Una scena di Westworld

Recap e Rickrolling

Mariarosa Mancuso

Rimedio alla mania del “siamo-tutti-sceneggiatori”: meno colpi di scena e più studio dei personaggi

La domanda “Chi ha ucciso Laura Palmer?” riuscì a intrattenere gli spettatori per 17 episodi e sette mesi (cominciavano gli anni 90). La domanda “Chi ha sparato a J. R.?” li aveva in precedenza intrattenuti per 5 episodi e otto mesi (cominciavano gli anni 80). Gli spettatori italiani vivevano in un mondo tutto loro: negli Stati Uniti avevano già sparato a J. R. e noi mai avevamo visto il cattivo con il cappello texano e il ranch di Dallas. Esercizio pratico: calcoli il candidato quante ère televisive sono trascorse, facendo il confronto con la cagnara scoppiata quando all’inizio degli anni 10 si seppe – con largo anticipo – che Matthew di “Downton Abbey” moriva in un incidente proprio la notte di Natale (l’attore Dan Stevens preferiva Broadway e mollò la serie).

 

Il prossimo traguardo (leggi: il prossimo traguardo finora conosciuto) è un fake di Jonathan Nolan e Lisa Joy, showrunner di “Westworld”: la serie che quanto a complicanze e ribaltamenti fa sembrare “Lost” un racconto lineare. Una fake news creata ad arte, perché tale finora era il loro regno (prima di attaccare i lamenti per le ricadute nel reale, fate mente locale sul fatto che nel 1938 Orson Welles finse alla radio che i marziani erano sbarcati sulla terra e molti credettero alla notizia).

 

Jonathan Nolan e Lisa Joy non hanno mai davvero pensato di riunire in un video di mezz’ora tutti i colpi di scena di “Westworld” seconda stagione. Allo scopo di placare i fanatici che dopo ogni puntata cercano di immaginare “come andrà a finire”, mettendo la parola fine a una pratica che sui social mischia spoiler e fantasiose teorie. Anche sulla mania dei “recap” – minuziosi riassunti per chi ha perso la puntata, che in realtà servono a chi la puntata non l’ha affatto persa, ma come i maniaci (o i bambini) non si stanca di ascoltare sempre la stessa storia – ci sarebbe qualcosa da dire. Credevamo che l’ossessione per il commento fosse un’attività per noiosi accademici. Scopriamo che nell’èra della velocità e della distrazione ha insospettabili adepti.

 

Motiva il fake (oltre a un giochetto che si chiama “Rickrolling” e consiste nel promettere video imperdibili, re-indirizzando su un video musicale di Rick Astley datato 1987) la disperazione degli sceneggiatori. “Voi a scrivere siete tanti, e io a leggere sono solo” lamentava Massimo Troisi. “Noi a inventare trame siamo pochi, e voi a smontarle e anticiparle siete migliaia e migliaia” è il lamento degli showrunner, nell’era della sovrabbondanza televisiva.

 

Matt Zoller Seitz sul New York Magazine – un fantastico numero tutto sulla tv – ricorda che la prima stagione di “Westworld” fu cambiata in corsa, i fan avevano azzeccato troppi dettagli guastando la sorpresa. Quando i fan scoprirono a metà stagione che in “Mr Robot” c’era un tocco di “Fight Club” (tanto per non fare altri spoiler) lo showrunner Sam Esmail lasciò la storia tale e quale. Una soluzione al “siamo-tutti-sceneggiatori” ci sarebbe: mettere a fuoco meglio i personaggi e non puntare tutto sui colpi di scena.

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