(foto Ansa)

Piccola posta

Il reclutamento militare dei più giovani è la spina nel fianco di Zelensky

Adriano Sofri

La renitenza crescente della società ucraina. L'età di 27 anni della coscrizione, prima di passare ai 25, dipendeva molto dalla spinta volontaria, inevitabilmente scesa col passare del tempo. Il consenso dell'opinione pubblica, la penuria di munizioni e la prossima offensiva di Putin

Non sono sicuro di aver capito esattamente la situazione del reclutamento militare in Ucraina e in Russia (questione oggi cruciale anche per l’Israele in cui per la prima volta si reclutano gli studenti ultraortodossi delle scuole rabbiniche). Nel maggio del 2023 la Verkhovna Rada, il parlamento ucraino, votò una legge che abbassava l’età del reclutamento militare da 27 a 25 anni. Per entrare in vigore, la legge aveva bisogno della firma del presidente Zelensky, che l’ha rinviata fino allo scorso 2 aprile, quando alla fine l’ha apposta. Una simile condizione era piuttosto sorprendente, perché mentre la registrazione presso le commissioni militari riguarda i giovani maschi dai 18 anni in su (anzi, con una preregistrazione ai 17), e il divieto di espatrio per gli uomini dai 18 ai 60, la coscrizione vera e propria dai 27 anni era incomparabilmente più alta di quella russa. Che, sempre se non fraintendo, va dai 18 o dai 21, con la condizione di non impiegare i coscritti fuori dal territorio russo: dizione ingannevole, dal momento che la Russia ha decretato che il territorio ucraino occupato nelle quattro regioni (Lugansk, Donetsk, Zaporizhia, Kherson) fa pienamente parte della madrepatria russa (e dunque non potrà in nessun caso essere oggetto legale di negoziati, condizione ancora bellamente ignorata da chi ripete quotidianamente che è l’Ucraina a essersi inibita legalmente ogni trattativa senza la riconquista dell’intero territorio occupato).

L’età relativamente alta della coscrizione effettiva ucraina dipendeva dalla prevalenza iniziale, a ridosso dell’invasione russa, della spinta volontaria. Che il passare del tempo ha inevitabilmente ridotto, con un risultato amaro. Il rinvio del servizio ai 27 anni, insieme alle condizioni legali di esenzione e rinvio (gli studi universitari, anche per una seconda laurea, l’avere a carico famigliari invalidi, o figli minori – occasione, quest’ultima, di separazioni concordate) e a quelle illegali: esoneri medici comprati e altre corruzioni, ha fatto sì che l’impiego delle forze in combattimento venisse oberato nella durata e nel trattamento, scarsezza o addirittura assenza di turni, licenze eccetera, e che fra i militari al fronte e i giovani uomini a casa “imboscati” si aprisse e crescesse una frattura. E, com’era inevitabile e comprensibile, un numero ingente di giovani in età militare era andato all’estero, anche qui col risultato di fomentare in alcune autorità ucraine la richiesta ai paesi ospitanti di rimpatriarli forzatamente, richiesta fortunatamente non ufficializzata e non accolta.

Che Zelensky abbia aspettato tanto a firmare l’abbassamento dell’età dai 27 ai 25 anni è un segno della renitenza crescente della società ucraina a una leva che è diventata sempre più dura e costosa per le vite perdute e le mutilazioni fisiche e psichiche. La divergenza, poi manifestata in modo dirompente, fra l’ufficio del presidente, che agisce da vero governo di fatto, e lo stato maggiore guidato da Zaluzhny, aveva avuto fra i suoi moventi il dissenso sulla mobilitazione, benché non sia mai stato chiarissimo chi dei due avesse avanzato la richiesta di 500 mila nuovi coscritti, che Zelensky ha alla fine negato di proporsi. Sta di fatto che il rinvio nella modifica dell’età ne ha alzato il costo quanto al consenso dell’opinione, che sarebbe stato molto più pronto in passato. Un’imminente ulteriore discussione parlamentare tratterà inoltre di nuove e più stringenti regole sulle ragioni di esonero, sulle idoneità mediche, sulle sanzioni di renitenze e diserzioni, che renderanno il clima ancora più pesante. E naturalmente la penuria di armamenti, equipaggiamenti e munizioni, in coincidenza con la ferocia metodica con cui i missili russi stanno lavorando al corpo l’Ucraina civile alla vigilia della nuova stagione offensiva, è fatta per scoraggiare le riserve del paese. Anche Putin aveva rinviato la firma di nuove mobilitazioni all’indomani del plebiscito (e del massacro jihadista), ma a lui la firma costa infinitamente meno. Finora.

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