Lettere

Obbligo no, ma si renda indispensabile il vaccino per fare quasi tutto

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - Sono circa quattrocento i ricercatori e docenti universitari che hanno firmato l’appello contro il certificato vaccinale. E’ discriminatorio e anticostituzionale, affermano (nel testo c’è un ambiguo riferimento alle leggi razziali del 1938, anche se non vengono citate esplicitamente). Mi pare di capire, parafrasando Karl Kraus, che nell’Accademia italiana la libertà di pensiero c’è. Manca solo il pensiero.
Michele Magno

Vedo che anche Claudio Borghi ha elogiato il sommo professore Barbero. Cin cin. 


Al direttore - Un editoriale del Foglio del 3 settembre, in relazione ai “movimenti” dei “falchi” della Bce che vorrebbero avviare subito una riduzione degli acquisti di titoli e sganciare la politica dei tassi d’interesse da tali acquisti, incita a evitare la sindrome di Trichet. Questi, presidente della Bce, nel 2008 sovrastimò l’aumento dell’inflazione, che era temporaneo, e decise un aumento dei tassi, non approfondendo, invece, ciò che avveniva nelle banche e nella finanza. Pesanti furono gli impatti sull’economia reale. Giustissimo ora evitare che la linea dei “falchi” si affermi, anche perché siamo ancora lontani dal punto in cui la nuova disciplina che concreta l’obbligo del mantenimento della stabilità dei prezzi dispone di intervenire: il 3 per cento simmetrico deve essere inquadrato in una prospettiva non di breve termine; invece ora siamo solo a un segnale, per di più dell’inflazione non “core”, diffusamente considerato temporaneo. In ogni caso, la continua dialettica anche sull’applicazione delle norme impone che, alla lunga, la disciplina, almeno su questo punto, sia rivista e formi oggetto di norme di rango superiore. Quanto all’errore di Trichet, sarebbe bene, anzi doveroso ricordare che quella decisione, proposta come sempre accade e deve accadere in un organo collegiale dal presidente, fu condivisa pienamente, a meno di dissociazioni postume, dal Consiglio direttivo, del quale fanno parte i governatori  delle banche centrali  nazionali dell’Eurosistema, Bankitalia ovviamente compresa (non  è sufficiente dire Trichet e la Bce). Capisco che la sconfitta non ha padri o uno soltanto, ma “sed magis amica veritas”, così dovrebbe essere. Con i più cordiali saluti. 
Angelo De Mattia

Al direttore - Gli oppositori del green pass e dell’eventuale obbligo vaccinale sostengono che esiste una valida alternativa a queste misure “coercitive”, ovvero comunicare meglio i vantaggi della vaccinazione convincendo così i dubbiosi ad aderire. Un’efficace comunicazione sui vaccini, soprattutto dopo mesi di messaggi spesso contraddittori, è senz’altro molto importante. Tuttavia la “crociata” di Massimo Cacciari contro il green pass dimostra che non basta. Il razionale per il green pass Covid, esattamente come quello praticato da anni per i vaccini dell’età infantile, è molto semplice. Primo, i vaccini hanno un’elevata efficacia nel prevenire l’infezione e la malattia grave. Secondo, i non vaccinati mettono a rischio le persone con cui vengono in contatto sia perché alcune non si possono vaccinare, sia perché la protezione vaccinale è alta ma non è totale e in qualche caso anche un vaccinato si potrebbe infettare. Tre, i rischi derivanti dalla somministrazione dei vaccini sono bassissimi e molto inferiori ai rischi legati alla malattia stessa. Con tutta l’inevitabile incertezza associata a un nuovo fenomeno come il Covid, esiste una schiacciante e incontrovertibile evidenza, supportata anche dai dati italiani, che le tre condizioni sopracitate si verificano. Nonostante ciò Cacciari è pieno di dubbi. Cita a supporto di questi dubbi il fatto che in Israele una buona parte degli ospedalizzati ha completato il ciclo vaccinale. Peccato che la percentuale dei vaccinati in ospedale sia un dato irrilevante. Basti notare che se tutti fossero vaccinati il cento per cento degli ospedalizzati sarebbe per definizione vaccinato. Conta invece l’incidenza pro capite, e i dati israeliani confermano appieno i prerequisiti per il green pass. L’incidenza delle ospedalizzazioni tra i vaccinati è molto più bassa rispetto ai non vaccinati; quindi i vaccini sono efficaci. Tuttavia qualche vaccinato finisce in ospedale; quindi i non vaccinati rappresentano un rischio per la comunità. Come mai Cacciari che si potrebbe presumere sia una persona informata ignora i fatti?  Azzardo a ipotizzare che sia una vittima di quello che lo psicologo inglese Peter Wason definì “bias di conferma”. Si tratta del processo mentale che consiste nel ricercare, selezionare e interpretare informazioni in modo da confermare le proprie convinzioni e, viceversa, ignorare informazioni che le contraddicono. Cacciari, come milioni di persone (spesso meno preparate del professore), nutre dei timori nei confronti dei vaccini e dei dubbi verso i big pharma che apparentemente nessuna quantità di fatti possa scalfire. Ecco perché la doverosa comunicazione non è sufficiente. Rispettiamo le opinioni di tutti, ma a un certo punto le ragioni della salute pubblica devono prevalere. Il green pass è un mezzo giustificato, e con la diffusione di varianti sempre più contagiose è uno strumento inevitabile per garantirci una vita relativamente normale anche nel tempo del Covid. 
Yoram Gutgeld

Quando si confrontano, sciaguratamente, il numero di persone morte con il vaccino e il numero di persone morte senza vaccino si commette spesso un errore di calcolo importante e a volte doloso. Immaginiamo la stanza di un ristorante con quaranta persone. Immaginiamo che tra queste quaranta persone 35 sono vaccinate e 5 sono non vaccinate. Immaginate che tra queste persone ne muoiano in tutto quattro, due vaccinate e due non vaccinate.  Apparentemente, si potrebbe dire che il 50 per cento dei morti è vaccinato e il 50 per cento dei morti non è vaccinato. Ma in verità si tratta di un’illusione, perché l’incidenza dei morti tra i non vaccinati sarebbe infinitamente superiore a quella tra i vaccinati. Niente balle, sì vaccini, sì green pass. Obbligo forse no, ma rendere indispensabile il vaccino per fare quasi tutto direi di sì.