Matteo Orfini (foto LaPresse)

La lezione di Matteo Orfini agli “orfani” del centrosinistra

Redazione

Il presidente del Pd risponde a chi, dopo i ballottaggi delle amministrative, rilancia il modello del “tutti insieme appassionatamente”   

Centrosinistra sì, centrosinistra no. Sono più meno trent'anni che la sinistra, orfana dell'ombrello protettivo del glorioso Partito Comunista Italiano, si arrovella attorno a questo dilemma: rimettere insieme i pezzi di ciò che fu e che nel tempo sono diventati sempre più piccoli o rivendicare la “vocazione maggioritaria” (e solitaria) di un grande partito? In sintesi, più alleanze o meno alleanze? Modello Ulivo/Unione o modello Pd?

 

I ballottaggi delle elezioni amministrative hanno sicuramente sancito una sconfitta per i Democratici di Matteo Renzi. Ma altrettanto sicuramente hanno dimostrato che il centrosinistra “allargato” non funziona. Sul Foglio Francesco Cundari ha raccontato perché il mito dell'Ulivo è un'enorme “fake news”. E a sostegno di questa tesi è arrivato anche il presidente del Pd Matteo Orfini. Che su Twitter, attraverso un'immagine, ha mostrato a chi oggi sembra non ricordarlo, cos'era l'Unione prodiana. 

 

  

Su Facebook, invece, la sua analisi è stata più ampia (e contiene una citazione proprio dell'articolo di Cundari). La domanda che Orfini rivolge agli “orfani del centrosinistra” è semplice: “Sapete perché abbiamo fatto il Pd? Sapete perché abbiamo scritto nello statuto che il segretario è candidato premier? Sapete perché lo abbiamo pensato fondato sulle primarie aperte? Perché prima c’era il centrosinistra. In cui le leadership venivano stabilite a suon di veti da decine di partiti senza voti o da qualche direttore o editore di giornale”.