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Disin-canto

Nella serata delle cover il Festival di Sanremo capisce che la musica la si fa insieme

Mario Leone

Sanremo 2023 e la socialità musicale. Quella scelta da parecchi anni dalla pianista argentina Martha Argerich: “Sul palco, da sola l’ansia diventa sempre più forte. Non mi diverto e mi sento sola"

La musica - ha detto più o meno così lo scrittore Nick Hornby - ha un grande potere: "Ti riporta indietro nel momento stesso in cui ti porta avanti, così che provi, contemporaneamente, nostalgia e speranza". Questa rubrica è pensata per chi, guardando Sanremo nella speranza di incappare nel nuovo Chopin non ne cavasse che una forte nostalgia per Mozart. Il Festival della città dei fiori spiegato con i canoni e le storie dei protagonisti della musica classica.


 

Nella serata “cover” il Festival di Sanremo trova un certo brio. I cantanti sono più spigliati, meno incatenati a brani che devono rispettare una sorta di “canone” sanremese. Artisti tra il pubblico, Elodie che prende la borsa della signora in prima fila, Grignani e Arisa che “combinano un casino”. Tanti revival ma soprattutto tanti ospiti che accompagnano i concorrenti. Duetti, terzetti e formazioni varie convincono anche grazie ad arrangiamenti brillanti e un vasto repertorio.

 

Vince Mengoni (avrebbero meritato Giorgia e Elisa) che sul palco si presenta accompagnato da un intero coro (appunto), quello londinese dei “Kingdom”.

 

Guardando le esibizioni mi è ritornata in mente la storia della pianista argentina Martha Argerich, tra le più grandi interpreti ancora in attività. L’artista già da parecchi anni ha deciso di non esibirsi più da sola. “Sul palco, da sola - ha raccontato a quanti le chiedono ragione dell’assenza di recital solistici – l’ansia diventa sempre più forte. Non mi diverto e mi sento sola”. Famoso un filmato in cui la Argerich suona in duo con il pianista e direttore Daniel Barenboim. I due siedono di fronte al pianoforte. Quattro mani su una tastiera. Sembra tutto pronto e la Argerich sussurra qualche parola al collega. Lui le risponde. La musica tace. Barenboim appoggia la sua mano per qualche secondo su quella di Martha. Attimi rubati dalle telecamere e consegnati all’eternità. Poi un concerto osannato.

 

Che tu sia Martha Argerich o Gianluca Grignani, hai bisogno di una mano che non ti faccia sentire solo, perché come ripeteva Claudio Abbado “la musica si fa insieme”.  

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