La demolizione del Ponte Morandi di Genova (foto LaPresse)

Il principio della Propaganda

Redazione

Conte mostra un pezzo del nuovo Morandi e a Genova la demolizione rallenta

Il principio della Propaganda del governo Conte dice che a ogni iniziativa promozionale corrisponde una spinta uguale e contraria dalla realtà. Ieri il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, hanno inaugurato a Valeggio sul Mincio, in Veneto, i capannoni di Fincantieri Infrastructure dove si costruirà, in parte, il nuovo ponte Morandi dopo il crollo dell’agosto scorso in cui morirono 43 persone. E’ stata una parata di autorità pubbliche con l’obiettivo di esibire la prima (molto simbolica) lamiera del nuovo ponte davanti alle telecamere e così dimostrare che i lavori procedono rapidamente. L’ad di Fincantieri, appena riconfermato, Giuseppe Bono, ha detto di potere consegnare il ponte anche “con 10-15 giorni di anticipo”, eccesso di zelo. Conte gli ha risposto “mi accontenterei di consegnare l’opera nei tempi previsti”. E non è detto che andrà così: il principio della Propaganda è implacabile.

 

Mentre nello stabilimento veneto Conte, a proposito di certezza nella costruzione delle infrastrutture e dei relativi investimenti, diceva che il suo governo anti Tav “farà la sua parte per accrescere la fiducia, un sentimento rimasto offuscato negli ultimi anni”, a Genova si capiva che la ricostruzione del ponte richiederà più tempo di quanto promesso. C’è infatti amianto nelle strutture da abbattere e quindi la demolizione andrà a rilento. L’Agenzia regionale per l’ambiente ligure (Arpal) ha effettuato dei rilievi a microscopio ottico e a scansione elettronica trovando in uno dei piloni rimasti in piedi (il numero otto) tracce di pietre amiantifere nel 25 per cento dei 24 campioni di calcestruzzo analizzati. La demolizione del pilone era prevista il 9 marzo, ma è stata rinviata. La commissione esplosivi della prefettura si riunirà mercoledì per decidere se con la demolizione via micro-cariche c’è rischio per la salute della popolazione. Sono possibili sistemi di contenimento delle polveri (getti d’acqua sulla struttura) ma il pericolo non è azzerato. Senza demolizione con esplosivi – il modo più rapido – è difficile che il ponte sarà completato entro il 2019 come da programma. La lamiera di Conte rischia di restare nel capannone ancora per un po’.

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