la satira del foglio

La rivoluzione di Giorgia Meloni: un governo di sole donne

Maurizio Milani

Il nostro Innamorato fisso ha avuto in gran segreto la lista delle ministre, anticipa che cosa succederà al Quirinale e si lascia andare a qualche commento

Siamo in grado di pubblicare la lista che Guido Crosetto ha dato a Ugo Zampetti ieri verso mezzanotte, presso la sede di TeleLombardia. Sono i nomi dei ministri del primo governo Meloni (insieme c’è la lista del secondo governo Meloni, che, dopo un rimpasto, entrerà in funzione a metà legislatura). Zampetti è partito subito per Roma e la lista è stata subito visionata dal presidente Mattarella. Erano le 4 del mattino, con le due alte cariche istituzionali c’erano: il colonnello dei Corazzieri; il c.t. Roberto Mancini (che sapeva già di questa curiosa tradizione, essendo stato convocato quando c’era da visionare la lista del governo Draghi); Amadeus, indicato da Giorgia Meloni come presidente Rai (da ieri); il direttore del Cnr in collegamento da Ginevra, e nessun altro, tranne due valletti del Quirinale per ogni necessità. 


Subito Mattarella comunica che la lista è esclusivamente di donne. Scatta l’applauso. Il governo Meloni sarà il primo al mondo ad avere solo ministre. Mattarella legge. 


Primo ministro Meloni Giorgia. 


Ministri con portafoglio: agli Esteri: Veronica Gentili (per noi telespettatori di Retequattro detta “Love for you”, per gli altri “Lascio moglie, figli, villetta e posto in banca per te amore”). La scelta è motivata anche per la laurea in Scienze politiche che la giornalista ha conseguito. Scatta l’applauso. 
Al Viminale: Rita dalla Chiesa. Anche qui scatta l’applauso, per noi telespettatori delusi da quando non conduce più “Forum” è la migliore soddisfazione. Un bacio a te Rita (sono sempre stato innamorato di te).
Via Arenula (Giustizia): appena si sente il nome “Barbara” scatta l’applauso. Mattarella sorride: “Sì, è Barbara, Barbara Palombelli”. Altro applauso (per me è il nome migliore per questo delicato ministero. Barbara, voglio dirtelo: ti amo). 
Ministero della Difesa: Cristina Comencini (scatta l’applauso, tutti in piedi), giusto incarico per una donna che si è fatta valere in un campo (la regia cinematografica) territorio esclusivo degli uomini. 
Economia e finanza: “Emma...”. Scatta l’applauso più lungo e anche Mattarella molla il foglio per applaudire. Riprende dopo diversi minuti: “Emma Marcegaglia”.

 
“Ministra per il lavoro...”. Pausa. Scatta l’applauso. “Calma, non ho ancora detto niente”. Salta su Mancini che fa: “Lo sappiamo già”. Mattarella: “Mi dica allora”. Mancini: “Federica Pellegrini!”. Mattarella: “Esatto! Come faceva a saperlo? La lista è segreta”. Mancini: “Lei non si preoccupi, con rispetto parlando”. 


“Andiamo avanti” interviene Zampetti. Mattarella: “Sì, un attimo che prende un Alka Seltzer”. Per non offendere lo prende anche Mancini. Zampetti: “Ma se lei non ha bisogno, cosa lo prende a fare?”. Amadeus: “A questo punto prendo anch’io un Alka Seltzer”. 


Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste: Anna Falchi. Si sente un “olé” con battito di mani e piedi sul tavolo. Devono intervenire i valletti perché c’è il rischio che le vibrazioni spacchino in due le antiche porcellane risorgimentali, cosa mai successa. Zampetti interviene: “E delega alla sig.ra Falchi per le Politiche ambientali”. Qui anche i valletti del Quirinale applaudono, si spalancano le porte e tutta la servitù in servizio applaude. Arriva anche un fonogramma dai 250 guardacaccia della tenuta di Castel Porziano, è urgentissimo: “Presidente Mattarella, grazie! Miglior notizia non poteva darci. Aspettiamo la sua illustrissima persona con la nuova ministra, se può anche Veronica Gentili, ma non penso”.


Ministra dei Trasporti e Infrastrutture (ponte di Messina e collegamento tramite pontile tra Corsica e Sardegna). Pausa di Mattarella, ma non scatta l’applauso. Si aspetta giustamente. “Anna Tatangelo”. Boato. Salta giù il lampadario, regalo del segretario Kissinger in visita a Roma nel 1979. Subito i valletti provvedono a sostituirlo. Viene installato un tubo al neon potentissimo, regalo di un uomo anziano di Oristano per il compleanno dell’allora capo di stato. Ben presto le urla “Anna! Anna!” raggiungono il cortile del Quirinale e da qui mezza capitale si trova a gridare, senza saperne il motivo. 

Nella prima edizione delle 5 di Sky la notizia viene data: “Misterioso avvenimento nelle prime ore della notte a Roma. Tutti gridavano ‘Anna! Anna!’. Non sappiamo il perché. Maggiori dettagli nelle edizioni successive”. E conclude: “Nella mia carriera non era mai successa una cosa del genere. C’è da non dormire la notte, anche perché la mia fidanzata si chiama Anna”. 


Ministra per l’Ambiente: onorevole Daniela Santanchè. Scatta l’applauso, qualcuno urla, penso Amadeus: “Daniela, meriti la presidenza del Senato!”. 


All’Istruzione e Università (che vengono messe in un solo dicastero) “Meloni ci propone...”. Mattarella: “Maria Giovanna Maglie...”. Ovazione che fa saltar giù diversi arazzi nella sala acanto, subito restaurati, in quanto non deve venirsi a sapere niente. Anche il colonnello dei Corazzieri che finora aveva appena applaudito, si lascia andare a gesti di manifesta felicità. 


