CHESIL BEACH - IL SEGRETO DI UNA NOTTE

La recensione del film di Dominic Cooke, con Saoirse Ronan, Billy Howle e Emily Watson

Mariarosa Mancuso

I rapporti sessuali cominciarono / nel millenovecentosessantatré / tra la fine del bando a Lady Chatterley / e il primo LP dei Beatles”. Lo scrive Philip Larkin nel 1967, in una poesia intitolata “Annus Mirabilis”. Preciso preciso, Ian McEwan colloca il suo romanzo “Chesil Beach” nel 1962. Edward e Florence cominciano la luna di miele in un bell’albergo sulla spiaggia, facendosi servire la cena in camera. Quando è il momento di infilarsi tra le lenzuola, il disastro. Lui non sa bene cosa fare (vanta quattro ragazze ma non ne ha avuta nessuna). Lei ha sbirciato con orrore e raccapriccio, ma senza trarne profitto, un manuale intitolato “Love Sex & Marriage”. Trama d’altri tempi - anche Philip Larkin sarebbe d’accordo - che Ian McEwan (qui anche sceneggiatore) e il regista Dominic Cooke ripropongono tirandola fuori dalla macchina del tempo. O da una ghiacciaia che conserva le forme, ma non i sapori. Appassionarsi non è difficile, è quasi impossibile (era difficile già arrivare in fondo al romanzo, che svelava tutto nelle prime tre righe e poi lentamente rivelava i dettagli). Ma non si può mai dire: “Il verdetto” - tratto da un altro racconto di Ian McEwan, con Emma Thompson giudice dell’Alta Corte che trascura il marito - ha nei cinema molte spettatrici affezionate. Vediamo i goffi tentativi - lui le sfila le mutande, poi non riesce a slacciarsi le scarpe, mentre la tiene ferma sul letto come se lei meditasse la fuga. E il litigio sulla spiaggia, alternato ai flashback che dovrebbero giustificare la mésalliance (lei non lo aveva mai lasciato avvicinare, lui non aveva troppo insistito). Edward nasce povero, con mamma fuori di testa, lui si mette in salvo studiando storia all’università. Florence - Saoirse Ronan, gelida e impettita - nasce borghese, suona in un quartetto d’archi, la mamma spettegola al telefono con la romanziera Iris Murdoch. Gli aspiranti psicologi possono esercitarsi sulle differenze di educazione, la vena di follia, un padre autoritario. Compassione zero. Finale doppio. Uno nel 1973, in un negozio con gli LP dei Beatles. L’altro nel 2007, con gli attori invecchiati da protesi malfatte.

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