Un libro sul rifiuto ma anche sull’accoglimento incondizionato. La saggezza e la compiutezza del racconto sta tutta qui, nella capacità di far emergere tutte le differenze, tutti i mutamenti, tutti i passi indietro così come i progressi
Devo ammettere che non mi sono mai sentita a mio agio con i bambini. Se si avvicinano li scanso, e quando è inevitabile dover interagire con loro, non ho idea di come farlo. Mi annovero tra le persone che si innervosiscono tantissimo se sentono il pianto di un neonato su un aereo o nella sala d’aspetto di uno studio, e che impazziscono se si prolunga per più di dieci minuti. Non che i bambini mi disgustino del tutto.
Guadalupe Nettel, “La figlia unica” (La Nuova Frontiera)
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