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Il Grillusconi

David Allegranti

Ohibò, Forza Italia e Cinque stelle votano insieme alcuni provvedimenti: dove sono ora i teorici dello scandalo?

Roma. Ma non saranno troppo forzisti questi grillini o, viceversa, troppo grillini questi forzisti che si trovano a votare insieme in momenti topici della vita del governo felpastellato? L’altro giorno, per dire, erano nello stesso schieramento a dare il via libera definitivo alla legittima difesa al Senato. Il provvedimento faceva parte del programma di centrodestra (“Introduzione del principio che la difesa è sempre legittima”), sicché Forza Italia ha convenuto che non fosse disdicevole votare insieme ai grillini pur di far passare in Parlamento un pezzo delle idee della coalizione. Allo stesso tempo, però, i Cinque stelle signora mia sono stati costretti a votare la stessa legge con quei puzzoni che stanno con Berlusconi, uno scandalo immorale per chi è così puro da non volere non solo alleanze ma neanche un dialogo con gli altri.

   

Gli altri – tutti gli altri – per definizione sono corrotti e corruttori, nella mentalità del grillino che vede il potere del Bilderberg in ogni emanazione che non sia quella della Casaleggio. La politica però è arte del compromesso, come dimostrano i voti condivisi di Cinque stelle e Forza Italia. E’ dunque evidente che la politica parlamentare ha il suo canone che non collima affatto con i desiderata della Casaleggio, magari un giorno la sostituiranno nella becera democrazia diretta ma per intanto devono accettare, i Cinque stelle, di votare le stesse cose che vota Berlusconi. Il voto sulla legittima difesa non è neanche il primo, in questi mesi: l’esordio fu con il botto quando forzisti e grillini si scambiarono le figurine votandosi a vicenda, con non poche defezioni, i presidenti di Camera e Senato. Fu così che a Montecitorio arrivò Roberto Fico, con i voti anche di Forza Italia, e a Palazzo Madama giunse Elisabetta Casellati, grazie anche ai voti di Luigi Di Maio. Idem sull’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini sul caso Diciotti: tra quei 237 voti che hanno salvato al Senato Salvini dal processo ce ne sono anche 59 di Berlusconi e 97 del M5s. E perché, sul decreto sicurezza che è successo? Che Forza Italia e Cinque stelle hanno votato insieme a favore.

   

Insomma: con questa storia dei contratti da rispettare o onorare, viene fuori che ognuno ha la sua missione da portare avanti e i suoi programmi da far rispettare (la coalizione di centrodestra, le sacre tesi della Casaleggio Associati) e che a un certo punto esistono aree di intersezione e sovrapposizione fra acerrimi nemici, ma a nessuno dei moralizzatori e dei puristi viene in mente di gridare allo scandalo del Grillusconi quando ci sono di mezzo Cinque stelle e Forza Italia. Non ci sono editoriali scandalizzati del Fatto, mostrificazioni in video di Paola Taverna che bercia contro l’accordicchio o l’inciucio o tweet sferzanti di Carlo Sibilia per gridare “vergogna!” a chi condivide i beni in Parlamento. Si passa oltre, fischiettando. E invece tra le varie botte di autocoscienza arrivate per i Cinque stelle in questi mesi, ce n’è una particolarmente dolorosa: anche i grillini votano con Berlusconi coltivando il desiderio di essere come tutti.

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  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.