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Il governo apre all'ingresso della Turchia in Europa

Convergenze illiberali. Per Savona, lo stato guidato da Erdogan è un paese candidato ad entrare nell'Ue "e resta un partner fondamentale"

C’è qualcosa di dadaista nella politica estera di questo governo. Non si capisce chi siano i suoi interlocutori, quali sarebbero gli alleati dell’Italia; una volta si vola negli Stati Uniti, un’altra in Russia e nel frattempo si promette la firma di accordi con la Cina. Strette di mano e pacche sulle spalle a tutti. Aperture di credito a chiunque, anche a chi ha da tempo esaurito le linee di credibilità. Prendiamo la Turchia di Erdogan, non proprio il simbolo di un paese democratico che rispetta i diritti umani e culturalmente in linea con i valori europei. Ecco, il governo sovranista propone quello che nessuno osa più dire e nemmeno immaginare: l’ingresso della Turchia nell’Unione europea. E’ quello che c’è scritto, a più riprese, nella relazione programmatica dal titolo “La partecipazione dell’Italia all’Unione europea” depositata in Parlamento dal ministro delle Politiche europee – e nominato presidente di Consob – nonché idolo dei sovranisti e leghisti, Paolo Savona. “Il processo di allargamento continua infatti a dare un ancoraggio fondamentale all’azione della Ue nella regione, e ne vanno utilizzate tutte le potenzialità. Questo vale anche per la Turchia, pur considerando tutte le difficoltà del momento. Ankara resta infatti un interlocutore fondamentale per l’Ue”, scrive il governo. “La Turchia è un paese candidato e resta un partner fondamentale dell’Ue. La politica di allargamento continua a rappresentare un investimento strategico per la pace, la democrazia, la prosperità, la sicurezza e la stabilità in Europa”, prosegue il documento. Il ministero per gli Affari europei, che in Europa non ha praticamente mai messo piede, e quindi è completamente estraneo alla discussione sulle riforme possibili dell’Unione, si è distinto per proporre cose impossibili e fuori dal mondo: prima l’idea di stravolgere lo statuto della Bce per farle monetizzare i debiti e ora quella di far entrare la Turchia nell’Ue. L’Italia continua a perdere credibilità in Europa, ma in cambio riceve i ringraziamenti del dittatore venezuelano Maduro. E forse ora anche quelli del rais turco Erdogan.

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