Laura Boldrini (foto LaPresse)

Boldrì, ma che stai a dì?

Redazione
"In una democrazia è importante che ci siano una destra moderata, una destra più radicale, una sinistra e una sinistra più sinistra. E io penso che questo cammino non sia messo in discussione dagli eventi greci”. Con questa illuminata analisi si conclude un’intervista al Corriere della Sera di Laura Boldrini.

In una democrazia è importante che ci siano una destra moderata, una destra più radicale, una sinistra e una sinistra più sinistra. E io penso che questo cammino non sia messo in discussione dagli eventi greci”. Con questa illuminata analisi si conclude un’intervista al Corriere della Sera di Laura Boldrini, casualmente eletta alla presidenza della Camera (italiana; in quella greca, la sua omologa e affine Zoe Konstantopoulou ha una visione un po’ meno da salotto) proprio dalla “sinistra e sinistra più sinistra”, cioè dalla brigata Vendola, Fassina & Grillo già in gita ad Atene per l’eroico referendum del 5 luglio scorso. La visione boldriniana non contempla, per dire, la più antica e in salute democrazia del mondo, quella inglese: dove i più a sinistra e i più a destra fanno chiasso ma poi a Westminster e Strasburgo gli elettori mandano conservatori e laburisti. Stesso discorso per gli Stati Uniti e la Germania. Ma la “terza carica” proprio con David Cameron se la prende, per difendere il referendum greco (“uno slancio legittimo”) e il suo promotore “coraggioso e responsabile”, Tsipras, “un leader di grande personalità che ha assunto decisioni lungimiranti”.

 

Al contrario del bieco conservatore di Downing Street: “Se il referendum lo fa Tsipras è da irresponsabili, se lo fa Cameron è diverso?”. In attesa di conoscere quale film ateniese stia seguendo la presidente della Camera – oltre la metà del vertice di Syriza ieri si è dimessa – si può rispettosamente ricordare che il referendum inglese sarebbe sull’uscita dall’Unione europea, quello greco prometteva di restare nell’euro ma facendo finta di non dover ripagare la montagna di debiti che la Gran Bretagna non ha. Poi si potrebbe aggiungere che la consultazione inglese è stata dibattuta e presentata con mesi, anzi anni, di anticipo, e non realizzata in cinque giorni di fuoco. Quanto poi alle ragioni di tutto questo, che i greci godessero di baby pensioni e non pagassero le tasse, Boldrini le liquida con un “molte cose che la Troika ha chiesto non erano quelle giuste”. Come no. Perfino Tsipras ormai dice che smettere di lavorare a 45 anni è indifendibile, mentre le pressione fiscale finora era del 34 per cento, inferiore a ogni media d’Europa, dieci punti meno che in Italia, e il “responsabile leader” l’avrebbe anche abbassata. Quisquilie, per la istituzionale simpatizzante dei “Madoff della democrazia”.

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