’applicazione del decreto sicurezza bis – perché il Viminale non può presentare appello contro un provvedimento d’urgenza. E’ stata, insomma, solo un’altra balla del ministro dell’Interno, che ora rischia di restare isolato in Parlamento nel caso in cui tutto dovesse concludersi in un nuovo caso Diciotti, dati i vuoti misteriosi nella catena di comando – che va dal ministero alla prefettura – nell’impedire lo sbarco dei migranti. C’è poi un altro dettaglio: mentre il Capitano si sbracciava contro l’ong, in 48 ore sotto il suo naso sono sbarcate a Lampedusa altre 110 persone, in autonomia. Per loro, i porti sono aperti. Intanto, Open Arms attende di capire se davvero, nonostante sia a 800 metri da Lampedusa, dovrà riprendere il mare, direzione Minorca, dove con un ritardo di 17 giorni la Spagna ha offerto un porto. Certo, il premier Pedro Sánchez ha il suo da fare con i migranti: la rotta occidentale del Mediterraneo è ben più intasata di quella centrale (per intenderci: 13.454 arrivi in Spagna contro 3.867 in Italia, dati Unhcr riferiti al 2019). Eppure, Madrid a sua volta ha usato la mano pesante contro le ong, promettendo multe salate a quelle che compiono salvataggi in mare. L’offerta di un porto sicuro nelle Baleari – con 3 giorni di navigazione, un equipaggio stremato e lo stato psichico dei migranti al limite – sembra un insulto a ogni forma di “umanità” (Trenta docet) e di logica, visto che il viaggio dovrebbe essere garantito dai nuovi “taxi del mare”: le motovedette della Guardia costiera italiana. Parola del ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli.

Di più su questi argomenti: