(foto Ansa)

Piccola posta

L'equivoco di Laura Morante nel confronto tra Assange e Navalny

Adriano Sofri

E il dolore e la vergogna che ne ho provato. Ancora una volta, il risultato della smania di far salire l'uno abbassando l'altro

Laura Morante è impegnata da tempo nella difesa di Julian Assange. Apprezzo senza riserve la convinzione che la anima e, quanto alla sostanza, condivido il desiderio della libertà per Assange. Mi sembra un caso esemplare della necessità che la pretesa di giustizia vada assieme alla grazia. Martedì sera, in un programma televisivo, si discuteva comparativamente, siccome suole, di Assange e di Navalny. Morante ribadiva appassionatamente i suoi argomenti sul prigioniero di Londra, quando ha intercalato impazientemente una frase: “Ma Navalny era un reazionario!” Ne ho provato un dolore e una vergogna. Dove e quando si era informata su Navalny? Ha un’idea di quello che Navalny diceva negli ultimi anni sull’invasione dell’Ucraina, sulla persecuzione della comunità LGBTQ in Russia, sullo stato di diritto, sulla libertà di voto e di parola, sulla corruzione del regime e le sue conseguenze sulla povertà e la disuguaglianza sociale, sulla vocazione alla guerra connaturata al terrore interno...?

Beninteso, se Navalny fosse stato “un reazionario”, la nobiltà e l’eccezionalità della sua resistenza alla persecuzione non ne sarebbero state scalfite di un’unghia.

Mi chiedo come Laura Morante abbia ceduto a una bassezza così indegna di lei. Mi dico che è il risultato di un equivoco come il confronto fra Assange e Navalny, la smania di pesarli sui due piatti della bilancia, l’illusione di far salire l’uno abbassando l’altro. Nello stesso giorno, a Londra, mentre si teneva l’udienza, Stella Morris, la moglie di Assange, avvertiva al contrario che la condizione di suo marito somigliava a quella di Navalny.

Quanto alle fonti, non c’è che la scelta. Ieri Travaglio rispiegava che in Siberia era morto ammazzato in galera, cosa che non si fa, un razzista. Nel resto del suo giornale si ribatteva il chiodo sulla bara – provvisoriamente? – vuota. La sera prima Lilli Gruber invitava Travaglio a deplorare Salvini che trovava indebito accusare Putin della morte di Navalny, proprio come Travaglio nell’editoriale della mattina. Il quale dopo aver deplorato a lungo Salvini, ha ripetuto come sia indebito e irragionevole accusare Putin della morte di Navalny. Ambedue, Salvini e lui, sono tuttavia comprensivi “con la moglie di Navalny” – povera.

Di più su questi argomenti: