La scarsa concretezza del governo sugli assenteisti

Paolo Emilio Russo e Gianluca De Filio

Il disegno di legge sulla concretezza messo a punto da Giulia Bongiorno è in discussione al Senato. “Subito i controlli biometrici anti furbetti del cartellino” diceva il ministro. Ma non è così 

Per fortuna che si chiama ddl Concretezza. Perché il disegno di legge per la “Concretezza delle azioni delle pubbliche amministrazioni e la prevenzione dell’assenteismo” (Atto Senato 920), presentato dal ministro della Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno, probabilmente diventerà legge nelle prossime settimane, ma si concretizzerà chissà quando. E non è detto che sia un male. 

 

 

 

Tra gli obiettivi del provvedimento la lotta ai cosiddetti “furbetti del cartellino”. L’articolo 2 del disegno di legge è dedicato alle misure per il contrasto all’assenteismo. Il comma 1 è categorico nello specificare che le Pubbliche amministrazioni “introducono sistemi di verifica biometrica dell’identità e di videosorveglianza in sostituzione dei diversi sistemi di rilevazione automatica attualmente in uso”, i vecchi badge per capirci.

 

“Subito i controlli biometrici contro i dipendenti assenteisti”, annunciava in un'intervista a Repubblica la ministra alla vigilia dell’approvazione del testo in Consiglio dei ministri, il 24 ottobre scorso. E aggiungeva: “Voglio evitare che ci siano Comuni in cui la gente non va a lavorare: domani in Consiglio dei Ministri passerà, in via definitiva, il mio provvedimento che prevede che ci siano controlli biometrici nella Pubblica Amministrazione. I controlli saranno fatti con l’identificazione facciale, con l'impronta digitale o con l'iride”.

 

Proseguendo nella lettura del disegno di legge, però, si scopre che  l’adozione delle nuove misure di controllo non saranno immediatamente vigenti: è tutto rinviato ad un regolamento attuativo, del quale, però, la legge non specifica neppure il termine di adozione. Servirà molto tempo a giudicare dall’iter che il regolamento dovrà seguire prima di vedere la luce. Il prossimo testo, infatti, dovrà essere adottato con Decreto del Presidente del Consiglio su proposta del ministro per la Pubblica Amministrazione, previa “intesa” con la Conferenza Stato-Regioni: ciò significa che senza l’accordo delle Regioni il decreto non può essere adottato. C’è dell’altro. Dal momento che i dati biometrici dei lavoratori sono decisamente sensibili, quel regolamento dovrà essere scritto “previo parere” del Garante per la privacy.

 

 

Non è tutto. Il disegno di legge approvato al Consiglio dei ministri prevede al comma 4 dell’articolo 2 che al personale docente sia dedicato un altro testo specifico. Gli insegnanti sono infatti dipendenti pubblici ma non soggetti all’obbligo di timbrare il cartellino. Toccherà al ministro dell’Istruzione, sempre previo parere del Garante, decidere come controllare che rispettino gli orari e poi scrivere un apposito decreto attuativo. Anche in questo caso non è indicato un termine temporale massimo.