"La Cirinnà non si cambia", dice il Pd. Ma Renzi è nelle mani dei franchi tiratori grillini

Redazione
La ragione per cui il presidente del Consiglio ha scelto di insistere forte sul punto che il Pd ha un accordo con Grillo è semplice da interpretare: sta preparando già oggi la strategia per parare il colpo in caso di sconfitta al voto segreto.

AGGIORNAMENTO DELLE ORE 18:40. Il Pd risponde a chi chiedeva mediazioni sulla cosiddetta stepchidl adoption contenuta nel ddl Cirinnà sulle unioni civili: “Non si cambia, sulle adozioni seguiamo le indicazioni di Consulta e Ue". L'Aula del Senato ha respinto con un'unica votazione le questioni pregiudiziali presentate al ddl Cirinnà sulle unioni civili. Bocciate anche le richieste di sospensiva. Il presidente Grasso ha dato quindi avvio alla discussione generale. I tempi previsti per il dibattito prima dell'avvio delle votazioni sono di 21 ore. Dunque, allo stato, la discussione generale non si concluderà questa settimana.


La vera partita sarà la prossima settimana quando arriveranno i voti segreti sul ddl Cirinnà e al di là dei toni sicuri che arrivano dal Pd il punto è semplice e insieme complicato da decifrare: Matteo Renzi è convinto che la legge sulle unioni civili alla fine non passerà.

 

Le parole che offre in queste ore il presidente del Consiglio ai suoi collaboratori sono forse dettate da una prudenza estrema ma la ragione per cui Renzi ha scelto (vedi Repubblica di ieri) di insistere forte sul punto che il Pd ha un accordo con Grillo per far passare la legge è semplice da interpretare: il segretario del Pd sta preparando già oggi la strategia per parare il colpo in caso di sconfitta al voto segreto sul ddl Cirinnà e la strategia prevede di scaricare tutta la responsabilità sui franchi tiratori grillini.

 

Al di là della tattica politica non c’è dubbio che la legge sulle unioni civili oggi sia legata alla nascita o meno di un’unione civile tra Grillo e Renzi, tra movimento 5 stelle e Partito democratico, ma la logica parlamentare porterebbe a dire che il 5 stelle voterà “sì” alla legge sulle unioni civili targata Pd solo se al Senato non prevarrà la linea Casaleggio.

 

[**Video_box_2**]In altre parole, il movimento 5 stelle avrebbe tutto il vantaggio a sabotare la legge e a non offrire una vittoria a Renzi ma il problema è che i senatori del movimento 5 stelle sono, tra tutti i parlamentari grillini, i meno allineati al direttorio del movimento.

 

Il direttorio, come si sa, è formato esclusivamente da deputati grillini (Di Maio, Di Battista, Fico, Ruocco, Sibilia) e non da senatori e nel corso del tempo lo squilibrio tra le due ali del Parlamento ha creato posizioni diverse nel movimento. Il paradosso, dunque, è che l’accordo tra Pd e il Movimento 5 stelle, sul voto segreto, se davvero esiste funzionerà solo se i senatori si muoveranno in autonomia rispetto al direttorio. Viceversa, per Renzi, il voto sul ddl Cirinnà potrebbe trasformarsi in una sconfitta politica importante, dalla quale però il segretario del Pd potrebbe uscire con una tattica semplice: dire “il Pd la voleva ma è stato il 5 stelle a impedirci di fare la legge”. Il tema c’è e si capisce perché oggi il pessimismo di Renzi sia più forte di quello mostrato al pubblico.

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