Silvio Berlusconi e Matteo Renzi

Forza referendum

Perché il Cavaliere e Renzi devono tornare insieme

Redazione
Che ci fa ancora il centrodestra tra i Travaglio, i Rodotà, i No Triv, i No Tav? Appello per riformare il paese e non perdere l’occasione di mettere in minoranza il partito dello sfascio [email protected]

Il Foglio ha lanciato qualche mese fa una campagna per convincere Silvio Berlusconi e il centrodestra a non rinnegare le proprie idee sulle riforme costituzionali, a rivedere il no al referendum costituzionale e a trasformare il voto sulla riforma Boschi nell’occasione giusta per trovare nuove convergenze con il Pd. Per dire no al partito del no scrivete a [email protected]

 

Al direttore - Forza referendum, e mi auguro che il popolo finalmente apra gli occhi e voti Si.
Nicola Castellaneta

 

Al direttore - Condivido e sottoscrivo l'appello del direttore a Berlusconi per il sì al referendum.
Guido Pescosolido

 

Al direttore - Mi chiamo Marco Bellaviti classe 1965. Sono stato Coordinatore Provinciale Forza Italia e Pdl della Provincia di Pavia. Sono stato Sindaco di un Comune del pavese, Consigliere Provinciale Forza Italia ed Assessore Forza Italia nella giunta di Pavia nella legislatura 2009-2014. Insieme ad alcuni amici, storicamente elettori ed amministratori Forza Italia, stiamo formalizzando un Comitato per il Sì al Referendum Istituzionale. Cordiali saluti
Marco Bellaviti

 

Al direttore - Voterò si. Mi unisco al vostro appello. Forza referendum.
Vito Pastore Martina Franca

 

Al direttore - Faccio appello a Berlusconi perché torni al buonsenso che l'ha sempre caratterizzato come uomo del fare. Lo faccia per amore dell'Italia come farò io. Voto Sì.
Maria Rita Vitali

 

Al direttore - Voterò convintamente sì dando così il mio piccolo contributo elettorale al primo vero passo per modernizzare il nostro Paese.
Michele Piazzolla

 

Al direttore - Condivido la Sua campagna! Tutta l'Italia del fare, compreso Berlusconi, dovrebbe unirsi contro i disfattisti per arrivare ad un Paese con Istituzioni rinnovate che facciano uscire l'Italia dalla palude e consentire una sana alternanza tra un moderno centro-desta (senza populismi) ed il centro-sinistra.
Vincenzo Fiorini

 

Al direttore - Non mi ha stupito la notizia dell’adesione al Comitato del NO di 11 ex Presidenti e 5 ex Vice Presidenti della Consulta più cara della Galassia, capitanati da Zagrebelsky: è quasi ovvio che vogliano preservare un sistema istituzionale che gli ha consentito i compensi e i privilegi più alti del mondo (per quel tipo d’incarico istituzionale). Governi eletti dal popolo troppo autonomi, svincolati da certi “pesi e contrappesi degli affari loro” potrebbero anche togliergli tutto. Gli avvertimenti di Rodotà sui presunti rischi democratici di modelli istituzionali peraltro collaudati ed in vigore in moltissimi paesi, incespicano nel maxi-vitalizio che percepisce, in quel “diritto” oligarchico che il popolo non ha mai autorizzato né voluto a maggioranza, e che anzi considera un “sopruso”. Anche la sottovalutazione degli effetti politico-finanziari del NO di molti Paladini Costituzionali (e magistrati) non mi sorprende: loro di sacrifici per la crisi del nostro Debito Sovrano ne han sempre fatti davvero pochi. La sottovalutazione dei politici del NO invece è preoccupante: hanno una Exit-Strategy in caso di vittoria? Creeranno una maggioranza nel Senato proporzionale che han voluto preservare? Ci garantiranno un nuovo Governo che sappia affrontare la probabile crisi del BTP visto che tutte le agenzie di rating ci hanno ammonito sulla necessità di portare a compimento proprio queste riforme? Il muoia Sansone-Renzi con tutti i Filistei o il chi vivrà vedrà sono linee politiche inaccettabili, anzi pericolose, l’Italia non può assolutamente permettersi anni d’instabilità e di paralisi istituzionale. Qui si gioca col fuoco, con la bancarotta. Giornalisti pretendano una Exit-Strategy sicura dai partiti del NO prima del referendum.
Massimiliano Mirri

 

Al direttore - Io ci spero. E chissà che alla fine, il Renzi di Arcore si deciderà a dire sì.
Nicola Romagnani

 

Al direttore - L’apoteosi del niente e cosa comune da noi; questo sarebbe un “no” al referendum, Ovviamente il “niente” non si riferisce alla vecchia costituzione ma ha quello che è nella mente di chi oggi si stappa le vesti in suo favore. Speriamo che prevalga l’onesto buonsenso e quindi il “si”
Nando Pavoni

 

Al direttore - Dopo il si al referendum, ne propongo un altro abrogativo del politicamente corretto e degli stupidi imperanti.
Ludovico Grandi

 

Al direttore - Caro Presidente, nel 1994 ci hai salvato dalla valanga Occhetto, D’Alema , Bertinotti, CGIL, Fiom, Rodotà e Magistartura Democratica. Ora quegli stessi, sostenuti dai vari Salvini, Meloni e Brunetta, ci riprovano con il NO alla riforma costituzionale. Confido che, anche in questa occasione, vorrai adoperarti per risparmiare all’Italia il caos e la paralisi istituzionale con la conseguente inevitabile realizzazione del sogno di Borrelli: “Se saremo chiamati siamo pronti”.
Guglielmo Castagnetta

 

Al direttore - Assolutamente d’accordo con voi. A me non piace dire no ad una cosa solo perché la sostiene uno che non mi piace, ma quando a sostenere una tesi è il mistificatore Travaglio, un disonesto intellettuale come non si è mai visto, non si può non dire SI a questo referendum. Caro Silvio quello che questa riforma vuole ottenere è quello per cui ti sei battuto, senza riuscirci, per anni. Non possiamo perdere l’occasione di cambiare questo paese perché Renzi non ci è simpatico. Forzareferendum!!!
Romeo Pegoraro

 

Al direttore - Contro gli esteti della CPBM, contro le vestali del sacrario intoccabile, contro gli schizzinosi verso il renzismo non abbastanza di sinistra né abbastanza colto, voto sì. Il Cav alla deriva vuol fare il Sansone e far crollare il tempio su di sé ed i Filistei? Pessimo servizio al Paese.
C. A. Barbieri

 

Al direttore - Al referendum bisogna dire si, si, si, si!!!!!!!!!
Giorgio Pavia

 

Al direttore - Sono all’estero, se mi fanno votare io voto Sì.    
Francesco Perdona

 

Al direttore - Cavaliere, VotaSI insieme a me.     
Carmelo Lucchese

 

Al direttore - Da ex vicecoordinatore cittadino di Forza Italia, coordinatore del locale ClubForzaSilvio e consigliere comunale dico forte: #FORZAREFERENDUM
Paolo G D’Arcangelo

 

Al direttore - Voterò SI al referendum del prossimo ottobre e siamo in tanti. Mi sorprende che persone anziane che hanno vissuto momenti anche critici siano spaventate di ciò che viene semplificato per poi essere tagliato. Così mi pare.
Pancho Lamperti

 

Al direttore - Penso sia inutile insistere con Berlusconi. A mio parere il Cav. è ormai proiettato sul dopo referendum; sa che Renzi alla fine in qualche modo lo vincerà e comunque che lo vorrà vincere senza di lui, come ha già fatto in occasione dell’elezione del Presidente della Repubblica. La sua partita il Cav. pensa di giocarsela dopo e per il dopo è per lui fondamentale occupare il ruolo di king maker e di pivot del centrodestra come ha provato a fare a Milano con Parisi.
G. Calella

 

