Silvio Berlusconi con il neoeletto governatore del Molise, Donato Toma (foto LaPresse)

Il Molise ridimensiona i sogni di gloria di Di Maio

David Allegranti

Svanisce l'obiettivo grillino di conquistare la guida di una Regione. Vince il centrodestra con Forza Italia primo partito. E Salvini rilancia: “Basta veti e diktat, subito governo con il M5s” 

Roma. Il Molise - il nostro agognato swing state - ha finalmente cantato: vince il centrodestra e Donato Toma è il nuovo governatore. Dunque è fallito il sogno di Luigi Di Maio di avere la prima regione a Cinque stelle e di poter scatenare anche qualche (improbabile) effetto sulla nascita del nuovo governo. I presunti vincitori delle elezioni del 4 marzo - Lega e Cinque stelle - stanno dando molta importanza a questa tornata regionale e amministrativa, certi che i risultati potrebbero convincere le altre forze politica (ma soprattutto Sergio Mattarella) a prendere atto della situazione. 

 

 

Ieri è toccato al Molise, domenica prossima toccherà al Friuli. L’esito molisano però non dà grandi soddisfazioni a Matteo Salvini e Di Maio, anzi. Il M5s alle Politiche aveva preso il 44,8 per cento dei voti, adesso si è fermato attorno al 31,3 per cento, mentre Forza Italia resta, per poco, il primo partito della coalizione, con il 9,4 (anche se alle Politiche aveva preso il 16,1). La Lega è ferma all’8,3. Insomma se proprio un messaggio deve arrivare dal Molise è che il centrodestra unito è competitivo e che i consensi del M5s si possono dissolvere rapidamente. Per il Pd, ancora una volta, solo brutte notizie: il candidato del centrosinistra è stato stracciato

 

“La bellissima vittoria in Molise rappresenta l’ennesima dimostrazione dell’ottimo stato di salute della coalizione di centrodestra. Altro che artifizio elettorale, caro Di Maio, la nostra area politica è forte, competitiva, credibile, e ancora una volta è stata premiata dai cittadini nelle urne”, dice Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera. Insomma, “il centrodestra unito si conferma prima forza politica del Paese, l'unica attraverso la quale potrà nascere il futuro governo, siamo pronti ad andare a Palazzo Chigi. Altre impervie strade tradirebbero il mandato degli elettori. Il voto di ieri è un nuovo fondamentale tassello per risolvere il puzzle dell’esecutivo, e i cittadini molisani hanno confermato quanto emerso dopo il 4 marzo”. Gli elettori molisani, aggiunge Deborah Bergamini, responsabile comunicazione di Forza Italia, “hanno premiato innanzitutto la competenza e il valore delle proposte del Presidente Toma e del centrodestra, ma anche l'impegno che il Presidente Berlusconi ha voluto mettere in campo in questo finale di campagna elettorale. A 50 giorni dal voto del 4 marzo il risultato molisano, l'Ohio di Italia, ci consegna un messaggio chiaro: chi resta unito, chi rispetta il mandato popolare, vince. Chi tenta di dividere le coalizioni viene penalizzato”.

 

Un'analisi che sembra convincere anche Matteo Salvini che, nonostante le indiscrezioni che lo vorrebbero pronto a mollare Forza Italia per far nascere un governo Lega-M5s, ribadisce di non voler smembrare il centrodestra: “I dati delle elezioni regionali in Molise confermano che gli italiani hanno le idee chiare: sinistra e Pd cancellati dalla faccia della terra. Visto che il mio impegno è dare all'Italia un governo che finalmente risponde al voto degli italiani, penso che il Partito democratico per dignità non possa far parte di nessun governo per i prossimi 5 anni. E quindi consiglio caldamente ai secondi arrivati di smetterla di imporre diktat, veti o di dire 'io, io, io', di metterci intorno ad un tavolo. Centrodestra e Cinquestelle comincino a governare già da questa settimana, senza perdere altro tempo”.

“Ovviamente - aggiunge il leader della Lega - con l''impegno che a guidare il Paese, a guidare il governo siano i primi arrivati, perché la Lega non è a fare da subalterna a nessuno. Però a differenza di altri non dico 'Salvini o morte, Salvini o niente, Salvini o il diluvio', non ho questa arroganza.

  • David Allegranti
  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.