La privacy violata? Amen. Il presupposto della libertà è la vita

Al direttore - Avviata collaborazione con opposizione, si diffonderanno bozze tendenziose una volta per uno.

Giuseppe De Filippi

 


 

Al direttore - E se nelle vertiginose metamorfosi dei moduli di autocertificazione ci fosse lo zampino dei produttori di carta? (sindrome del complotto).

Michele Magno

 

Sento in giro molte lamentele e vedo in giro molti volti imbronciati per via delle nostre libertà che vengono compresse, per via della nostra privacy che viene violata, per via dei molti poteri che vengono trasferiti dal Parlamento al governo. Sarebbero tutti ragionamenti sacrosanti, se la fase che stessimo vivendo fosse una fase ordinaria. Ma essendo la fase che stiamo vivendo del tutto straordinaria bisognerebbe ricordarsi una cosa semplice: il presupposto delle libertà è la vita e quando la vita viene minacciata bisognerebbe prenderne atto e ascoltare semplicemente quello che ci chiede di fare chi ci governa.

 


 

Al direttore - Molto si è scritto di Alberto Arbasino. Poco si è detto di quanto fosse stretto negli anni 50 e 60 il suo rapporto con il Mondo di Mario Pannunzio. Lo scrittore approdato a Roma ventenne prese subito a scrivere per il “settimanale politico, economico e culturale” laico-liberale pubblicando il primo articolo il 7 agosto 1956 (“La cucina dell’accademico”) e continuando a collaborare per un decennio con 120 articoli che spaziavano sull’intero arco culturale e sociale interno e internazionale. L’ultimo suo intervento è datato 30 marzo 1965 (“Il deserto del Midcult”) alla vigilia della chiusura del giornale. Le centinaia di lettere scambiate con Pannunzio testimoniano come “l’anarchico liberale” Arbasino considerasse gli “amici del Mondo” la sua famiglia elettiva. Un saluto.

Massimo Teodori

 


 

Al direttore - Come conseguenza del coronavirus lo studio del diritto sindacale si arricchirà di una nuova tipologia di astensione dal lavoro: oltre alle forme classiche di sciopero bianco, a singhiozzo, a scacchiera, è in arrivo anche lo sciopero a domicilio.

Giuliano Cazzola

 


 

Al direttore - Adesso mi aspetto un bonus “toner e stampanti” nella prossima manovra.

Fabio Marchese Ragona

 


 

Al direttore - Il Decreto del presidente del consiglio (Dpcm) che ormai è conosciuto da tutti, è un “atto amministrativo” che non ha forza di legge e ha il carattere di fonte normativa secondaria. L’uso reiterato dei Dpcm, mi suscita molti dubbi: perché non usare uno strumento abusato da anni da ogni governo, come il decreto legge, magari con la possibilità di reiterarlo (possibile in certi casi), invece di una fonte di rango secondario che non passa nemmeno dal vaglio del presidente della Repubblica.

Il Dpcm poi sta mostrando dei grandi limiti: il testo spesso è vago e va poi argomentato con interventi successivi e questo disorienta e non poco.

Mi sarebbe piaciuto chiedere al mio professore di Diritto costituzionale se fosse possibile adottare misure restrittive delle libertà con un Dpcm, che sfugge al controllo preventivo del presidente della Repubblica e a quello successivo del Parlamento. A me desta molte perplessità.

Andrea Zirilli

 


 

Al direttore - Per una di quelle strane coincidenze che poi coincidenze non sono, mentre dalla Nuova Zelanda arriva la notizia dell’approvazione del testo definitivo della legge che liberalizza l’aborto spazzando via tutti (pochi, a dire il vero) i limiti della precedente legislazione, in Italia è venuto a mancare lunedì scorso Carlo Casini, tra le altre cose fondatore del Movimento per la vita. Con l’eccezione di Avvenire che gli ha dedicato lo spazio che si meritava, la morte di uno dei più grandi italiani del XX secolo (era del 1935) – perché tale è stato Carlo Casini – a parte la notizia nuda e cruda battuta dalle agenzie e ripresa sui siti, è stata praticamente sottaciuta da tutti i giornaloni mainstream (sarà un caso?); e anche chi ha avuto l’accortezza di scriverne, l’ha fatto con titolazioni fuorvianti (ad esempio questa: “Morto Carlo Casini, leader del movimento contro l’aborto”, la testata la taccio per carità cristiana). La scomparsa di Uderzo, il creatore di Asterix, ha avuto più eco. E potremmo finirla qua. Di Casini si potrebbe dire e scrivere molto; qui mi limito a ricordarlo con un numero: 236 mila. Sono i bambini che Casini ha fatto nascere, vite umane che grazie alla sua opera sono state strappate alla morte più ingiusta e criminale di tutte, quella per aborto. Ecco chi era e cosa ha fatto Carlo Casini. Una vita per la Vita. E non è un gioco di parole.

Luca Del Pozzo

 


 

Al direttore - L’imperativo adesso è quello di superare l’emergenza sanitaria, affidandosi agli esperti, i quali dovrebbero collaborare tra di loro, senza cercare la visibilità con dichiarazioni che creano confusione. Quanto ai governanti non è che siamo in presenza di un'azione unitaria, come dovrebbe essere. Una cosa è certa: se riusciremo a superare questo momento, come tutti speriamo, tutto o quasi certamente cambierà. La speranza è che la nuova situazione spazzi via la burocrazia , davvero asfissiante, e segni la nascita di un'Italia diversa, ovvero una nazione veramente moderna, con il sostegno all'economia per il rilancio della nuova ricostruzione dell'Italia, senza se e senza ma. Poi diciamolo: urge ritornare al concetto di stato, non venti staterelli, come pensano i presidenti di regione. Quanto alla sanità, i responsabili regionali dovrebbero poi spiegare perché la Germania ha 28 mila posti di terapia intensiva e l’Italia solo 5 mila: Non parliamo poi delle lunghe liste per le visite.

Giovanni Attinà

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