Al direttore - L’Italia è il paese delle fazioni. La politica non è intesa nel modo più nobile, cercare di costruire per il bene comune, ma distruggere colui che si ritiene il nemico del momento. nessuna strategia degna di uomini che fanno parte di un grande popolo ma solo piccola tattica di mestieranti del consenso. Nessuna capacità di leggere i fatti con obiettività ma solo partigianeria per guadagnare qualche vantaggio. Nessuna saggezza fondata sulla conoscenza della storia ma solo superficiale acquisizione di qualche informazione di comodo. Cercare di realizzare il migliore dei mondi possibili : questa è la lezione inascoltata dell’illuminismo. La ricerca ostinata e radicale della “perfezione” è propria degli sciocchi o degli ipocriti. Ne è consapevole il cavaliere?
Emanuele Ludovisi

 

Al direttore - Caro direttore,confido fortemente che Berlusconi, al momento giusto,voterà per il suo royal baby.
Antonio Pagnan

 

Al direttore - Buon “Sì” a tutti!
Sandro Ciani

 

Al direttore - Ho ‘solo’ 41 anni e da ‘solo’ 23 ho diritto di voto. Non è aritmeticamente impossibile giungere al 1994. Da almeno 23 anni sento pure parlare di riforme e anche senza essere topi d’archivio e’ facile immaginare che a parlarne fosse proprio il Cav. Quindi…ci ripensi, da mente fina quale certamente è, e mi consenta: proviamo a muoverci!! Bravo Claudio Cerasa e bravo Il Foglio!.
Davide Cignatta

 

Al direttore - Egregio Dottor Cerasa, è demoralizzante vedere come molti politicanti, per difendere la loro fetta di potere, usino la dabbenaggine di molta gente poco informata fomentando la faziosità e l’odio politico, pur di abbattere gli avversari e poter continuare nel loro cialtronesco e deresponsabilizzato mangia mangia. Tutto questo infischiandosene delle necessità primarie del Paese a cominciare dalla eliminazione del ping pong delle proposte di legge tra Senato e Camera dei Deputati e dall’abbattimento del quorum sui referendum; e via andare. Sono cose queste di estrema importanza, ma pur di abbattere Renzi c’è gente disposta a perdere questa occasione e magari tornare alle elezioni con un sistema proporzionale puro per avere un nuovo parlamento senza maggioranza e condizionato dai Grillini !!! Complimenti ai sostenitori del no !! Renzi non mi piace; lo dico chiaro e tondo, Ma gli devo riconoscere alcuni meriti. non fosse altro per aver portato avanti nel bene e nel male le riforme oggetto di chiacchere da sessantanni. Cominciamo da queste riforme e se hanno delle pecche in seguito le correggeremo ma cominciamo a cambiare per carità. Chiedo scusa per essermi dilungato. Aderisco in pieno al suo appello in favore del voto sì al prossimo referendum di metà Ottobre e mi complimento con lei per la chiara esposizione dei termini del contendere.
P.S. Non credo che l’ex Cav. cambierà idea. Come recita un vecchio adagio… A tutti i poeti manca un verso!

Carlo Menichino

 

Al direttore - Berlusconi ripensaci. Non fare dell’Italia un altro disastro stile Milan. Berlusconi sostieni il sì al referendum costituzionale o lascerai solo pessimi ricordi della tua esistenza politica!!!
Francesco Basani

 

Al direttore - Condivido i contenuti dell’appello.
Giulio Lizzi

 

Al direttore - Condivido l’appello del Folgio e del suo direttore: Forza Referendum.
Enrico Iachello

 

Al direttore - Sostegno e invito tutti a sostenere il referendum.
Giacomo Valentini

 

Al direttore - Condivido al 100%. Bravo Claudio Cerasa.
Luigi Biganzoli

 

Al direttore - Totalmente d’accordo! Sì al referendum.
Roberto Luzi

 

Al direttore - Sono totalmente d’accordo con l’invito alla riflessione a Berlusconi. Sono convinto che Berlusconi sarà ricordato nei libri di storia non soltanto per avere subito per venti anni l’utilizzo strumentale della magistratura come opposizione ai suoi governi,ma anche e soprattutto per avere contribuito ad approvare la riforma costituzionale, che lui ha contribuito a scrivere.
Giovanni Bagnati

 

Al direttore - Condivido al 100 per cento. Non fermateVi mai nel sollecitare Forza Italia a decidere di votare SI al referendum costituzionale; alla barba degli strumentalizzatori.
Gianfranco Marconcini

 

