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musica

Il secolo breve di Nicola Arigliano

Gino Cervi

Quella del cantante pugliese è stata una delle voci più apprezzate della musica leggera italiana, ma la sua vera vocazione è stata sempre quella del jazz e dello swing. Piccolo alfabeto sonoro a cent'anni dalla nascita

A come Arigliano Nicola – Cent’anni fa, il 6 dicembre 1923, il giorno di san Nicola, nasce a Squinzano, in provincia di Lecce, Nicola Arigliano. In oltre 70 anni di carriera è stata una delle voci più apprezzate della musica leggera italiana, ma la sua vera vocazione è stata sempre quella del jazz e dello swing.

B come Balbuzie – Da piccolo era balbuziente. Tutti lo prendevano in giro, persino in famiglia. Arigliano racconta che fu questo il motivo per cui a 11 anni prese un treno e scappò a Milano, che a metà degli anni ’30 era la culla dello swing italiano. Il giovane Nicola sbarca in qualche modo il lunario, ma non trascura la sua naturale vena musicale, ereditata dalla madre, Cosima Maggio. Studia composizione e prende confidenza con il sax, il clarinetto, talvolta anche il contrabbasso. Poi, un bel giorno, scopre, quasi per caso, di avere uno strumento incorporato: la sua voce. Intanto la balbuzie è sparita grazie al consiglio di un medico: leggere ad alta voce davanti a uno specchio.

C come Crooner – La parola inglese crooner indica un cantante professionista dalla voce dal tono suadente e confidenziale. Curiosa che l’etimologia della parola, to croon, parlare, o cantare con voce morbida e avvolgente, possa essere fatta risalire all’antico alto tedesco kronen, che significa “balbettare, inciampare nelle parole”. Famosi crooner americani furono Frank Sinatra, Bing Crosby, Dean Martin; in Italia, oltre ad Arigliano, celebri crooner erano Johnny Dorelli e Fred Bongusto.

D come Digestivo Antonetto – A partire dal 1963 e, a più riprese, fino al 1985, è stato il testimonial di una popolare pubblicità televisiva. In una lunga serie di sketch interpretava un incallito scommettitore che perdeva sempre, somatizzava le Il mal di stomaco che ne derivava era risolto ricorrendo a un efficace rimedio: "Contro acidità, bruciori, pesantezza di stomaco… Digestivo Antonetto. Aaaah, Antonetto!".

   

E come ‘E spingule frangese – Il repertorio di Arigliano attinge a piene mani anche alla tradizione della canzone napoletana: Strada ‘nfosa, Resta cu’mme, Maruzzella… Questa è È spingule francese che il grande Salvatore Di Giacomo, fin dal 1888, ha tratto da un ancor più vecchia canzone popolare di Pomigliano d’Arco. Parla della tenzone amorosa tra un venditore di spille da balia (le spingule francese) e una ragazza che gli chiede quanto costano.

   

F come Festival di Sanremo – Dopo aver esordito nel 1964, ritorna al Festival di Sanremo oltre quarant’anni dopo, nel 2005, a ottantun anni. Canta Colpevole e si aggiudica il Premio della critica intitolato a Mia Martini.

   

G come Go Man! – Il titolo di un best of raccolto nel 2001, in cui si trovano molti dei suoi “pezzi forti”, da Marilù a Permettete Signorina, da Maramao perché sei morto a Carina, da Amorevole a In cerca di te (ovvero Solo me ne vo per la città, che ascoltate qui).

 

H come Ho un sassolino nella scarpa – Scritta da Fernando Valci nel 1943, e poi portata al successo da Lucia Mannucci – ancora prima di entrare nel Quartetto Cetra – e soprattutto da Natalino Otto, è un classico del repertorio swing di Nicola Arigliano.

