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Dopo Salvini il diluvio

Salvatore Merlo

“Non abbiamo classe dirigente”, dice Borghezio. E Gianni Fava: “Se si eclissa lui è finita anche la Lega”

Roma. “Guardi, si fidi, per adesso nessuno dei quadri dirigenti leghisti spera che Salvini si indebolisca, perché lo sanno tutti, a cominciare da Luca Zaia, che a Salvini non c’è alternativa. Non c’è un dopo Salvini nella Lega. Anzi, la Lega rischia di morire se Salvini si eclissa”. E a parlare non è un pretoriano di Matteo Salvini, ma il suo unico avversario riconosciuto, Gianni Fava, l’ex assessore lombardo che lo sfidò alla segreteria nel 2017. “Lui non si aspettava che M5s e Pd potessero mettersi insieme. Ma il suo errore vero è un altro. Il problema di Salvini è che è solo. Ha ucciso il dibattito interno, ha annientato la minoranza, si è circondato di gente che gli dice soltanto quanto è bravo, ad esclusione di Giancarlo Giorgetti, che però evidentemente non viene ascoltato. E’ la solitudine che lo ha portato all’errore di aprire questa incomprensibile crisi di ferragosto”. E adesso rischia? “Vedremo. Lui era l’uomo infallibile. Quello che ha portato la Lega dal 4 al 34 per cento. Roberto Maroni favorì la sua ascesa, prima che Salvini lo accoltellasse, perché aveva capito che aveva forza mediatica. Ma tutto questo ha un risvolto negativo”. E quale? “Finché le cose vanno bene, tutti stanno fermi e buoni. Ma quando l’aria cambia…”. Ed è cambiata? “Può darsi. Sembrerebbe. Ma sono cose molto lente”.

 

S’incrina dunque il mito dell’uomo infallibile, ma non bisogna trarre affrettate conclusioni. Dice infatti Mario Borghezio, vecchio leghista che Salvini non ha ricandidato al Parlamento europeo: “Oggi tutti dicono che lui ha sbagliato. Può darsi che abbia sbagliato. Ma chi poteva immaginare che questi qua, il Pd e i grillini, finissero lingua in bocca?”. C’era chi lo temeva, per la verità. “La cosa che stupisce è questa: cioè che nel momento in cui la situazione si rivelava sempre più complessa, nessuno tranne Giorgetti si sia assunto l’onere di avvertirlo”. Quindi è vero che il problema di Salvini è l’isolamento? “Diciamo che non ho una opinione galvanizzante del suo entourage. La Lega è molto indietro nel costruire classe dirigente. C’è ancora molto da fare. Gli uomini intorno a Salvini non sono dei deficienti, ma mancano di esperienza. Sono ragazzi. Penso che noi dovremmo aprirci a quello che di buono c’è nella società, che è molto. Per avere suggerimenti e idee. Dobbiamo creare da zero una classe dirigente non solo per la Lega, ma per il paese. Accadrà. Dovrà accadere. Magari tra un po’. Dopo che Salvini avrà vinto, anzi stravinto”. Al momento sembra in difficoltà, a dire il vero. La legislatura potrebbe anche durare. Tre anni di opposizione danneggerebbero assai Salvini. “Sì, se fossero davvero tre anni e avessimo a che fare con avversari capaci. Ma questi qua non sono in grado di prendere in mano la situazione. Non faranno niente di buono. Anzi. Perpetueranno la pessima immagine che la politica ha nel paese. Quindi poco ci manca che questo governo sia un regalo per Salvini. Quindi vedrete che alla fine Salvini vincerà. E a quel punto vedremo se saprà superare il suo limite, se farà crescere una classe dirigente, se si occuperà del partito e dell’immissione nella Lega delle forze sane che esistono nel paese”.

 

Ma intanto è solo. E il partito dell’uomo solo al comando corre sempre lo stesso rischio: si eclissa l’uomo, e tramonta anche il partito. “Ecco il problema”, conclude Gianni Fava. “Oggi il partito è destrutturato, non esiste. Tutte le regioni sono commissariate. Certo, li faceva anche Bossi i commissariamenti. Ma erano l’effetto di vicende interne deflagranti. Oggi si commissaria perché così possano comandare gli Ulema salviniani. Guardi, la Lega è sopravvissuta alla capitolazione di Bossi soltanto perché aveva militanza e radicamento. Non è più così. Se oggi Salvini andasse in disgrazia, la Lega non sopravviverebbe. E’ più probabile una scissione settentrionalista, la nascita di una cosa nuova che l’individuazione di un nuovo segretario”. E chi la guiderebbe la scissione, Zaia? “Zaia terrà in piedi Salvini fino all’ultimo. Se lo tengono ben stretto”. Finché funziona. “Finché ce n’è. Perché non esiste un dopo Salvini. E lo sappiamo tutti”.

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  • Salvatore Merlo
  • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi erasmiana a Nottingham. Un tirocinio in epoca universitaria al Corriere del Mezzogiorno (redazione di Bari), ho collaborato con Radiotre, Panorama e Raiuno. Lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.