Al direttore - Il referendum costituzionale non è roba da partiti politici; anzi, i veti incrociati dei partiti sono la causa di quarant’ anni di ritardo. E’ ora che gli Italiani riconoscano che si può essere di destra riconoscendo ciò che di buono c’è nella sinistra e viceversa. In quanto a Berlusconi che in venti anni ho stravotato posso dire: ‘’Spes ultima dea’’.
Enrico Nobili

 

Al direttore - Ottima iniziativa. Condivido totalmente il vostro appello.
Gianfranco Sangiorgi

 

Al direttore - Sono pienamente d’accordo con il Direttore e spero che tutta la parte moderata e liberale dell’elettorato approvi al referendum la riforma della Costituzione promossa dal governo Renzi.
Massimo Ghelfi

 

Al direttore - Condivido in pieno la vostra campagna. Sono uno dei malcapitati che dal 1994 ad oggi ha sempre votato per Forza Italia, pur consapevole dei gravissimi errori politici compiuti dal suo leader nel corso degli anni, l’ultimo dei quali e sicuramente il più grave è stato la rottura “indotta” del così detto patto del Nazareno, poiché in questo momento storico il Capo dello Stato, la cui elezione ha determinato ciò, è sicuramente la figura più rappresentativa che il Parlamento poteva prescegliere; ma ancora più grave conseguenza di tale rottura è l’attuale campagna per il no di Forza Italia, non solo per la compagnia in cui essa avviene, ma perché rappresenta un tradimento di tutto quello che avrebbe voluto vedere realizzato il suo elettorato nello scorso ventennio. Confondere poi il piano delle riforme costituzionali con quello dell’indirizzo politico di maggioranza rappresenta un errore che farebbe rabbrividire non solo i padri costituenti, ma anche chi abbia elementari nozioni di diritto costituzionale.
Roberto Righi

 

Al direttore - Questa volta voglio essere fiducioso – fiducioso fisso – nella risposta che darà la maggioranza silenziosa: del resto, ne faccio parte! Andrà male?
Andrea Bedosti

 

Al direttore - Arcigno ed indefesso sostenitore del Cav. Offresi per campagna sensibilizzatrice nei confronti del Cav. affinche le idée del Cav. possano finalmente trovare dimora… magari in un comitato per il sì creato da il Foglio. In attesa di istruzioni, rimango, fedele Vostro… e del Cav.
Marco Lamberti

 

Al direttore - Insistete e speriamo che il “proteiforme”capisca.
Fastelli Marco

 

Al direttore - Io dico sì, sì, sì.
Antonio Cherio

 

Al direttore - Noi da sempre Berlusconiani, milanisti e Forza Italia voteremo SI per distinguerci dai 5 Stelle, da Sel, dai PM, dall’ ANM, dai comunisti dentro, quelli di sempre e da Brunetta sperando che il Berlusconi riacquisti quella straordinaria visione del futuro, prima cedendo il Milan, eppoi scegliendo con saggezza il male minore: ci sarà tempo per migliorare dopo la prima tappa sofferta.
Oreste Fasi e nove familiari

 

Al direttore - Piena adesione alla campagna de “Il Foglio” per il sì al referendum costituzionale.
Giovanni Perego

 

Al direttore - Si, Si, Si al referendum.
Pietro Bianchi

 

Al direttore - Aderisco all’”Appello per un bel no al partito dello sfascio e all’Italia ammanettata al partito dei giudici”.
Flavia Massarini Ghislieri

 

Al dierettore - Condividiamo al 100 per cento il Suo editoriale di oggi e Le inviamo le nostre firme per aderire alla Sua iniziativa.
Cesare e Valeria Frugoli

 

Al direttore - Aderisco all’”Appello per un bel no al partito dello sfascio e all’Italia ammanettata al partito dei giudici”.
Flavia Massarini Ghislieri

 

Al direttore - È veramente gettar via anche il bambino assieme all’acqua sporca. Questa scelta, se mantenuta, costerà cara alla destra moderata. Forza Referendum.
Lucio Coppola

 

Al direttore - Sono più che d’accordo con quanto scritto dal bravo direttore Cerasa!
Pierluigi Ferrari

 

