Trastevere, Manifattura tabacchi a piazza Mastai (foto via Wikimedia)

Ricordi ginnasiali

Adriano Sofri

Rubabandiera a piazza Mastai e i versi incisi sulla targa a rione Monti

Era la fine degli anni ’50, eravamo ginnasiali, poi liceali. Si fumava parecchio, si chiedeva: “Ciai ’na sigaretta?” e voleva dire davvero una sigaretta, non, come vent’anni dopo, Ciai cento lire, e venticinque dopo, Ciai mille lire. (“Mille lire? Ne ho molte di più”, diceva Checco Zotti, ma quello era dall’altra parte, a San Cosimato). Ce la si passava, una sigaretta. Si guardava la Manifattura dei Tabacchi, a piazza Mastai, come un rapinatore avrebbe guardato la Banca d’Italia.

 

Avevo un amico appena a sinistra della piazza, Tonino, e due a destra, Mirko e Fabrizio, in via della Luce. Li ho ancora. Tonino mi ha scritto che la cronaca di questi giorni gliel’ha fatta ricordare, la sua piazza Mastai: “dove giocavo a rubabandiera, strofinandomi alla ragazzina che mi piaceva, o a nizza”. Tonino è uno che si prodiga per i vecchi e i giovani, ha fondato e fa vivere l’associazione fra gli ex alunni del nostro liceo. E’ amareggiato. “Questa che è venuta dopo è una società becera – dice – dove nemmeno i diversi sono migliori dei normali”. Io abitavo un po’ più in là, piazza Mastai era loro. Si credeva che ci fosse nato Apollinaire, cento e un anni fa, in una casa poi demolita. Pare che non sia vero, e che fosse nato al rione Monti, non a Trastevere. Qualcuno vorrebbe togliere la targa, qualcuno conservarla. Meglio tenerla, per ora, meglio conservare alla piazza qualche ragione diversa dalle novissime per esser ricordata. Meglio i versi incisi, meglio il tempo del gelsomino:

Jeunesse adieu jasmin du temps

J’ai respiré ton frais parfum

À Rome sur les chars fleuris

Chargés de masques de guirlandes

Et des grelots du carnaval.

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