Il Casaleggio Associati e presidente dell'Associazione Rousseau, Davide Casaleggio (Foto LaPresse)

La trasparenza sì, ma solo per gli altri. I misteri finanziari di Rousseau

Valerio Valentini

Quando manca qualcosa in cassa, pagano i parlamentari del M5s. Ciò che avanza, se lo prende Casaleggio

Roma. E dunque, ora è certo, anche per Italia 5 stelle vale la solita regola: se avanza qualcosa, incassa Casaleggio. D’altronde, dallo staff di Luigi Di Maio, qualche giorno fa, avevano ammesso tutto con straordinario candore: “Tutti i nostri comitati prevedono che, nel caso in cui avanzino dei soldi, questi vadano a Rousseau”. È così per il “Comitato per le rendicontazioni” creato lo scorso 7 agosto da Di Maio, che ne è presidente, e dai due capigruppo Francesco D’Uva e Stefano Patuanelli, con lo scopo di raccogliere e gestire le restituzioni che deputati e senatori del M5s sono chiamati a fare ogni mese, rinunciando ad almeno duemila euro. Ed è così, anche per il comitato elettorale del M5s, costituito a Roma il 18 novembre del 2017 con l’obiettivo di finanziare la campagna elettorale per le politiche del 4 marzo.

 

A presiederlo era Pietro Dettori, guarda caso ex Casaleggio Associati e ora socio di Rousseau e responsabile della comunicazione di Di Maio a Palazzo Chigi; e insieme a lui c’erano Vincenzo Spadafora, attuale sottosegretario alle Pari opportunità, e Dario De Falco, capo della segreteria particolare del vicepremier grillino. Ed è così, ora è chiaro, anche per il “Comitato Italia 5 stelle”, quello creato al fine di organizzare la kermesse grillina di metà ottobre al Circo Massimo. La clausola è sempre la stessa, e stavolta la si legge all’articolo 16 dello statuto fondativo: “Se allo scioglimento del comitato dovessero restare fondi a disposizione, questi verranno devoluti all’Associazione Rousseau”, cioè, appunto, a Casaleggio, che su questa associazione privata esercita un controllo assoluto e incontrastato. A confermarlo al Foglio sono Sergio Battelli, che di quel comitato è il presidente, e Francesco Silvestri, che ne è il tesoriere.

 

Ma di che cifra parliamo? Questo non è dato saperlo. Nonostante l’evento, svoltosi a Roma il 20 e 21 ottobre scorso, si sia concluso da tre mesi e mezzo, un bilancio ancora non c’è. “Ci siamo quasi, stiamo controllando gli ultimi dati – ci aveva assicurato Silvestri a fine dicembre, pochi giorni prima che le vacanze natalizie arrivassero a interrompere i lavori parlamentari. “Poi pubblicheremo tutto”. Tutto? “Tutto”, rispondeva categorico. Anche i resoconti puntuali sulle singole voci di spesa, per capire nel dettaglio come sono stati utilizzati i soldi donati da attivisti e parlamentari? “Certo, come tutti gli anni”. Veramente, negli anni scorsi questo resoconto dettagliato non c’è stato affatto. “Ah no?”. No. “Be’, quest’anno invece ci sarà. Mi avete dato proprio una buona idea. Pubblicheremo tutto, stavolta, nella massima trasparenza”, ci aveva assicurato. Indicandoci anche una scadenza precisa: “Entro gennaio vi forniremo tutti i resoconti, e stavolta col dettaglio puntuale di ogni singola voce di spesa”.

 

E noi ci siamo fidati, ovviamente, attendendo che gennaio passasse, controllando ogni giorno sul Sacro Blog, ogni giorno con la stessa, incrollabile certezza che il bilancio sarebbe comparso. E però niente, non è comparso. Una settimana fa, abbiamo cercato di nuovo Silvestri. Non ci ha risposto. E allora martedì scorso, nei corridoi della Camera, ci è toccato interrogarlo di nuovo. “Sì, lo so, siamo in ritardo. Ma stiamo per uscire con tutti i dati”. Gli abbiamo creduto, di nuovo.

 

Al momento, non c’è alcuna novità. Anzi, un fatto nuovo è successo. Ai parlamentari è stata inviata una mail, proprio dal “Comitato Italia 5 stelle”, in cui si pretendeva da tutti un versamento di almeno duemila euro sul conto corrente intestato allo stesso comitato. E già questo è singolare, perché in realtà il contributo richiesto ai parlamentari per l’organizzazione della kermesse al Circo Massimo era sempre stato “volontario”. Così ci aveva sempre garantito lo stesso Battelli, dal cui staff già a dicembre era partito un sollecito telefonico indirizzato ai parlamentari meno generosi: “Salve, ci risulta che hai versato solo mille euro. Alcuni tuoi colleghi hanno donato il doppio. Sarebbe il caso che anche tu ti adeguassi”.

 

Ma non era “volontario?”, gli avevamo allora chiesto noi. “Sì, certo, si tratta di un semplice alert”, ci aveva garantito. Poi, però, la nuova mail, ancora più perentoria: “Ti ricordo che il contributo richiesto [...] era pari a duemila euro”, si legge nel messaggio. “Considerato il tempo trascorso e la necessità di chiudere tutte le pendenze, ti chiedo di regolarizzare la tua posizione entro cinque giorni dal ricevimento della presente”. “Eh vabbè, anche se era volontario, per noi era scontato che tutti i parlamentari contribuissero in modo significativo”, si è di nuovo giustificato Battelli martedì, quando lo abbiamo interrogato. Volontario, ma anche obbligatorio, insomma. Ciò che manca lo mettono i parlamentari e se, qualcosa avanza, l’incassa Casaleggio. 

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