Al direttore - Dal momento che Renzi stesso sta vivendo il referendum come “ad personam”, mi chiedo se per i non convintamente decisi per il no e , allo stesso tempo , non renziani è possibile utilizzare l’escamotage del non voto. Così la legge avrebbe buone possibilità di essere approvata ma contemporaneamente Renzi non avrebbe motivo di “esaltarsi” troppo.
Pasquale Cirillo

 

Al direttore - Ineccepibile! Fine indecorosa del Cav.
Stefano Guercio
    

Al direttore - Con alcuni amici che hanno avuto ed hanno una esperienza politica sicuramente riconducibile al panorama del centrodestra, soprattutto in Forza Italia, proseguiamo nella nostra volontà di formare un Comitato per il SI in Provincia di Pavia.
Marco Bellaviti

 

Al direttore - Votate SI perchè almeno si Cambia verso Una maggiormente stabilità ,Che anche,se in veste autoritaria,tenderebbe a snellire quel processo burocratico,vero Ed unico male Della nostra Italia, rovinata dalle Mele marce Che utilizzano la democrazia burocraticamente Da eventuale difficoltà si potrà risorgere modificando via via,e ne saremo capaci(!),le varie imperfezioni!
Mario Bonato

 

Al direttore - Al referendum sulla riforma costituzionale voterò Sì.
Enzo Mugnolo

 

Al direttore - Kant, se non ricordo male, pensava che tutti i punti di vista (le ragioni di Wittgenstein) fossero legittimati, forse addirittura nobilitati, dalla Zweifenglaube. Non è (più) questa l’opinione del Foglio? Casomai fatemelo sapere perché per continuare a leggerlo io spendo suppergiù il 6 per cento della mia pensione.
Diego Loro

 

Al direttore - Voterò sì!
Cristiano Mantero

 

Al direttore - Voterò SI e così faranno tutti i miei numerosi famigliari, voterò SI contro i professionisti dello sfascio. Cordiali saluti al Direttore che seguo giornalmente.
Mario Diaco

 

Al direttore - Avrei preferito l’abolizione secca del Senato e il rafforzamento dei poteri del premier (introduzione dell’istituto della sfiducia costruttiva). Ma le mie riserve sono lontanissime dalle critiche dei sedicenti custodi della virtù repubblicana, specialisti in formalismi e tecnicalità. Se la riforma verrà approvata dagli elettori, la fiducia al governo verrà data soltanto dalla Camera dei deputati, come avviene in tutte le grandi democrazie parlamentari. Il processo decisionale sarà semplificato e più efficiente. Questo è il punto, e per questo voterò sì – un sì convinto – al referendum di ottobre.
Michele Magno

 

Al direttore - Come si fa ad avallare un comportamento schizofrenico come quello di Brunetta e altri come lui che nulla hanno di moderato? A votare no a una riforma che Berlusconi ha faticosamente portato avanti con Renzi, a rimangiarsi tutto e ad allinearsi a Sel, M5S, sinistra democratica, giudici estremisti e costituzionalisti in naftalina e, soprattutto, al Fatto Quotidiano? Sarebbe la nostra morte politica definitiva,
Marco Camillini

 

Al direttore - Non sono di sinistra , forse non lo ero nemmeno quando avevo 16 anni , adesso ne ho 66… Ma al referendum voterò Sì , malgrado Renzi, aspettando che la Destra, quella che si rifà alla Destra Storica, non la destra sociale di origini fasciste, rivoluzionarie , estremiste… Rinsavisca! E qui mi firmo (purtroppo vale solo a titolo personale)
Giovanni Rodolfo Vito Potenza

 

Al direttore - Mi sembra ovvio per una persona ragionevole votare sì. Meglio poco che niente.
Maurizio Velini

 

Al direttore - L’italia del boom, la DC che ha addormentato l’industrializzazione,fino a Berlusconi che con qualche suo personale merito si è tirato addosso i difensori dei “lacci e lacciuoli”. Buon “Sì”
Sandro Ciani

 

Al direttore - Chi si contenta gode… Intanto approviamo queste modifiche, poi, se si riuscirà, perfezioneremo ulteriormente.
Bruno

 

