l premier Matteo Renzi (foto LaPresse)

Caro Renzi. Se crolla tutto non si va a votare

Enrico Zanetti
Venticinque deputati della maggioranza dicono che il governo Renzi non è l’unica alternativa in questa legislatura. Lettera del segretario di Scelta Civica.

Al direttore - L'incontro di giovedì scorso a Palazzo Chigi tra la nostra delegazione e il segretario e vicesegretario del Pd ha riaffermato il ruolo di Scelta Civica quale terza forza di questa maggioranza. Non ci nascondiamo dietro a un dito: i sondaggi sono quello che sono (e sarebbe francamente strano fossero diversi, dopo la "non politica" fatta nei primi due anni di legislatura). Tuttavia, dopo il Congresso celebrato poco più di due mesi fa (e il trasloco quasi in blocco ad altro partito del precedente gruppo dirigente), Scelta Civica può oggi ricostruire un'area politica attorno ai suoi attivisti e a un gruppo alla Camera di ben 25 deputati; e lo dimostra del resto anche il fatto che ha iniziato per la prima volta ad aggregare anche altri deputati, in un contesto in cui sono ora altri a perdere pezzi su pezzi.

 

Siamo un'area liberal-democratica e popolare riformatrice senza compromessi: senza sinistre interne con idiosincrasie sulle riforme del settore pubblico e del lavoro; e senza popolarismi in versione conservatrice su temi come le liberalizzazioni economiche o il diritto di famiglia. Non svelo certo misteriosi retroscena, se dico che l'incontro di giovedì scorso a Palazzo Chigi  ha trovato il proprio presupposto nella nostra posizione sul disegno di legge elettorale, in merito al quale, sin dal Congresso, abbiamo detto che lo ritenevamo tutt'altro che invotabile, ma assolutamente migliorabile. A tale fine, nei giorni scorsi, abbiamo presentato cinque emendamenti e li abbiamo messi in discussione in Commissione. L'incontro con Renzi è stato per noi utile e opportuno per prendere atto della determinazione del premier nel considerare imprescindibile, per la prosecuzione dell'azione di governo, l'approvazione definitiva, e quindi senza modifiche, dell'Italicum. Chiaro che, quanto all'imminente dibattito in Aula, ci aspettiamo maturità da parte di tutte le forze politiche nel non richiedere voti segreti, così come auspichiamo non si verifichi l'apposizione formale della questione di fiducia da parte del governo. Tanto più che, allo stato del dibattito, risulterebbe pure pleonastica, essendo già stata posta di fatto una fiducia "materiale" sulla non modificazione del testo. Per altro, siamo convinti che la fiducia nulla aggiunga anche dal punto di vista della drammatizzazione in ottica "fine legislatura", perché, se c'è una cosa che l'attuale fluidità politica assicura, è che maggioranze apparentemente impossibili da trovare, per la formazione di nuovi governi, quando arriva il momento invece si trovano. Noi pensiamo però che sarebbe un tornare indietro verso governi ancor più fragili e immobili di quello in cui alla fine era suo malgrado diventato l'esecutivo di Letta, mentre abbiamo bisogno di andare avanti. L'incontro con Renzi è stato utile e opportuno anche per spiegare a nostra volta al Premier che tanta "feroce" determinazione, nel voler evitare la palude dei "frenatori" del processo di riforma della legge elettorale, la accettiamo solo nella misura in cui sappiamo che potremo aspettarci di vederla anche quando si tratterà di affrontare alcune proposte riformatrici di Scelta Civica, su temi come il fisco, la trasparenza nella pubblica amministrazione, le partecipate pubbliche e la giustizia civile, che riteniamo nel loro complesso assai più utili al Paese rispetto a quattro o cinque pur opportuni ritocchi dell'Italicum.

 

[**Video_box_2**]Sarà su questa "coerenza anti frenatori", applicata anche sulle nostre proposte, che misureremo nelle prossime settimane e mesi l'azione del governo e trarremo le nostre valutazioni.

 

Noi non abbiamo infatti necessità di rassicurare "i nostri" che staremo al governo con Renzi fino al 2018 sostanzialmente a prescindere, almeno quanto pensiamo però che, ove questo avvenisse, presupponendo quindi un giudizio positivo sull'esperienza di governo (altrimenti vuol dire che si rimane solo per le poltrone), sarebbe davvero stupefacente candidarsi contro e tanto più stupefacente sarebbe il teorizzarlo ora, mentre ci si sta.

 

Per noi di Scelta Civica, infatti, l'identità politica non te la dà il candidarti contro qualcuno a prescindere dal fatto che le cose realizzate insieme nel mentre siano state rispondenti alle tue priorità politiche.

 

L'identità politica te la dà piuttosto il realizzare cose rispondenti alle tue priorità politiche a prescindere dagli alleati con cui riesci in concreto a realizzarle.

 

Enrico Zanetti è segretario di Scelta Civica