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Attenti al movente perfetto del Cav. per l'attentato a Maurizio Costanzo

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - 100 mila per restare con Di Maio: voto di scambio!

Giuseppe De Filippi

 

Al direttore - Sarebbe fin troppo facile puntare il dito contro chi, in ambito ecclesiale, avrebbe potuto e dovuto fare di più e meglio, e soprattutto per tempo, per provare quantomeno a ostacolare una decisione che non è solo una sconfitta per la chiesa ma per la società intera. Ma è un fatto che se la chiesa italiana avesse impiegato/impiegasse un terzo dell’energia che impiega a favore di migranti ambiente ecc. (vuoi mettere?) per combattere a favore di ciò che resta dell’antropologia cattolica, oggi forse non staremmo qui a leccarci le ferite. Intendiamoci. Magari c’è pure chi in ambito cattolico certi problemi manco se li pone pensando siano altre le esigenze, altre le priorità, altre le questioni vere; e magari c’è pure chi non soltanto non si rattrista ma addirittura si rallegra che anche in Italia sia stata di fatto spianata la strada all’eutanasia. A scanso di equivoci il sottoscritto – che insieme a molti altri continua a credere che esistono ancora, eccome, princìpi e valori non negoziabili, e che in nome di quei princìpi è un preciso dovere combattere ovunque e comunque contro ogni visione “efficientista” della vita – ritiene invece che di sconfitta si tratti, e pure cocente; sconfitta che va ad aggiungersi a quelle recenti, promosse manco a dirlo da governi sedicenti cattolici, e a quelle che verranno. Ma tant’è. Tra la “riforma” dell’Istituto Giovanni Paolo II sul matrimonio e la famiglia e l’omoeresia dilagante scambiata per clericalismo; tra le apprensioni per il clima e quelle per l’Amazzonia; fra le timide prese di posizione nei casi Charlie Gard, Alfie Evans, Vincent Lambert, e gli elogi a Pannella di non ricordo quale prelato già cattolico; tra l’“accoglienza” riservata ai Family Day e al congresso delle famiglie di Verona e quella riservata alle unioni civili; tra tutto questo e molto altro ancora, chissà se a qualcuno verrà voglia di rileggersi la parte finale della bellissima preghiera “Ci alzeremo in piedi” di san Giovanni Paolo II: “Ci alzeremo quando i deboli, gli anziani e i morenti vengono abbandonati in solitudine, e proclameremo che essi sono degni di amore, di cura e di rispetto”. Oggi alzarsi in piedi non basta più. Ma sarebbe già qualcosa.

Luca Del Pozzo

Se solo la politica prestasse al diritto e all’aiuto a nascere la stessa attenzione prestata al diritto e all’aiuto a morire l’Italia sarebbe un paese migliore.

 

Al direttore - La Corte costituzionale ha dovuto prendere una delicatissima decisione sulla delicatissima questione del suicidio assistito, che ora non sarà più punibile di fronte a una patologia irreversibile e alla consapevole determinazione del malato di sottrarvisi. “Consulta eutanasica”, ha titolato il Foglio. “Parlamento inetto”, direi meglio. I giudici della Consulta gli avevano passato la palla nell’ottobre scorso, concedendo undici mesi per legiferare. Né la maggioranza gialloverde né quella rossogialla hanno voluto assumersi le loro responsabilità di legislatori, pur essendo evidente che le disposizioni in vigore non erano più adatte a regolare il tema del fine vita. Una pagina decisamente brutta per la democrazia italiana. Adesso che una breccia nell’articolo 580 del codice penale è stata finalmente aperta, dopo oltre un anno di assai poco onorevole attesa, è ragionevole attendersi dalle forze politiche che fin qui hanno sonnecchiato un ravvedimento operoso. Sempre che non le distolga, beninteso, dal voto sul taglio del numero dei parlamentari.

Michele Magno

 

Al direttore - Ora che la bandiera imbottita di fuffa di Giggino – il taglio di un terzo dei parlamentari – sventola su Montecitorio grazie all’infingardo opportunismo dei Dem, resto curioso di conoscere in cosa consiste la “rivoluzione storica” di un Parlamento composto da due Camere con le stesse competenze, le stesse modalità di formazione, e la stessa rappresentatività (l’imperfezione del “bicameralismo perfetto”). Un saluto.

Massimo Teodori

 

Al direttore - Pare che Berlusconi, oltre a essere la mente dietro l’uccisione di Falcone e Borsellino, nonché il regista delle bombe del 1993 a Roma, Milano e Firenze, sia anche il mandante dell’attentato a Maurizio Costanzo avvenuto nella Capitale il 14 maggio dello stesso anno. Fossi in Morra, convocherei immediatamente Costanzo in commissione Antimafia per chiedergli se per caso, in quel periodo, gli ascolti dello show erano poco lusinghieri. Sarebbe il movente perfetto per il Cav.

Luca Rocca

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