Il presidente Mattarella alla prima della Scala lo scorso 7 dicembre (foto LaPresse)

Basta teatri, per assistere alla lirica andremo al drive-in?

Mario Leone

Fa discutere l'iniziativa dell'English National Opera che, a settembre, proporrà una serie di opere in un parco a nord di Londra. Ma dal distanziamento di orchestra e coro al rapporto pubblico-palcoscenico i dubbi sono molti 

La notizia è apparsa sulle colonne del Guardian e subito ha fatto il giro del mondo. L’English National Opera ha annunciato che nelle prime tre settimane di settembre proporrà una serie di opere liriche nel parco di Alexandra Palace a nord di Londra. L’idea è quella del drive–in stile anni ’50. Le esibizioni, rigorosamente dal vivo, vedrebbero musicisti e cantanti distanziati in conformità con le indicazioni per la tutela della salute pubblica e la platea disposta in un grande spazio organizzato per accogliere trecento auto oltre a bici e motorini. Se dovesse funzionare, “Drive & Live”, questo il nome dell’iniziativa, sarebbe estesa ad altre parti del Regno Unito. Stuart Murphy, amministratore delegato di ENO, spiega i dettagli: “Da anni lavoriamo per portare l’opera a tutti. “Drive & Live” è un esperimento che se dovesse funzionare aprirebbe scenari interessanti in questo momento complesso”. Il distanziamento sociale e la chiusura di tutte le attività artistiche comunitarie (cinema, teatro, sale da concerto) hanno rilanciato il desiderio di un contatto umano e tutte quelle iniziative che prima ci commuovevano, le orchestre e i cori che cantano su Zoom o i concerti improvvisati sui balconi, stanno diventando esperienze un po’ sterili e fredde. “E’ la natura dell’uomo – continua Murphy – quella di stare con gli altri. La ENO vuole rispondere a questo desiderio allestendo un ambiente sicuro per tutti”.

 

L’idea, pur interessante, presenta una serie di criticità. La dislocazione del pubblico sembra la cosa più semplice. Meno chiara la modalità di mettere in sicurezza gli artisti in scena. Come distanziare l’orchestra? E il coro, i cantanti? Non arrivano chiarimenti da Londra se non il dettaglio degli spettacoli: dodici appuntamenti con due titoli, La bohème di Puccini (in una versione ridotta di novanta minuti) e Il flauto magico di Mozart ridotto in un’ora. La prima di ogni produzione sarà gratuita per tutti i lavoratori del sistema sanitario nazionale. “Con questa iniziativa si potrebbe creare un nuovo pubblico per l’opera, persone che amano l’auto e la vivono come una casa. Un pubblico che ritorna a una vita normale in totale sicurezza”.

 

Anche in Italia si rincorrono le voci e si fanno varie ipotesi. Così, mentre la Scala annuncia un grande concerto a settembre con il Requiem di Verdi diretto da Chailly dedicato a tutte le vittime del Covid (come si potrà realizzare questo concerto è veramente complesso immaginarlo), le notizie provenienti da Londra hanno spinto una serie di aziende legate al mondo della produzione, allestimento e progettazione di eventi a lanciare lo slogan “Sempre più vicini, sempre più protetti”, così da riproporre un drive–in 2.0 italiano per spettacoli live in completa sicurezza.

 

L’iniziativa non convince Enrico Stinchelli, voce storica della Barcaccia, in onda ogni giorno su Radio 3: “Vuole un mio parere spassionato? – dice al Foglio – Per me non funziona. E’ un surrogato improponibile perché il teatro d’opera vive nel rapporto che c’è tra il pubblico e il palcoscenico anche a livello sinergico. Gli artisti che danno vita a uno spettacolo operistico sono strettamente connessi con quella parte 'energetica' che viene dal pubblico. Mettere la gente nelle macchine, seduta se mai con i pop corn è una cosa che può funzionare per il cinema come era negli anni ’60 ma per l’opera non funziona assolutamente”.

 

Più possibilista Luciano Messi, sovrintendente del Macerata Opera Festival che ogni estate anima lo Sferisterio. “Questa è l’occasione per riappropriarci degli spazi all’aperto per ricominciare a fare spettacolo dal vivo. Si riuscirebbe così a risolvere una delle due problematiche che abbiamo: la sicurezza del pubblico. Se questa estate potessi far entrare le auto allo Sferisterio sicuramente lo farei senza pensarci due volte. I palchi dello Sferisterio, tra l’altro, possono essere equiparati alle auto e un nucleo famigliare può assistere allo spettacolo”. Non è chiaro ancora come poter tutelare la salute degli artisti. “Bisogna essere molto creativi – continua Messi – ipotizzare nuove soluzioni che devono essere transitorie perché l’arte è fatta di contatto fisico”.

 

Nuove idee a cui sta lavorando Stinchelli che è anche direttore artistico dell’Europera Festival: “Sto lavorando a una soluzione che segua i protocolli di distanziamento per quanto riguarda le masse (coro, orchestra, ballerini e comparse) ma sfrutta quello al meglio la tecnologia. Sto immaginando una specie di film - opera, con una post produzione che diventa fondamentale e decisiva nell’ambito di uno spettacolo dal vivo: si ha così la parte dal vivo distanziata e la post produzione video. Delle vere e proprie nuove produzioni di altissimo livello tecnologico ma soprattutto artistico”.

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