Veniamo al ministero della Cultura. “Elisabetta Gardini”, qui Mattarella ferma l’applauso e dice: “Permettetemi due parole amici. Auspico che dopo di me qui sieda l’eurodeputata Gardini”. Commozione. Scatta l’applauso. Mai visto un applauso così lungo nelle austere stanze del Colle.


Salute: sarà ministra Hoara Borselli. Appena sentono “Hoara” salta giù tutto: mobilio, quadri, faldoni con le Gazzette ufficiali. Tutto, salta giù tutto. Qualcuno urla: “Hoara sei la donna più bella del mondo!”. Diversi hanno dei mancamenti e ricevono assistenza. Il nome di Hoara ha sconvolto gente già innamorata di lei. Anche da Castel Porziano mandano un altro fonogramma urgentissimo: “Presidente, abbiamo saputo di Hoara e stiamo festeggiando nelle cantine presidenziali con Asti spumante del 1931”. Mattarella: “Fate bene. Era ora che qualcuno bevesse tutte quelle bottiglie. Sono lì per essere bevute, non ammirate!”.


Veniamo ai ministeri senza portafoglio: “Per cortesia amici, da adesso evitiamo di fare la ola a ogni nome anche perché hanno telefonato gli inquilini del cortile a fianco dicendo che non esiste in piena notte sentire versacci – così li hanno definiti – dal Quirinale”. 


Ministra per i Rapporti con il Parlamento: Nunzia De Girolamo (aggiungo io con rispetto: parlamentare più bella di sempre). Anche i convenuti sono soddisfatti da questa proposta al presidente Mattarella. 


Ministra per Innovazione digitale: Annalisa Chirico. Inutile l’invito di Mattarella. Scatta un applauso in sala mai sentito prima. Qualcuno apre un fumogeno (e non si potrebbe). Alcuni appendono uno striscione sulla torre del Quirinale: “Fan club di Annalisa Chirico”. Instagram è costretto per la prima volta nella storia a staccare l’Italia dalla rete. Troppi contatti, rischio black out totale a cascata sugli gli altri 208 paesi del pianeta. 


Ministra della Pubblica amministrazione: Luisella Costamagna. Amadeus si alza e si mette a correre per i corridoi. Il contagio prende diversi isolati di Roma. Si intonano canti: “Luisella, Luisella amore, fai di me quel che ritieni opportuno. Sì alla riduzione di lavoro nella Pa”. 


Affari regionali e Autonomie, incarico dato a Letizia Moratti. Ovazione mai vista. Qualcuno, che per privacy non diciamo, tira fuori una foto della neo ministra e la bacia. Altri propongono di farci una cornice e mettere tale foto in prefettura a Roma. Chiaro auspicio di un suo incarico nel 2029 al Quirinale. 


Politiche giovanili. “L’onorevole Meloni propone Sara Gama, prestigiosa capitana delle azzurre”. Appena sentono il nome esplode un petardo, gente che salta e balla sul tavolo per poi andare a buttarsi nel fontanone del Gianicolo. Mai vista una gioia simile all’annuncio di un ministro. 


Turismo: Licia Colò. Inutile dire cos’è successo. Il Quirinale dev’essere puntellato con delle pertiche, per le vibrazioni prodotte dagli applausi. Rischia il crollo. Mattarella: “Amici, calma. Non siamo in gita”. Terminato di leggere la lista delle ministre, il presidente congeda i graditi ospiti. Zampetti però telefona alla Meloni.

Ecco l’intercettazione gentilmente passatami dalla batteria del Viminale.
Giorgia: “Mi dica segretario”. 
“Il presidente è entusiasta dei nomi delle ministre, mi permetto però di suggerire due ministri. Senza togliere nessuno, si aggiungono dicasteri tipo la Coesione territoriale e Vulcanologia con Mario Tozzi”. 
Meloni: “Primo: non nomino ministro quel comunista di Mario Tozzi. Secondo: la lista è quella. Punto e basta”.

Zampetti: “A questo punto mi dimetto!”.
Meloni: “Dimissioni respinte”.
Zampetti: “Oh, la ringrazio per la fiducia. Sono commosso, mi permetto di suggerirle il nome di Tommaso Montanari ai Civici musei di Sorrento”.
Meloni: “Ma sì, mettiamolo a Sorrento, ma non mi dica di inserirlo nei nomi dei sottosegretari”.
Zampetti: “Non mi permetterei”.
Meloni: “Mattarella allora approva tutta la lista”.
Zampetti: “Sì, tutta. Al limite se si potesse gentilmente aggiungere Maria Elena Boschi, veda lei dove”.
Meloni: “No! Piuttosto Virginia Raggi. Aggiunga alla lista: ministero per le Aree urbane e rurali”.
Zampetti: “Lo faccio subito. Invece per quanto riguarda Lilli Gruber?”.
Meloni: “No! Al limite presidente della Camera. Prima devo sentire gli alleati”.
Zampetti: “Posso chiamare la Gruber”.
Meloni: “Non so, veda lei. Al limite la proponiamo all’Enel, come garante del consumatore”.
 

Di più su questi argomenti:
  • Maurizio Milani
  • Nato a Milano il 20 maggio 1961. Vero nome: Carlo Barcellesi. Diplomato terza media presso Camera del Lavoro di Milano nel 1985, corso serale a numero chiuso. Dopo il militare lavora come sguattero in un hotel. Nel 1987 arriva ultimo a “Riso in Italy”, concorso importante a Roma per giovani. Fa ricorso e vince. Ha uno sfratto ma non riconosce la sentenza. Collabora con il Foglio dal 1986 grazie al direttore Giuliano Ferrara. E' fidanzato con Monica.