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Speranze in arrivo dalla Mosul liberata

Adriano Sofri

Nella parte ancora occupata dall'Isis la banda dei morsi della brigata al Khansa, reparto femminile della Hisbah, la Polizia della Morale, colpisce le donne che si permettono di scoprire le mani

Nei giorni scorsi era venuta dalla Mosul occidentale, la parte più grande e moderna tuttora occupata dall’Isis, una serie di notizie e di voci sui morsi. Donne che vengono sottoposte a processi pubblici per aver esposto le mani nude, e alla fine il giudice islamico morde le mani scandalose. E’ una vera banda dei morsi la brigata al Khansa, reparto femminile della Hisbah, la Polizia della Morale. Testimoni hanno riferito di una bambina di 10 anni, Faten, che si era affacciata sulla strada mentre faceva le pulizie di casa. La Morale vieta alle creature femminili di uscire di casa non accompagnate dai loro maschi. La compassionevole brigata ha chiesto alla madre di scegliere chi dovesse essere punita, la bambina o lei. La madre ha lasciato che fosse punita la bambina, pensando che avrebbe ricevuto solo un morso di denti umani alla mano. Ma le torturatrici di al Khansa si sono evolute tecnologicamente: hanno adottato un congegno meccanico che morde con denti avvelenati. La bambina sarebbe morta squartata dai morsi metallici prima che il veleno avesse effetto. Punizioni feroci e a volte mortali vengono inflitte alle madri che allattino fuori casa, o alle donne e alle ragazze che non siano coperte dalla testa ai piedi di indumenti neri, o portino una borsa di un altro colore, o scoprano inavvertitamente sul viso un lembo del loro sudario nero. Per questo vorrei registrare l’altra notizia venuta ieri da Mosul est, la parte liberata dall’Isis, in cui dopo quasi tre anni due donne hanno riaperto, sia pur senza insegne vistose e dentro una casa privata, il loro Salone di bellezza femminile.

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