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Al vertice saudita il mondo musulmano si ricompatta contro Israele

Adriano Sofri

Nonostante le profonde divergenze e le carneficine reciproche, i leader islamici si riconciliano tra baciamano e accuse a Netanyahu

Il vertice di sabato a Riad della Lega araba e della Organizzazione per la cooperazione islamica ha avuto i suoi problemi con la nomenclatura. La Lega araba esiste dal 1945, ha 22 membri, e un rapporto cruciale con la Palestina. Ovviamente non comprende stati come la Turchia e l’Iran, che non sono arabi . L’Organizzazione per la cooperazione islamica (Oic), fondata nel 1969, dal 1975 con lo status di Osservatore all’Assemblea dell’Onu, ha ben 57 membri, ha sede a Gedda, ed è stata costantemente egemonizzata (e finanziata) dall’Arabia Saudita, in funzione anti iraniana. L’altro giorno, dopo la redditizia mediazione cinese, per la prima volta il presidente iraniano Raisi è stato l’ospite (d’onore, e quello che ha alzato più la voce, quello del baciamano a Hamas) a casa di bin Salman. Ed è tornato il boia dittatore per conto russo della Siria, Bashar al Assad, che era stato espulso dall’Oic nel 2012 (e dalla Lega Araba già l’anno prima). Così l’espediente di unificare il vertice della Lega Araba con quello della Oic ha consentito di mettere assieme tutti.

Iran e Turchia (e i grandi paesi musulmani asiatici) non sono arabi. L’Iraq è arabo ma a maggioranza sciita. Iran e Arabia Saudita sono divisi anche dalla religione, sciita il primo sunnita il secondo. La guerra degli otto anni, 1980-88, fra Iran e Iraq contrapponeva due nazionalità, l’Iran a maggioranza persiana e l’Iraq a maggioranza araba, e due confessioni, la sciita di Teheran alla sunnita – minoritaria, ma allora al potere con Saddam – in Iraq. La guerra “civile” in Yemen fra i miliziani Huthi in maggioranza sciiti e i filosauditi – più di otto anni, più di 400 mila morti, “un bambino ucciso ogni nove minuti” (un minuto meno che a Gaza!) – è ora raffreddata consentendo agli Huthi, infeudati all’Iran, ma con una riottosa autonomia (come gli Hezbollah in Libano, più dei ceceni di Kadirov con Mosca) e la dotazione di missili da 2000 km di gittata, già sperimentati alla volta di Eilat. Dunque l’annuncio è che tutti questi paesi, già attori di milionarie carneficine reciproche, si sono incontrati a Ryiad passando sopra alle loro differenze “nazionali” e alle loro esaltate divergenze religiose, in nome dell’unico ingrediente comune, l’islam, liberato dalla dedizione teologica all’inimicizia irriducibile contro apostati ed eretici. Un gran bel lavoro, d’armi e di petrolio.

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