Sposarsi con i grillini? No. La pazzia della politica che gioca con la fiducia

Al direttore – Il mojito: basta discriminazioni.

Giuseppe De Filippi

 

La storia mi pare molto semplice. Un investitore accetta di mettere 4 miliardi per salvare Ilva. Lo fa trovandosi uno scudo introdotto due anni prima del suo arrivo. Due anni dopo il suo arrivo lo scudo viene tolto. E il governo che lo ha tolto accusa l’investitore di non mantenere i patti. Ricoveratevi. E presto.

 


 

Al direttore - Leggo Franceschini: “Non si può stare insieme solo per paura di Salvini”. A dichiararlo è il più accanito sostenitore, dal 4 marzo del 2018, dell’intesa politica di legislatura con i grillini. Uno dei più convinti assertori dell’accordo di agosto per il Conte bis, un governo che si reggeva e si regge su un solo argomento: bloccare Salvini. Cose da pazzi, si direbbe a Napoli! Trascorsi meno di tre mesi, dalla nascita del governo Conte, Salvini appare politicamente più forte di prima e il centrodestra, con il vento in poppa, si prepara alla sfida per il governo del paese. A cosa è servita la giravolta di agosto? A dare vita ad un governo senza maggioranza nel paese, destinato a logorarsi sempre di più? Era l’unico modo per combattere Salvini? Si vuole rispondere a questo interrogativo che è nella testa di tutti i militanti e gli iscritti del Pd? Nessuno che rifletta sui caratteri assunti da una Lega che sembra porre fine alle sparate contro l’euro, né si cerca di capire il fenomeno del frantumarsi, nel volgere di un anno, del Movimento grillino i cui suffragi scivolano verso destra. Soprattutto non si studia cosa sia cambiato nella società italiana, negli orientamenti dei cittadini. Niente. Come a nulla servono furbizie e tatticismi di Italia viva. Zingaretti vuole il congresso? Bene. Lo si convochi. Ma per riflettere criticamente sulle scelte di agosto e per decidere come modificare un corso politico rovinoso. Prima che sia troppo tardi.

Umberto Ranieri

Vale quello che abbiamo scritto ieri: più il Pd riuscirà a trattare il M5s come un temporaneo compagno di viaggio utile solo per evitare di regalare pieni poteri al salvinismo e più il Pd avrà la capacità di far valere le sue ragioni e di non trasformare il nostro paese nella nuova barzelletta d’Europa.

 


 

Al direttore - Caro Cerasa, la “politica” con l’avvento dei social network è molto cambiata. Osservando il profilo Twitter di quasi tutti i leader politici si nota che nei loro tweet non si limitano a pronunciare parole gradite a chi li segue ma accompagnano alle parole, atteggiamenti e foto che sono in grado di costruire consenso attorno alla propria persona: lusingano gli elettori, promettono vantaggi agli incerti, si mostrano ammirati e vicini ai cittadini, fanno promesse precise ma che all’apparenza non sembrano dispendiose, visitano ogni singola città adattandosi alle principali preoccupazioni dell’elettorato locale, inserendo ogni giorno nelle loro dichiarazioni priorità differenti. Cercano di screditare i propri avversari politici. Li attaccano nel modo più violento possibile, esasperando la comunicazione, focalizzandosi sui loro debiti, le amicizie dubbie, lo sperpero di denaro e tutti i vizi possibili. Nei loro confronti vengono ipotizzate “colpe” che, certamente, colpiscono l’immagine degli elettori. Dimenticando spesso che con i social “scripta manent” e che ciò che si scriveva qualche mese fa si può ritorcere contro in ogni momento.

Andrea Zirilli

 

In verità, social o non social, la storia ci insegna che i politici capaci di solito sono quelli che sanno mentire sapendo poi come smentire. In politica, spesso, come diceva Prezzolini, la coerenza tende a essere la virtù degli imbecilli.

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