Mattia Zunino

Dimissioni e accuse, perché i Giovani democratici litigano prima del congresso

David Allegranti
I due sfidanti, i 'giovani turchi' Mattia Zunino (appoggiato dall’establishment della giovanile) e Dario Costantino (sostenuto, fra gli altri, dall’ex segretario Fausto Raciti) hanno smesso di parlare di politica ancor prima di cominciare.

Roma. Dimissioni, ombre sul tesseramento, scambi d’accuse sui territori. Al congresso nazionale dei Giovani democrtici, dove si sfidano i due 'giovani turchi' Mattia Zunino (appoggiato dall’establishment della giovanile) e Dario Costantino (sostenuto, fra gli altri, dall’ex segretario Fausto Raciti) hanno smesso di parlare di politica ancor prima di cominciare. Mercoledì si sono dimessi due membri di un organismo che in questo periodo è parecchio sotto pressione, la Commissione nazionale di garanzia. Paolo Furia e Luca Dell’Atti hanno scritto una lettera molto dura contro i vertici dopo l’ultima seduta della commissione, che si è riunita il 5 febbraio (le riunioni avvengono su Skype; ah, la politica ai tempi di internet e senza finanziamenti pubblici!). Furia non era presente per motivi di lavoro e Dell’Atti, nonostante nel verbale sia stato segnato presente, in realtà “è stato estromesso” (l’avranno bloccato come si fa su Facebook?).

 

Secondo i due giovani dirigenti, la commissione nazionale non ha più un ruolo di garanzia super partes e non sta vigilando sulle iscrizioni alla giovanile del Pd. Non ha analizzato le “anagrafiche del tesseramento pervenute dai territori, al fine di evitare tesseramenti gonfiati o problematici, siccome lo statuto dei Giovani democratici prevede regole stringenti per la compilazione delle anagrafiche”. In più parti d’Italia, infatti, vengono riportati episodi strani sul tesseramento. Baruffe a Modena, dove la segretaria uscente dei Gd, Federica Di Padova, si è dimessa pochi giorni fa. Lì, venticinque giovani avrebbero voluto iscriversi (compresa la stessa segretaria, rimasta sprovvista) ma le tessere erano finite e sono arrivate troppo tardi.

 

A Roma gli iscritti sono passati da 1.200 a 1.900. “Il problema – dice al Foglio una giovane dirigente del Pd che sta seguendo il congresso – è che le anagrafiche presentano dati incompleti”. Nonostante queste ombre, però, la commissione nazionale – si legge nella lettera dei due dimissionari – ha scelto di “non valutare le anagrafiche provenienti dalle regioni. Ci sfugge la ratio con la quale si è deciso, su un terreno così importante e complesso come quello della verifica del tesseramento e dei dati in anagrafica, di non occuparsi delle eventuali problematiche locali”. La commissione nazionale si è però occupata di alcuni ricorsi che erano già stati risolti in sede locale, violando così una regola non scritta di non riaprire delle controversie già affrontate sui territori. Una decisione che ha fatto infuriare il segretario regionale dei Giovani Democratici della Lombardia Roberto Gazzonis, regione che peraltro sostiene in maggioranza il candidato Costantino. La commissione nazionale ha accolto un ricorso presentato a Bergamo e disposto la sospensione del congresso. “L'organo di garanzia e controllo che dovrebbe sorvegliare l'andamento del congresso – dice Gazzonis – ha agito strumentalmente contro l'organizzazione regionale lombarda, rea unicamente di non appoggiare l'establishment baldiniano (da Andrea Baldini, segretario uscente, ndr)”. Così “è stato inflitto un duro colpo alla democrazia interna ai Giovani Democratici, ma voglio dirlo chiaramente: noi non ci lasceremo intimidire da voi. Non vi lasceremo fare i vostri sporchi giochi e lotteremo strenuamente finché non verrà ripristinata la democrazia all'interno dei Giovani Democratici”. Il congresso di Bergamo infatti si farà, in barba alla commissione nazionale.

 

[**Video_box_2**]Volano botte anche in Campania, regione molto importante per i Gd quanto a numero di tesserati. Lì si sfidano Francesca Scarpato (sostenuta da una parte dei renziani e da Marco Sarracino, candidato alle primarie del Pd a Napoli) e Pasquale Stellato, segretario provinciale dei Gd a Caserta e membro dei FutureDem renziani (appoggiato dal vicesegretario nazionale Davide Ragone). L’ex segretaria regionale dei Gd Antonella Pepe, che si è dimessa da poco, ha pesantemente attaccato il giovane Stellato: “Non ha mai dormito in un campeggio, non ha mai preso un regionale e che senza nessun tipo di remora si è accordato con il centrodestra cosentiniano alle elezioni universitarie”. Solo “linciaggio mediatico”, ha risposto Stellato. E manca ancora un mese al congresso.

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  • David Allegranti
  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.