Il lavoro va ancora giù: è il governo del cambiamento in peggio

Le lettere al direttore Claudio Cerasa del 23 novembre 2018

Al direttore - Tria: problemi sui mutui con lo spread alto. Figurarsi poi vendere i tappeti.

Giuseppe De Filippi


 

Al direttore - Ora lo sappiamo. L’abusivismo di Ischia sta a quello dei Casamonica, come la pace fiscale sta alla galera per l’evasione. Ci sono abusivi ed evasori più uguali degli altri. Nulla da dire sul blitz nel quartiere della famiglia malavitosa e sulle ruspe che hanno avuto gioco facile nel demolire pareti di cartongesso. Ma il governo poteva risparmiarsi il sopralluogo e la sua esibizione nei telegiornali (Luigi Di Maio, assente, non ha voluto rubare la scena a Virginia Raggi). Soprattutto non si giustificano le riprese e i servizi televisivi che ridicolizzano, ripetutamente, persone per il loro gusto kitsch, come se lo sfarzo discutibile di oggetti d’arredamento fosse di per sé un motivo in più per giustificare lo sgombero e fornisse la prova che si ha a che fare con soggetti di cultura (a quando di razza?) inferiore. Se non andiamo errati, anche nell’appartamento di Donald Trump, nella Tower di sua proprietà, i rubinetti e i sanitari del bagno sono d’oro.

Giuliano Cazzola

  

Non esiste onestà se non è condivisibile su Instagram.


 

Al direttore - Come sempre, la Ciliegia analizza il problema principale politico-istituzionale che oggi, magari non in maniera evidente a tutti, si pone: eventuali elezioni politiche, prima delle europee, azzardo o opportunità? Le due possibilità potrebbero equilibrarsi. Tra i “contra” vedrei una manovra finanziaria che rischierebbe di rimanere in rotta di collisione con Bruxelles, mentre procederebbe la procedura di infrazione, e una serie di decisioni che resterebbero paralizzate: basti pensare, in un momento come l’attuale, di particolare esigenza di controllo dei mercati alla non intervenuta nomina del presidente della Consob. Ai diversi “contra” si oppongono i “pro” secondo i quali si arriverebbe, con la prova elettorale, vista la sotterranea, ma a volte anche palese, confliggenza tra le due principali forze di governo, a un chiarimento e a una possibile diversa ponderazione, mentre non sarebbero da escludere sviluppi di nuovi attori politici. Si potrebbe pensare che una tale scelta possa essere un modo per conseguire, nella chiarezza e nel confronto con l’opposizione, una stabilità, proprio per i possibili diversi pesi dei partiti, e una coesione di governo. Ma sarebbe cruciale il modo in cui si affronterebbe la transizione verso le elezioni, posto che nessuno dei partner vorrebbe, con le decisioni politiche ed economiche che nel frattempo si assumono, assumere una immagine che possa poi pregiudicarlo davanti agli elettori.

Angelo De Mattia

C’è solo una chiarezza possibile: meglio andare in fretta a votare.


  

Al direttore - Caro Cerasa, la rigidità del mercato del lavoro post decreto Dignità, comincia a dare i suoi amari frutti. I dati di agosto 2018 diffusi dall’Inps ci dicevano che diminuivano di 17 mila unità le assunzioni in somministrazione di lavoro rispetto al 2017, di 23 mila quelle a termine. I dati di settembre sono ancora peggiori: ben 50 mila attivazioni in meno sui contratti a termine e 33 mila in somministrazione in meno rispetto al 2017 e diminuiscono anche le attivazioni a tempo indeterminato. Se a questo aggiungiamo che la scelta “assistenziale” del reddito di cittadinanza, potrebbe rendere più difficile e lento, il periodo di transizione tra un lavoro e un altro, con il rischio che un maggior numero di giovani rimanga intrappolato in più lunghi periodi di disoccupazione, il futuro per il lavoro non è per nulla roseo.

Andrea Zirilli

 

Il governo del cambiamento. In peggio.

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