Davide Casaleggio (foto LaPresse)

Casaleggio professore dei giornalisti

Redazione

L’Ordine dei giornalisti lo ha messo in cattedra. Brutta storia. Uno potrebbe anche dubitare che Casaleggio sia la persona giusta per parlare di democrazia digitale (a meno che non sia un corso su come orientare la democrazia, allora è tutto un altro paio di maniche).

Su come lui, e Grillo, e in generale il Movimento, interpretino la funzione di internet e della democrazia, ecco, su questo argomento, un’idea, all’incirca, qui al Foglio ce la siamo fatta da tempo: strane votazioni online non certificate sul noto blog, candidati che appaiono e scompaiono, utopie e distopie roussouiane che galleggiano, tra espulsioni, sospensioni, cancellazioni, manie di controllo informatico (ricordate la storia delle mail?) e racconti più o meno inquietanti di chi nel Movimento ha militato, in un mare di opacitàe spesso, purtroppo, anche inverificabile.

 

E questo già potrebbe essere sufficiente a dubitare se non altro del curriculum di Davide Casaleggio, l’amministratore delegato dell’azienda-partito Casaleggio Associati, lui che il 25 novembre, invitato dall’Ordine dei giornalisti, salirà in cattedra per insegnare a 400 colleghi di Novara, nel corso di un seminario di aggiornamento professionale, quali siano i princìpi e il rapporto – è il titolo della lezione – tra “internet e democrazia”. Ecco, dicevamo, per prima cosa uno potrebbe anche dubitare che Casaleggio sia la persona giusta per parlare di democrazia digitale (a meno che non sia un corso su come orientare la democrazia, allora è tutto un altro paio di maniche).

 

Secondariamente, cari dignitari e mandarini dell’ordine dei giornalisti, qua ci si chiede, poi, se il console di un Movimento politico che – prendiamo a caso dagli archivi – i giornalisti li definisce “lingue umide”, “servi”, “merde” e “frustrati”, esponendoli alla gogna del “giornalista del giorno” e persino agli schiaffi (non metaforici) dello scorso 25 settembre a Palermo, ci si chiede che tipo di princìpi liberali uno così possa insegnare. Ecco. Già da queste parti si pensa non bene dell’Ordine dei giornalisti, residuo del corporativismo fascista, e anche dei corsi di formazione professionale alle vongole. Tuttavia, visto che all’Ordine sono tanto interessati a coltivare rapporti con quel professore di democrazia di Casaleggio, potrebbero anche convenire su un altro punto forte del programma del M5s: l’abolizione dell’Ordine. E trasformare Casaleggio in un esempio di democrazia non fa che portare acqua al mulino di chi vuole abolire l’Ordine.