Al direttore - Solo votando si a questa riforma si può sperare in un minimo di cambiamento.. io voto SI con convinzione senza farmi condizionare dai vari Grillo e Travaglio livorosi e rosiconi,coi loro no a prescindere poiché a loro non è la riforma che interessa veramente bensì colpire il loro vero e unico bersaglio la loro continua ossessione… Renzi!
Mauro

 

Al direttore - Berlusconi, come ormai gli Italiani lo conoscono, è ed è stato una creazione della natura provvista di tante fissazioni che traggono origine dalla immensa considerazione di se stesso. Senza di lui non esiste un partito, senza di lui non si decide nulla, lui comanda e dispone, lui è il monarca, insomma tutto gli deve ruotare intorno. Per venti anni ha illuso il suo elettorato, come me, di poter cambiare questa Italia in senso più moderno e liberale, di voler ammodernare la pubblica amministrazione. Ovviamente nulla di tutto ciò. Ora che è arrivato un signore, che lui stesso avrebbe acclamato come suo erede naturale e averlo aiutato con il patto del Nazareno fino alla nomina del Presidente della Repubblica, cosa per la quale si è sentito tradito da un Renzi che non lo ha seguito in questa scelta. Fino a quel momento tutto gli andava bene, anche questa riforma della Costituzione con l’eliminazione del Senato e della doppia lettura nella fase legislativa del Parlamento. Oggi non gli va bene niente. Renzi non lo ha ascoltato. Dunque, da dopo la nomina di Mattarella, Renzi è un nemico che bisogna combattere. A morte Renzi. Pur di non dagliela vinta si alleerebbe con il suo peggior nemico, persino con quello di cui aveva pulito la sedia platealmente prima di sedercisi, Travaglio.
Tanti saluti

 Giovanni Gennaro

 

Al direttore - Ribadisco che non si può distruggere un vecchia e decrepita bilancia spezzandole un solo braccio, invece di farne una nuova. Si, sono in orrida compagnia con il mio NO – lo ero anche con il “sitriv”,= ero con Renzi!! – ma chiedetevi: 1) come mai la similriforma fu affossata nel 2006 da Rernzi e compagni? Chi è il voltagabbana? 2) le differenze sono tutte a favore di quella del 2006!! (troppo complicato entrare qui nei dettagli) Anche se è vero che in italia ci vorrebbe, da sempre, un governo forte (l’uomo solo al comando!!) ricordate che ha SEMPRE (60 anni circa) governato la sinistra (DC indenne anche da mani pulite) con il PC e… hanno distrutto il paese! E voi, incoscienti del SI volete dare tutto il potere al pinocchio catto - comunista? Guardate il capolavoro RAI/TV (occupazione totale) e vedete quel che verrà! Quindi NO principalmente perchè il pastrocchio unito alla legge elettorale:
a) elimina il bilanciamento e contrappeso dei poteri, b) non supera il bicameralismo,ma lo manipola in modo contorto e contraddittorio: c) toglie l’elezione dei senatori ai cittadini ( incostituzionale!) d) un uomo solo dominerà parlamento, esecutivo,CORTE,CSM ecc e) riforma approvata da un parlamento eletto con legge dichiarata incostituzionale f) la riforma peggiora ed è in contrasto con la costituzione vigente. ecc.. e a Voi queste sembrano sciocchezze? Quindi risolutamente NO anche se sono – a voltastomaco - con i rodotàtàtà. magistrati, Travaglio e compagni vari!!. Vorrei solo che rifletteste bene con onestà intellettuale, freddamente, obbiettivamente sulla realtà giuridica e di potere di questa riforma lasciando perdere i motivi politici egoistici ( centro/destra, magistrati,comunistume vario ecc.) prima di proseguire la propaganda renziana del Sì So che queste sono parole… al vento ma le scrivo ugualmente!!Purtroppo il Si comporterà un peggio anche per voi! Buon lavoro comunque”

Avv.Giovanni Fontana
 

 

Al direttore - Non c’è dubbio che sono per il sì.
Marco Romano

 

Al direttore - Non ci sono alternative credibili. E il partito dei giudici travagliogrillisti mi disgusta.
Paola De Luca

 

Al direttore - Abolire il Senato, o meglio ridurlo ad un accozzaglia di mezze calzette. Senato è il nome che nel parlamento di moltissimi ordinamenti bicamerali è attribuito ad una delle due camere e, precisamente, alla cosiddetta camera alta. Il nome deriva da quello del Senato romano nella storia, prima di giungere ad indicare una delle camere del parlamento, è stato largamente usato per designare collegi statali di vario tipo. Il primo uso del termine per designare la camera alta risale alla Costituzione degli Stati Uniti, in seguito imitata da moltissime altre. Come noto il termine senato deriva dal latino senex (anziani o padri), che significa vecchio, perché i membri del senato erano inizialmente gli anziani del popolo romano, secondo la tradizione, il senato fu costituito da Romolo, il fondatore di Roma, era composto da 100 membri scelti tra i Patrizi. Che il bicameralismo perfetto fosse da eliminare è ovvio, ma che avendo la più antica assemblea rappresentativa del Mondo in casa la si riduca a nulla è da scemi. Ma voterò si perche non si può stare fermi, poi bisognerà fare una riforma seria.
Alberto Lupi

 

Al direttore - Forza ragazzi, non molliamo nemmeno un cm. Querra aperta a quelli . del no. Li sommergeremo sotto una valanga di SI.
Gianfranco Marconcini

 

Al direttore - Allora caro Cav. capiamoci, per tutta la durata del patto del Nazareno ti sei battuto per le riforme necessarie al paese come è necessaria l’acqua per chi arriva dal deserto. Poi non dimentichiamo che durante l’ultima sua campagna elettorale lei è stato in più trasmissioni per denunciare il sistema farraginoso che non permette ad un governo di coalizione di governare senza essere sempre alla mercé dei ricatti dei piccoli partiti alleati. In più ha sempre sostenuto che una legge già approvata alla camera rischia di essere bocciata al senato e quindi impiegare parecchio tempo per poi magari non arrivare a compimento. E lei adesso che fa? Vota contro una riforma che probabilmente risolverebbe parte dei pro ormi che lei ha sempre chiarato di avere avuto durante il Suo percorso da presidente del consiglio?
Carletti Roberto

 

Al direttore - Egregio Cerasa, ho votato 20 anni per il centrodestra che, purtroppo, è defunto. Non si può essere contro l’interesse del Paese a prescindere. Berlusconi dimentica che queste stesse riforme le aveva votate un suo governo e che furono, purtroppo, annullate da un referendum?? Spero proprio che il centrodestra capisca che sta sbagliando e, se non lo dovesse capire, vorrebbe dire che non solo è defunto ma che ormai è polvere. Cordiali saluti.
Rodolfo Baccolini

 

Al direttore - Condivido perfettamente. Cordiali saluti.
Cosimo Dimonte

 

Al direttore - D’accordo per la riforma costituzionale.
C. Marucci

 

Al direttore - Sono d’accordo che è finalmente tempo di voltare pagina e, come dice Giorgio Napolitano, se non ci si riesce neanche ora, tutto torna a regredire. Comunque l’esito non è né facile né scontato. Il giudizio del paese nei confronti di Renzi è incuriosito, ma ancora sospeso. E’ mancato un segnale riformista forte e chiaro. Io credo che Renzi rischia di perdere se la prossima estate i cittadini si vedranno arrivare l’obolo forzoso in bolletta elettrica per la Rai. Un odioso balzello per tenere in piedi un carrozzone, che ha fatto da principale supporto a quel circuito mediatico che in combutta con il circuito giudiziario ha preso in ostaggio la politica e la democrazia italiana. Una abolizione (o almeno un rinvio a dopo le elezioni!) avrebbe un effetto dieci volte superiore a quello degli 80 euro prima delle europee. Altrimenti il profilo riformista di Renzi risulterà fragile e poco credibile.
G.Calella

 

Al direttore - Non c’è altro da aggiungere alle parole di Cerasa, solo sì, sì, si.
Rita Verga

 

Al direttore - Mi associo all’appello del Direttore. Berlusconi dovrebbe ribadire il suo ruolo di statista e non farsi tentare dalla vuota rirorsione per quanto subito nel 2006 nel 2011. Cordiali saluti
Pietro Laurenzi