Foto Roberto Monaldo / LaPresse

Piccola posta

Non si sarebbe potuto auspicare un governo migliore

Adriano Sofri

E dopo la logorante azione dei dilettanti allo sbaraglio, piazzisti del sovranismo e no vax in primis, viene quasi da rinnegare l'ultimo flebile avanzo di democrazia formale: il suffragio universale

Oggi sono piuttosto in pace con me stesso. Della mia libertà, garantisco a me stesso: basta e avanza. Della mia distanza di sicurezza certificano la mia fedina penale e la mia dichiarazione dei redditi. Dunque dirò del governo. A contrassegnare il governo sono due persone: Draghi e Cartabia, oltre che il loro promotore, il presidente della Repubblica. Gli altri sono, con le ovvie differenze rispettive, comprimari o comparse, di buona volontà o incresciosa zavorra.

 

Penso che nella condizione data, dell’Italia, dell’Europa e del mondo, non si sarebbe potuto auspicare un governo migliore. Meno peggiore, se preferite. Io, su questo piano, non faccio più differenze. Le cose migliori non le cerco lì sopra, ma qui vicino. E avverto l’imminenza di una conclusione, dopo che la roccia è stata scavata a fondo dai dilettanti allo sbaraglio (proprio e altrui), dai piazzisti del sovranismo e del razzismo, dalle bravate elettorali dei magistrati, dalla naturale tentazione dei sorteggi, e dalle confluenze losche in nome della resistenza al vaccino e alla dittatura sanitaria. La conclusione, che preme sotto pelle, rinnegherà l’ultimo flebile avanzo delle condizioni della democrazia formale: il suffragio universale.

 

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