Laura Castelli (foto LaPresse)

Castelli usa i trucchi della vecchia politica per tenersi la diaria

Valerio Valentini

La sottosegretaria M5s va in Aula ma non vota: perciò risulta “in missione” e incassa. Così fan tutti, pure i grillini

Roma. La stranezza, lì per lì, nessuno l’ha notata. Laura Castelli era assente, eppure c’era. Ubiqua, si direbbe, la signora sottosegretario all’Economia del M5s: ma più che per zelo, per affezione alla diaria. Montecitorio, martedì scorso, da poco passate le 16 e 30: “Comunico che i deputati Castelli, Giaccone, Guerini e Lupi sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana”, annuncia la presidente di turno Mara Carfagna.

 

Insomma nel pomeriggio la deputata Castelli non ci sarà. E invece passa poco più di un’ora, ed eccola là, la contabile grillina. Eccola tra i banchi dell’esecutivo ad annunciare il parere del governo sull’assestamento del bilancio in votazione. E poi di nuovo, quando sono le 18, è lei a prendere la parola sul “dopo di noi”. Dettaglio: sta sempre ben attenta a non votare.

 

Alt: ma non era in missione? Il regolamento della Camera è chiaro: per garantirsi la diaria di 3.503 euro al mese, bisogna essere sempre presenti in Aula. Per ogni giorno d’assenza, 206 euro di taglio. A meno che non ci si faccia “mettere in missione” per motivi istituzionali. Solo che poi, talvolta, capita comunque di dovere, o di volere, partecipare alla seduta. E’ il caso della Castelli. Poco male: se si vota in Aula, si decade dalla missione ma si risulta automaticamente presenti. Diaria salva, nessuna decurtazione. Ammesso, però, che si partecipi almeno al 30 per cento delle votazioni di giornata: altrimenti si risulta comunque assenti e si perdono i 206 euro.

 

Allora ecco la trovata: farsi mettere in missione, poi fare comunque una capatina in Aula, ma non votare per niente, così da figurare, appunto, assente ma in missione. E così, infatti, fa la Castelli: evita di prendere parte anche a quelle poche votazioni che ci sono mentre lei è in Aula. Esprime il parere del governo, dibatte, ma poi non schiaccia alcun pulsante. Così la diaria rimane integra. Vecchi trucchi. Di quelli additati come scandalosi. “I furbetti della missione”, dicevano. “I parassiti della diaria”, precisavano. Ma erano i tempi lontani del M5s all’opposizione.

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