Foto Ap, via LaPresse

le lettere al direttore

L'indecente attesa di un segnale di pace da chi è stato aggredito

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - Finalmente un uninominale a doppio turco.
Giuseppe De Filippi

   


    

Al direttore - Peter Gomez (il Fatto quotidiano): “Indecente che chi è contro le armi sia accusato di filoputinismo”. Se si è solo contro le armi degli ucraini non è indecente, è osceno.
Michele Magno

Indecente è, più che altro, che tutti coloro che giustamente si augurano di arrivare presto alla pace attendano un segnale di pace non da chi aggredisce ma da chi è aggredito. 

 


     

Al direttore - Sabato 13 maggio è divenuto il 25 aprile di Giorgia Meloni. Il fascismo di oggi non lo si combatte con l’antifascismo di ieri. Non esiste un “reggimento degli immortali.” L’antifascismo non è un diritto acquisito in perpetuo. Quando viene il momento occorre saper esserlo di nuovo, non basta rivendicare di esserlo stati. E’ tanto più antifascista Giorgia Meloni oggi di tanti che non si accorgono da dove viene il nuovo fascismo e finiscono per esserne complici.
Giuliano Cazzola

Vladimir Putin oggi è ciò che più assomiglia ai fascisti del passato. E combattere contro il più fascista che c’è in circolazione è oggettivamente un modo niente male per dare prova di antifascismo. 

   


        

Al direttore - La cybersecurity, materia complessa che necessita di un’analisi approfondita per poter essere compresa nella sua interezza, ha avuto uno sviluppo esponenziale negli ultimi dieci anni diventando cruciale per grandi, medie e piccole imprese. In quest’ottica ogni grande azienda, manifatturiera e no, deve fare leva infatti su una supply chain che ha un impatto economico notevole. Fincantieri, nell’ambito della cybersecurity, muove un indotto che è pari all’ 1 per cento circa del pil nazionale. Proteggere però grandi organizzazioni comporta, indirettamente, la responsabilità di concorrere alla messa in sicurezza di un indotto che è caratterizzato da sistemi, aziende e culture che di solito non hanno familiarità con la disciplina cyber.  Nonostante i budget destinati ai reparti di cybersecurity siano progressivamente in ascesa, il livello di esposizione all’attacco è cresciuto ancora più velocemente.  Le ragioni alla base dei tentativi di incursione sono molteplici: non solo la nota motivazione economica legata al business dei riscatti ma anche la volontà di impossessarsi del know-how industriale per acquisire concorrenzialità. In questa cornice, si inserisce inevitabilmente il tema della leadership. E’ quindi fondamentale per un cybersecurity manager avere un ingaggio diretto dai vertici d’azienda e una costante comprensione delle loro aspettative.  Nello shipbuilding, ad esempio, sarà a breve impensabile consegnare battelli che non rispondano a chiari requisiti di cybersecurity e questo vale sia sui settori civili (cruise, shipping), che sul militare (navi di superficie, sottomarini, sistemi unmanned). Un manager di cybersecurity dovrà quindi tenere in considerazione aspetti fondamentali per l’analisi dei rischi, comprendere il mercato di riferimento dell’azienda, conoscere i competitor, il know-how dell’azienda e le tempistiche del business. Inoltre, l’impiego di tecnologie dirompenti come il cloud e l’ubiquità della rete ultraveloce hanno stravolto il modo di fare cybersecurity che è costantemente in evoluzione. La minoranza creativa imprenditoriale del settore della cybersecurity è inoltre di importanza cruciale perché lo sviluppo di sistemi di contrasto altamente tecnologici non è solitamente demandato all’apparato politico o a grandi gruppi industriali, bensì a startup o a piccole e medie imprese informatiche che necessitano di un supporto costante. Le sfide più importanti in quest’ambito non riguardano tanto l’ottenimento di finanziamenti adeguati quanto la possibilità di far conoscere i prodotti del proprio ingegno, la capacità di individuare e attrarre le competenze necessarie per rendere la prototipizzazione industrializzabile e la disponibilità di un terreno di gioco su cui testare le nuove tecnologie. 
Daniele Ali, ceo e-phors, Gruppo Fincantieri

Di più su questi argomenti: