Il fenomeno
L'abbondanza di Taylor Swift con la sua saga americana in cui ne ha per tutti
Si fa fotografare nel pubblico, per dire: sono una di voi. La potenza delle sue "revenge song" e quel che la politica vorrebbe da lei, visto che sembrerebbe essere in grado di influenare parecchi voti in vista delle prossime elezioni
La metamorfosi di Taylor Swift è sorprendente: più diventa famosa – e lo diventa ogni giorno di più, si direbbe, amata, analizzata, seguita, imitata – più lei sembra sforzarsi per umanizzare, rendere accessibile la propria figura, dismettendo ogni residuo di stereotipato divismo e confermando, giorno per giorno, d’essere soltanto una di noi. Stessi drammi, stessi coni d’ombra, insicurezze, problemi irrisolti che abbiamo tutti, stessa predisposizione alle sbandate inattese – chi può giurare di non ricascarci domani? Per esempio, mentre esce il suo nuovo album, “Tortured Poets Department”, undicesimo della sua discografia e destinato a infrangere una moltitudine di record – vendite, download, istantaneità del suo consumo, visualizzazione dei videoclip eccetera – e di generare altre eccezionalità di marketing e tour, lei insiste sul vezzo di farsi intercettare e riprendere nei più banali e instagrammabili panni della spettatrice (non la protagonista: solo un volto nella folla), partecipando a qualche grande liturgia pop, si tratti di una partita di football teletrasmessa in diretta nazionale, o di arrivare a Indio, nel deserto dietro Los Angeles, per partecipare a Coachella, il festival chic adorato dai californiani. Eccola, in tribuna o sotto il palco, lei è la fan tra i fans, quella che guarda, gode e si entusiasma di fronte alle capacità degli altri, del suo ormai fedele e monumentale fidanzato Travis Kelce, tight end dei Kansas City Chiefs e trionfatore dell’ultimo Superbowl, o rendendosi disponibile a scambiarsi ammiccamenti con la star di turno (incluso Damiano dei Maneskin) che la intravede dal palco, come un’ammiratrice qualsiasi (però guardate meglio: Taylor effettivamente è in mezzo alla massa plaudente, ma attorno a lei ci sono quattro montagne umane a separarla del resto del mondo. Sono le sue guardie del corpo), in gioiosa estasi mentre ascolta i gorgheggi di un o di una collega infinitamente meno famosi di lei.
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