Lettere

Su tre partite il governo si gioca il voto positivo fin qui ottenuto

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - Agli italiani che si lamentano di non aver dormito per i botti di Capodanno, va ricordato che anche gli ucraini non hanno dormito per i botti di Capodanno.
Michele Magno

“Abbiamo gridato tutte le preghiere. 311 giorni. Abbiamo qualcosa da dire su ogni minuto. Ma la maggior parte delle parole non sono necessarie. Non abbiamo bisogno di spiegazioni, di decorazioni. Abbiamo bisogno di silenzio. Per ascoltare. Abbiamo bisogno di pause. Realizzare… Non sappiamo con certezza cosa ci riserverà il nuovo anno 2023. Voglio augurare a tutti noi una cosa: la vittoria. E questo è l’aspetto principale. Un augurio a tutti gli ucraini. Che quest’anno sia l’anno del ritorno. Il ritorno del nostro popolo. I guerrieri alle loro famiglie. I prigionieri alle loro case. Gli sfollati interni alla loro Ucraina. Restituzione delle nostre terre. E chi è temporaneamente occupato sarà libero per sempre… Ritorno alla vita normale. Ai momenti felici senza coprifuoco. Alle gioie terrene senza raid aerei. Restituzione di ciò che ci è stato rubato. L’infanzia dei nostri figli, la serena vecchiaia dei nostri genitori che il nuovo anno porti tutto questo. Siamo pronti a lottare per questo. E’ per questo che ognuno di noi è qui. Sono qui. Siamo qui. Siete qui. Sono tutti qui. Siamo tutti ucraini. Gloria all’Ucraina! Buon anno”. Gloria a Volodymyr Zelensky, e al suo discorso di fine anno, e gloria all’Ucraina, e a tutto quello che questo popolo incredibile ha ricordato all’occidente sul tema dei temi: la difesa della libertà.
 


 

Al direttore - Caro Cerasa, sto leggendo il saggio “L’inganno” di Alessandro Barbano. Vorrei, tramite la cortese ospitalità del suo giornale, complimentarmi con l’autore per il coraggio con il quale  sfida un’opinione pubblica forcaiola e svela “di che lacrime grondi e di che sangue” un potere giudiziario maligno e vendicativo. Non esistono torti, abusi, soprusi  più gravi e crudeli  di quelli compiuti  dai “professionisti del bene” col pretesto di nobili finalità.
Giuliano Cazzola

Libro eccezionale.


Al direttore - Nel 2022, leggo dal Corriere, “in Italia sono sbarcati 104.061 migranti, contro i 67.034 del 2021 e i 34 mila del 2020. Lo rivelano i dati aggiornati diffusi dal Viminale. I paesi di origine dei migranti sono soprattutto Egitto, Tunisia, Bangladesh, Siria e Afghanistan”. Quarantamila arrivi in più in un paese di quasi 60 milioni di abitanti. Direttore, ho paura a fare la divisione.
Lucia Mercalli

L’emergenza migranti non è nei numeri degli arrivi ma è in chi, dovendo occuparsi dei migranti che arrivano, piuttosto che offrire soluzioni inizia a dare i numeri. 


 

Al direttore - Ho letto il suo fondo sui sette peccati capitali. Bello e del tutto vero; ma chiudere un articolo del genere dicendo che “il bilancio dei primi due mesi di Meloni non è male” suona come una stecca alla Scala. Che se poi ci aggiungiamo quella che credo sia la peggior legge di Bilancio dai tempi di Tremonti... Questo governo, malgrado le vostre buone intenzioni di trovarci qualcosa di positivo, è una catastrofe e un pericolo; sia per quello che fa, sia per come lo fa: su tre provvedimenti, hanno posto la fiducia sui primi due e imposto la tagliola sul terzo. E’ evidente che – da bravi fascisti, peraltro – sono molto infastiditi dall’esistenza stessa del Parlamento. Cordiali saluti.
Roberto Negro

Questo governo, caro Roberto, è un pericolo ma non è ancora un disastro e non è neppure un governo fascista, pur essendoci in maggioranza certamente qualche fascista. E per quanto, come scriviamo oggi, il governo sia molto insidioso per il nostro futuro sulle tre grandi partite che Meloni doveva affrontare, difesa dell’Ucraina, difesa del Pnrr, difesa dei conti pubblici, il voto, ahinoi, non può essere che positivo.

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