Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio (foto LaPresse)

Che cosa chiede il Pd al governo per approfondire il caso Casaleggio. L'interrogazione parlamentare in anteprima

Redazione
I senatori del Pd Stefano Esposito e Rosaria Capacchione hanno consegnato oggi agli uffici del Senato un’interrogazione orale con carattere di urgenza per approfondire lo scoop fatto dal Foglio sabato scorso sul metodo Casaleggio applicato ai parlamentari del movimento 5 stelle

I senatori del Pd Stefano Esposito e Rosaria Capacchione hanno consegnato oggi agli uffici del Senato un’interrogazione orale con carattere di urgenza rivolta al governo, al presidente del Consiglio, al ministro dell’Interno, al ministro della Giustizia, al ministro dello Sviluppo economico, al ministro dei rapporti con il Parlamento per approfondire lo scoop fatto dal Foglio sabato scorso sul metodo Casaleggio applicato ai parlamentari del movimento 5 stelle.

 

Si chiedono i senatori del Pd. Primo: “Se sia stato riscontrato l'accesso ai contenuti della corrispondenza dei singoli parlamentari «controllati» e se non si ritenga di affidare al Sottosegretario di Stato - Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica - il compito di approfondire la vicenda al fine di garantire la tutela della sicurezza e degli interessi nazionali”. Secondo: “Se non ritengano opportuno e necessario adottare urgenti misure, anche di carattere normativo, volte a rafforzare e implementare la sicurezza e la protezione dei sistemi informatici di comunicazione”. Di seguito il testo completo dell’interrogazione.

 

 

INTERROGAZIONE ORALE CON CARATTERE D'URGENZA ex art. 151. r. S.
STEFANO ESPOSITO E ROSARIA CAPACCHIONE - Al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri dell'Interno, della Giustizia, dello Sviluppo economico, dei Rapporti con il Parlamento.
 
Premesso che nei giorni scorsi è riemersa sugli organi di stampa la vicenda del presunto controllo della posta elettronica dei parlamentari e dei server delle piattaforme on line del Movimento 5 Stelle da parte della Casaleggio Associati, per il tramite di una società esterna fornitrice di servizi di comunicazione, pagata con i fondi dei gruppi parlamentari;
 
se le notizie diffuse fossero confermate, si tratterebbe di un grave vulnus democratico, lesivo dei fondamentali principi di libertà, rappresentanza, indipendenza e sicurezza, oltre che di trasparenza e correttezza nell'impiego delle risorse pubbliche, considerato che la possibilità - effettiva o anche solo potenziale - che sistemi informatici esterni operino la gestione, il monitoraggio e il controllo sistematico della posta elettronica e dei servizi di messaggistica dei parlamentari rappresenta un elemento di serio allarme che andrebbe assolutamente approfondito e valutato quanto prima nelle sedi istituzionali competenti;

al di là delle polemiche politiche emergono, infatti, aspetti delicati che interessano le dinamiche - anche decisionali - della vita istituzionale del nostro Paese;
 
la «violazione della corrispondenza» (anche elettronica) non solo lede il diritto alla riservatezza personale - costituzionalmente tutelato ai sensi dell'articolo 15, che sancisce l'«inviolabilità della libertà e della segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione» - ma, nel caso specifico, rischia di limitare e influenzare enormemente l'attività politico-parlamentare. Essa, inoltre, costituisce un serio e potenziale pericolo per la "sicurezza" nazionale, considerata la delicatezza delle informazioni e dei documenti (spesso secretati) veicolati tra parlamentari e organismi di cui essi fanno parte (commissioni d'inchiesta, di vigilanza e controllo, ecc.) o altri organi istituzionali;
 
ritenuto che per gli aspetti e i profili di rilevanza strettamente penale, spetterà all'autorità giudiziaria competente accertare le eventuali responsabilità e gli illeciti commessi, mentre, per quelli parlamentari, procederanno rispettivamente la Camera e il Senato nell'ambito della propria autonomia;
 
alla luce di quanto sta emergendo, sarebbe opportuno che gli organi parlamentari competenti avviassero approfondimenti e indagini per accertare e chiarire l'intera vicenda negli aspetti di specifico interesse e per verificare le condizioni di sicurezza e di riservatezza dell'intero sistema informatico, al fine di migliorarne l'efficienza nonché di assicurare un alto livello di protezione delle comunicazione dei parlamentari;
 
non  può ritenersi ammissibile - ai sensi della normativa vigente - l'esercizio di un «potere di controllo» sul contenuto della corrispondenza personale da parte di chi, di fatto, esercita un potere organizzativo o di coordinamento dell'attività politica del «controllato»;
 
si chiede di sapere se gli interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa;
 
se e quali ulteriori elementi di competenza il Governo sia in grado di fornire sulla vicenda e se, in particolare, vi siano al riguardo indagini e procedimenti in corso;
 
se sia stato riscontrato l'accesso ai contenuti della corrispondenza dei singoli parlamentari «controllati» e se non si ritenga di affidare al Sottosegretario di Stato - Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica - il compito di approfondire la vicenda al fine di garantire la tutela della sicurezza e degli interessi nazionali;
 
se non ritengano opportuno e necessario adottare urgenti misure, anche di carattere normativo, volte a rafforzare e implementare la sicurezza e la protezione dei sistemi informatici di comunicazione.
Di più su questi argomenti: