Luigi Di Maio ( LaPresse/Spada)

Come funzionano i tour di Di Maio teleguidati da Casaleggio

Luciano Capone e Valerio Valentini

Spot contestato e visita con polemiche. “Luigi mi ha detto che gli incontri non dipendono da lui”, ci dice una deputata del M5s

Roma. Ora che nel vocabolario grillino il “vaffa” ha lasciato il posto alla “smart nation”, per Luigi Di Maio la tappa di questo pomeriggio era obbligata. Il suo tour elettorale in terra veneta non poteva non prevedere una sosta a Roncade, in provincia di Treviso, nella sede di H-Farm, incubatore di startup che aiuta i giovani imprenditori a lanciare iniziative innovative. Tanto più che a fondarla, nel gennaio del 2005, è stato Riccardo Donadon, trevigiano classe ’67, che da anni conosce i Casaleggio. Con Gianroberto c’erano stati incontri; con Davide c’è conoscenza e stima reciproca. I Casaleggio hanno legami forti nell’area industriale del trevigiano, che poi è la stessa da cui proviene Massimo Colomban, l’imprenditore inviato dalla sede centrale del M5s di Milano alla succursale di Roma come assessore alle Partecipate della giunta Raggi. 

  

Alla vigilia delle politiche del 2013, Gianroberto Casaleggio e Beppe Grillo avevano incontrato a porte chiuse gli imprenditori della zona. In scia con quel tentativo di istituzionalizzazione del movimento, oggi Di Maio incontrerà Donadon proprio nell’area, a cavallo tra i comuni di Roncade e Quarto d’Altino, in cui quest’ultimo intende realizzare H-Campus: una sorta di college sul modello americano – un progetto da 26 mila metri quadrati e 100 milioni di euro, finanziato anche dalla Cassa depositi e prestiti – che dovrà ospitare circa 3 mila studenti. La cosa paradossale è che Di Maio andrà a incensare un investimento importante, in una zona sostanzialmente rurale, che però ha incontrato la netta opposizione del M5s. A fine novembre Arianna Spessotto, deputata veneta di M5s, ha presentato alla procura di Venezia un esposto contro H-Farm, in cui segnala la non idoneità del progetto della sede e del futuro campus. La Spessotto aveva prodotto numerose interrogazioni alla Camera, quella vicepresieduta da Di Maio, aveva anche incontrato Donadon, ricevendone, dice lei, “la promessa di una risposta da parte dei tecnici dell’azienda, che però hanno sempre eluso le sue contestazioni”. L’esposto in procura, dunque, arriva dopo una lunga battaglia sul territorio contro le “numerose criticità idrauliche” connesse al progetto di Donadon.

  

E dunque tutto la Spessotto poteva immaginare, persino che un qualche politicante si recasse in visita a H-Farm per fare passerella elettorale, ma non che a farlo potesse essere proprio Di Maio. “Qualche giorno fa, quando ho letto il programma delle visite previste nel tour elettorale di Luigi Di Maio in Veneto, sono rimasta molto colpita dalla presenza dell’incontro in H-Farm”, dice al Foglio. E aggiunge: “Ho riportato la mia perplessità a Luigi, mi ha risposto che non dipende da lui, che gli incontri glieli fissa lo staff da Milano, che lui spesso non sa neppure dove deve andare di lì a qualche giorno. E insomma, mi ha detto di far presente la cosa al suo staff, da cui però non ho ricevuto alcuna risposta”. La visita, dunque, ci sarà. E la cosa fa arrabbiare, e non poco, i portavoce grillini della zona, compresi i consiglieri comunali di Roncade e Quarto d’Altino, che nella chat interna riversano tutta la loro inquietudine. Si sentono scavalcati, si lamentano con i parlamentari del fatto che il territorio non è stato consultato.

   

Questa visita di cui nessuno sapeva niente rappresenta una nuova, per certi versi surreale, puntata del tour elettorale di Di Maio organizzato dall’agenzia di Milano. L’episodio precedente è andato in onda la scorsa settimana su La7, negli studi di “Dimartedì”: un po’ come in un Truman Show, durante l’intervista di Giovanni Floris, mentre parla di questioni politiche Di Maio lancia quella che sembra un’interruzione pubblicitaria: “Dobbiamo sganciare la politica dalle banche. Oggi la terza banca al mondo online si chiama Widiba, ed è italiana, ha solo 400 dipendenti, non ha più filiali, ti metti un visore e vai nella filiale”. Ma cos’è Widiba e perché Di Maio la promuove? Widiba non è la banca di Dibba, come il nome potrebbe suggerire, ma la banca online del Monte dei Paschi di Siena. E la circostanza interessante, come ha evidenziato Michele Anzaldi del Pd, è che a gennaio Davide Casaleggio aveva incontrato per una colazione di lavoro l’amministratore delegato di Widiba Andrea Cardamone. La notizia dell’incontro riservato fu diffusa dal Giornale e poi confermata da Beppe Grillo in un post sul sacro blog che, paradossalmente, parlava di “una giuria popolare per le balle dei media”.

   

Verrebbe da chiedere al candidato premier del M5s, Luigi Di Maio, qualche chiarimento sui rapporti tra la Casaleggio e le varie aziende che lui sponsorizza o incontra, e più in generale su chi nel movimento stabilisca la linea politica. Ma la sensazione è che la risposta sia nella spiegazione che la deputata Spessotto ha fornito al Foglio: “Di Maio mi ha detto che non dipende da lui, gli incontri glieli fissa lo staff da Milano”.