Veduta di Gorizia (foto Wikipedia)

piccola posta

Capitale fra due stati

Adriano Sofri

I sindaci dei due comuni hanno festeggiato insieme la notizia, dove una volta passava il muro della Cortina di ferro

Colpiva, nel messaggio di fine anno del presidente Mattarella, la menzione di Nova Gorica e Gorizia designate a far da capitale europea della cultura del 2025. La decisione era venuta solo il 18 dicembre, quando il comitato internazionale aveva scelto per il 2025 le due capitali che ogni anno rappresentano la cultura, e per quell’anno spettano a Germania e Slovenia.

    

 

L’istituto risale al 1985, quando fu proposto da Melina Mercouri, allora ministro della cultura greca. Per la Germania la scelta è toccata a Chemnitz, anche lei città di confine con una radice slava, fra la Sassonia e la Repubblica Ceca, e anche lei legata agli eventi della Seconda Guerra, quando fu massicciamente bombardata dagli Alleati per i suoi importanti impianti di industrie militari. Per la Slovenia erano state in lizza sei località, ridotte poi a quattro, compresa la capitale nazionale Lubiana.

 

La candidatura di Nova Gorica aveva puntato sul progetto condiviso con la parte italiana, nella città per la quale era corso tanto sangue nella cosiddetta Grande Guerra, e dopo la Seconda drammaticamente e spettacolosamente spaccata in due dalla Cortina di ferro. Nella famosa piazza della Transalpina dove passava il muro, ora chiamata Trg Evrope, piazza Europa, nel lato sloveno che comprende la stazione, i sindaci dei due comuni, Klemen Miklavic e Rodolfo Ziberna, hanno aspettato e festeggiato insieme la notizia: la prima capitale, sia pur simbolica e provvisoria, che sta fra due stati. Dopo l’incontro triestino di luglio fra i due presidenti, Mattarella e lo sloveno Borut Pahor, è un altro fatto compiuto, controcorrente, nel salto dei muri in un territorio che ha esacerbato e consacrato tanto a lungo intolleranza e inimicizia.