Matteo Renzi (foto LaPresse)

Passeggiate romane

Come si arriva al voto

Redazione

Tutti convergono sulle elezioni politiche a marzo. Renzi vuole strappare i giovani ai grillini

A questo punto della legislatura il mese più probabile per le elezioni politiche sembra essere quello di marzo. La maggior parte delle forze politiche sono orientate in quel senso, giacché, nonostante le dichiarazioni di questi giorni, pare a tutti quasi impossibile che si possa andare oltre (si era parlato di fine aprile-maggio) per fare la riforma elettorale. Indubbiamente a settembre riprenderà il tormentone su questa materia, ma lo stesso Silvio Berlusconi, che è tornato alla carica con il sistema tedesco, è conscio del fatto che il Pd non siglerà con lui nessun accordo se i grillini non saranno della partita. “Mica ci possiamo far dire che facciamo gli inciuci con Berlusconi a così breve distanza dalle elezioni”, spiegano al Nazareno. Perciò si voterà nella prima metà di marzo.

 

Dunque, le forze politiche non hanno a disposizione tantissimo tempo per prepararsi a questo appuntamento dall’esito quanto mai incerto. Il Partito democratico si sta attrezzando a questo scopo cercando di stemperare le tensioni interne. I renziani hanno il mandato di attutire al massimo le polemiche con gli esponenti delle minoranze. Il segretario vuole stabilire un clima unitario prima delle elezioni politiche. E anche Andrea Orlando e Michele Emiliano non sembrano avere nessuna intenzione di polemizzare più del dovuto. Entrambi hanno deciso di non uscire dal partito. Il ministro della Giustizia ha fatto sapere a chi di dovere che non pensa nemmeno lontanamente a uscire dal partito. I rumors che lo riguardano, e che ogni tanto vengono riportati da qualche giornale sono privi di fondamento. Orlando non andrebbe mai con Mdp. La linea degli scissionisti non lo convince e non gli piace. E il Guardasigilli più volte in questo periodo si è lasciato sfuggire delle battute non proprio lusinghiere nei confronti di Mdp. Anche Michele Emiliano non sembra voler mettere il piede fuori dal Pd. Tanto più dopo che dal Nazareno hanno lasciato trapelare il fatto che non ci saranno mattanze degli esponenti delle minoranze al momento di fare le liste.

 

Ma il Pd ha anche un altro problema, quello di rientrare in connessione con gli italiani. La sintonia, ultimamente, si era un po’ persa. Il successo del libro di Matteo Renzi sembra aver invertito la rotta. C’è però ancora molto da fare. Ed è per questa ragione che al Pd hanno deciso di anticipare rispetto alla data originaria il tour in treno del segretario. Sarà quello il modo per tornare a parlare agli italiani.

 

Per quanto riguarda invece i contenuti della campagna elettorale, si pensa di andare su temi concreti. Al Nazareno, infatti, c’è la convinzione che questa volta non si ripeterà quello che accadde alle Europee, quando, spinti dalla paura dei grillini, molti italiani votarono per il Pd. Ora ci vogliono proposte, non solo che attirino gli elettori, ma anche che li convincano. Perciò si continuerà a parlare di tasse, un tema, questo, a cui gli italiani sono particolarmente sensibili, con delle proposte che verranno illustrate in autunno. Fisco, quindi, ma anche lavoro, perché tutti i sondaggi rivelano che questo è uno degli altri temi che sta in cima al pensiero degli italiani, soprattutto tra le giovani genereazioni che il Pd ha in animo di strappare ai grillini.

 

Nel frattempo tra gli scissionisti sembrerebbe esserci un po’ di maretta. Mdp sta litigando sull’atteggiamento nei confronti di Giuliano Pisapia. Pier Luigi Bersani è convinto che occorra ricucire con l’ex sindaco di Milano, mentre un altro pezzo di Mdp ritiene che la partita sia ormai chiusa e che riaprirla potrebbe essere un boomerang.

 

Mentre litigano, ieri però hanno conquistato al Pd un deputato, Piero Martino, già portavoce di Dario Franceschini. Certo di non essere più rieletto, Martino ha prima cominciato a far capire che (senza rassicurazioni credibili) se ne sarebbe andato. Poi, non avendo ricevuto nessuna rassicurazione di nessun tipo, ha in effetti raggiunto nel gruppo di Mdp la sua nuova compagna, Elisa Simoni, deputata ex Pd, ex assessora di Renzi a Firenze (e pare anche cugina – ma sull’esatto grado di parentela ci sono forti dubbi – del segretario del Pd). Intanto però il tesoriere del Pd, Francesco Bonifazi, augurando buona fortuna “all’amico Martino”, gli ha ricordato, prima di andare, di saldare il debito di 78.750 euro con la tesoreria. I soldi (se mai arriveranno) andranno al fondo per i dipendenti in cassa integrazione del partito.

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