 

I come I sing ammore e I sing ancora – Il 1959 è l’anno in cui Arigliano incide alcuni dei suoi migliori successi. Tra questi I sing ammore, testo di Giorgio Calabrese e musica di Giuseppe Previde Massara, un pastiche di anglo-italiano pret-à-porter a uso dei dongiovanni italiani in caccia di turiste straniere che ha fatto scuola: "I sing ammore / Per dirti darling I love you / Sto inguaiato, ti amo very much / Purtroppo però non lo so dir". Nel 2004 esce un disco dal titolo I sing ancora, registrazione di un concerto speciale tenutosi ad Asti l’anno prima in occasione degli 80 anni, con una session di tutto rispetto Enrico Rava, Gianni Basso, Gianni Coscia, Dino Piana, Gianluigi Trovesi, Umberto Trinca, Giampaolo Ascolese, Elio Tatti, Antonello Vannucchi. Qui si può ascoltare l’intero concerto:

 

J come Jazzisti – Nel corso della sua lunga carriera è stato da altri grandi jazzisti come Franco Cerri – con lui anche nella sua ultima esibizione a Sanremo – , Renato Sellani, Oscar Valdambrini, Bruno De Filippi.

 

L come La grande guerra – Sempre nel 1959, sull’onda della popolarità, viene scelto da Mario Monicelli per una piccola parte ne La Grande Guerra.

 

M come My Name is Pasquale! – È il titolo del libro che nel 2002 (Stampa Alternativa) Ernesto De Pascale e Michele Manzotti gli hanno dedicato, associato a un cd audio con registrazione live di alcuni classici dello swing: Ain’t She Sweet, Georgia on My Mind, Solitude, Stormy Weather…

 

N come "Non voglio noie nel mio locale" – Dalla fine degli anni ’60 Arigliano esce per un po’ dalla scena canora, ma nel 1977 in una trasmissione di Rai 1, divenuta poi “di culto”, Non stop, in cui fanno il loro esordio alcuni comici come il trio La Smorfia (Massimo Troisi, Lello Arena, Enzo Decaro), Marco Messeri, Enrico Beruschi, compare vestito di nero e, sparando con una pistola, mette fine agli sketches dei caberettisti pronunciando: "Non voglio noie nel mio locale"

   

O come Onyx Club – Torna alla ribalta a metà anni ’90 grazie alle incisioni di alcuni live presso l’Onyx Club di Matera: del 1995 è I sing ancora e del 1999 ‘Nu ritratto.

 

P come Punt e Mes – Negli anni ’60 ha prestato la sua voce da crooner anche a una serie di sketches romantici del Punt e Mes, l’aperitivo della Carpano, interpretati dall’attrice Margaret Rose Keil.

 

Q come Quel motivetto che mi piace tanto – Altro classico del swing, scritto nel 1932 da Dan Caslar (nome d’arte di Donato Casolaro) e Michele Galdieri, e portato al successo da diversi interpreti, tra cui anche Arigliano.

 

R come Rauchi & Pizzigoni – Duo musicale composto dal sassofonista e clarinettista Riccardo Rauchi e dal chitarrista Alberto Pizzigoni: alla fine degli anni ’50 incidono alcuni dischi con Arigliano, tra cui il mambo-cha cha cha demenziale, Che c’è Concè? (1957)

 

S come Swingare – Diceva: «Io non canto con la mia voce: swingo».

 

T come Targa Tenco – La vince nel 1996 con l’album I sing ancora come migliore interprete.

 

U come Umbria Jazz – Nel luglio del 2001 tiene un concerto a Umbria Jazz. Lo potete vedere e ascoltare qui:

 

V come Venti chilometri al giorno – È la canzone con cui fa il suo esordio al Festival di Sanremo nel 1964, testo di Mogol, musica di Pino Massara. È la storia di un due di picche in salsa swing.

 

Z come Zagarolo, Ultimo tango a – Nel 1973 recita la parte dell’amante della moglie del protagonista, Franco Franchi, in Ultimo tango a Zagarol, di Nando Cicero, la parodia di Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci.

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